Un secolo di Trinity Cartier, dal 1924 tra storia e leggenda

L'anello Trinity di Cartier oggi compie 100 anni, e per celebrarlo, la Maison ha creato due nuove versioni dell'iconico gioiello

Margherita Valigi
4 Min di lettura

Trinity, tra gioielleria, scultura, mito. Una delle creazioni più ingegnose dell’Alta Gioielleria, un incastro perfetto di tre cerchi in tre ori differenti che scivola sulle dita, avvolgendole, plasmandosi delicatamente. Senza un significato o un simbolismo prestabilito, Trinity è l’emblema dei legami tra menti e corpi, dell’unione tra l’oggetto e la mano che lo indossa.

Trinity e le sue origini

Grace Kelly
Grace Kelly

Louis Cartier, 100 anni fa, ha ideato, progettato e creato un’opera d’arte della gioielleria che non smette mai di ispirare. Il Gioielliere dei re, soprannome affidatogli da Re Edoardo VII di Gran Bretagna, era un visionario, come tutti i geni creativi: aveva capito che era necessario evolvere le forme, plasmare una loro metamorfosi, concepire una continua transizione dei design che avrebbe permesso l’accesso alla modernità. Il Trinity, un inestimabile punto di partenza da cui declinare infinite accezioni dei gioielli Cartier.

Un anello di tre vere intrecciate mobili che, come descrive Pierre Rainero, direttore immagine stile e patrimonio di Cartier International, Tre che sono uno e uno che è tre. Un design ideato per essere fluido in un sensuale movimento di sovrapposizioni infinite. Un gioiello moderno ante litteram in quanto indossato sia da uomini che da donne nei modo più disparati.

Un Jean Cocteau che impila due Trinity sul mignolo della sua mano sinistra; un Trinity all’anulare destro dell’amabile Grace Kelly; e un Trinity iconicamente indossato da Alain Delon. Un gioiello camaleontico sotto ogni aspetto, infinitamente amato e continuamente desiderato. Un anello che ha segnato la memoria collettiva, non solo sotto un punto di vista visivo ed estetico, ma soprattutto a causa del suo “ricordo sonoro”, il suo riconoscibile e caratteristico tintinnio prodotto nel movimento.

“La nuova gioielleria di Cartier”

Dopo pochi mesi dalla nascita dell’anello, Cartier lancia anche il bracciale coniato esattamente con le medesime peculiarità. Decisamente rimasto più di nicchia, il bracciale Trinity ha visto il suo memorabile debutto grazie all’attrice Kendall Lee. In un servizio Vogue del 1925, infatti, erano abbinati un anello e due bracciali, l’emblema della prima visibilità del Trinity su una rivista. “La nuova gioielleria Cartier”, il titolo dell’editoriale nonché punto di svolta con cui la Maison comprende che il pubblico percepisce quel mitico accessorio come moderno, un’aggettivazione che, fino a quel momento, era rimasta intrinseca al gioiello stesso.

Le novità per i 100 anni

Due nuovi design per onorare un secolo della moderna unicità del gioiello Cartier: si è pensato di ricrearlo in una duplice proposta esagerata. Una misura XL per far vivere l’anello nella sua massima visibilità sulla mano che lo indossa, un extra large applicato ad una nuova forma, quadrata e stondata, studiata nei micrometri del suo irreplicabile nodo – incastro. La seconda magica declinazione, invece, ha preso coscienza di sé in un design modulabile che, in base alle preferenze, può mostrare il suo lato tempestato di diamanti e all’occorrenza trasformarsi in un classico Trinity liscio.

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