Bankitalia gela le stime sulla Manovra: “La crescita è ferma allo 0,8%”

Le stime del governo sulla crescita del Paese, che nel 2024 avrebbe dovuto raggiunger l'1%, non sarebbero realistiche. La smentita è giunta da Bankitalia e Istat che hanno sottolineato come i dati abbiano registrato un ribasso dello 0,2% che potrebbe mettere in dubbio la stabilità della prossima Legge di bilancio

Redazione
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La Legge di bilancio 2025 rischia di incorrere in questioni più complesse di quanto finora immaginato. Le simulazioni del Ministero dell’Economia, basate su un obiettivo di crescita dell’1% sono state infatti smentite sia da Bankitalia che dall‘Istat, che hanno invece ribassato i dati prevedendo una crescita ferma allo 0,8%. La differenza agli occhi dei meno esperti potrebbe sembrare minima, eppure quello 0,2% di scarto sulle stime del governo potrebbe mettere in seria difficoltà il lavoro di Giancarlo Giorgetti, alle prese non solo con la manovra finanziaria ma anche con il Piano strutturale di bilancio, che si pone l’obiettivo di portare il deficit italiano sotto il 3% entro il 2026.

Il ministro del Mef ha promesso una manovra che non sarà “lacrime e sangue“, definizione ripresa anche da altri ministri e leader del centrodestra, eppure le ultime evoluzioni dei conti pubblici sembrano mettere in dubbio le sue parole. L’economia italiana sembrava essere all’alba di un periodo di rifioritura, ma i numeri incoraggianti che sono giunti dai primi sei mesi dell’anno sembrerebbero essere semplici e flebili speranze. Al momento, infatti, non vi sarebbe alcuna certezza che i conti pubblici continuino a registrare miglioramenti.

Di fronte a questa consapevolezza, quindi, il governo sarà costretto a prendere delle decisioni dure e difficili, con l’obiettivo di salvaguardare il benessere finanziario italiano e allo stesso tempo non traumatizzare la popolazione. L’allarme sui dati ribassati ha raggiunto anche la Corte dei Conti, che ha sottolineato come il governo e il Ministero dell’Economia si trovino ad affrontare una situazione ardua da sbrogliare.

Manovra, l’allarme sul sistema pensionistico

I dati rilasciati da Bankitalia descrivono un quadro economico indebolito nel Paese, in un contesto in cui la spinta del post Covid si sta pian piano esaurendo e in cui le finanze globali si stanno pian piano raffreddando. L’Istat, in audizione al Parlamento, ha infatti sottolineato che l’Italia è tornata “ad una fase di stato stazionario o ‘steady state’ con tassi di crescita abbastanza contenuti che stentano a dimostrare la situazione di un’economia che si sviluppa in forma consistente“. Affinché si possa uscire da questa situazione, quindi, è necessario trovare nuove forze propulsive che funzionino come quelle del post Covid, come sottolineato dal direttore per la contabilità dell’Istat Giovanni Savio.

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Giovanni Savio, direttore per la contabilità Istat

Per il momento, però, è necessario procedere con cautela cercando di comprendere come le decisioni del governo possano influire sui conti pubblici. Bankitalia ha già lanciato il primo avvertimento, sostenendo che nel caso in cui venissero resi strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro allora potrebbe essere messo a rischio l’equilibrio del sistema pensionistico. “Verrebbe meno l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza” ha sottolineato Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia.

Nello specifico, infatti, Bankitalia ha evidenziato come non debbano essere ignorati i rischi che derivano dal Piano strutturale di bilancio, perché quest’ultimo si basa su stime che riterrebbero permanentile maggiori entrate attese per il 2024. In verità, non vi sarebbe alcuna certezza su questo dato, che quindi si rivela poco sicuro e allo stesso tempo dimostrerebbe che “anche piccoli scostamenti dei piani di bilancio potrebbero rendere difficoltoso raggiungere gli obiettivi posti dal governo“.

In questo senso, la Corte dei Conti ha voluto porre l’accento sulle difficoltà a cui il governo di Giorgia Meloni va incontro. Questo, infatti, dovrà interfacciarsi con la delicata questione dell’allocazione delle risorse, nella speranza di costruire un manovra finanziaria che sia positiva sia per il bilancio pubblico che per la vita quotidiana dei cittadini. Ciò che sembra certo per il momento è che i fondi per la sanità non potranno essere toccati, in quando è necessario risolvere il gravoso problema delle liste di attesa anche tramite l’assunzione di nuovo personale specializzato, come sottolineato dall’Ufficio parlamentare di bilancio.

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