Il Triduo di Pasqua tra le opere custodite dalla Camera dei Deputati

Sfruttando il portale istituzionale, dove sono state digitalizzate le opere custodite e in possesso della Camera dei Deputati, è possibile ripercorrere la Santa Pasqua "entrando" a Palazzo Montecitorio per ammirare dipinti e affreschi e sculture che ripropongono Ultima Cena, Passione e Resurrezione di Cristo

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Il patrimonio artistico custodito dalla Camera dei Deputati, diventa accessibile a tutti. Dalla Passione alla Risurrezione, sono svariate le opere di arte sacra di proprietà o in deposito presenti all’interno delle sedi della Camera, riconducibili alla Santa Pasqua. Tra dipinti, sculture e arazzi raccontati e descritti sul portale arte.camera.it. figurano opere che possono far vivere i sentimenti e le atmosfere del momento più simbolico della vita di Cristo.

E’ possibile ricostruire un iter dedicato proprio a questo periodo di intensa spiritualità, grazie al lavoro messo in atto dalla Camera di digitalizzazione delle immagini e dell’apparato informativo che le correda, che permette di “accederevirtualmente a Palazzo Montecitorio.

Il Venerdì Santo

Nel Venerdì Santo, sono due i dipinti significativi, distanti per cronologia ma accomunati da un pathos figurativo profondo che raccontano nella totalità il significato della Morte di Gesù. Si tratta dell’ottocentesco Cristo alla colonna, riconducibile alla bottega del napoletano Saverio Dell’Abbadessa, di proprietà del Museo e Real Bosco di Capodimonte e del celebre Cristo deriso di Renato Guttuso, di proprietà della Camera dei Deputati, fiore all’occhiello di molti allestimenti nazionali ed internazionali dedicati all’artista di Bagheria.

Tra le opere che raccontano la storia della costruzione dell’identità nazionale attraverso l’espressione creativa, è semplice ritrovare il simbolo della Pasqua e della Passione, il Crocifisso. Per farlo basta pensare alla Chiesa di San Gregorio Nazianzeno, all’interno del complesso di Vicolo Valdina, dove si staglia sullo sfondo un prezioso Crocefisso romanico-bizantino che rappresenta Cristo tra San Gregorio e San Quirino, databile tra l’XI e XII secolo. Il tutto accompagnato dalle tracce di affreschi a tema sacro del XII e XIII secolo lungo le pareti della medesima Rettoria.

L’Ultima Cena

Nel Triduo pasquale, cruciale è anche il doloroso momento dell’Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli. Un episodio che viene ben rappresentato dall’affresco cinquecentesco più noto dell’Ultima cena negli spazi della Camera che è invece collocato nella sala del Cenacolo, o del Refettorio, del complesso di Vicolo Valdina. Dominante la parete occidentale del locale, tale opera rappresenta per l’appunto Cristo insieme ai dodici Apostoli e, nell’ordine superiore, ritratti di Santi e Sante dell’ordine benedettino.

Rimanendo legati al medesimo soggetto, a Palazzo Montecitorio sono custoditi altri due dipinti del Rinascimento veneto che esprimono in toto la complessità simbolica della scena. Si tratta rispettivamente delle opere di Andrea Meldolla, detto lo Schiavone, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e il Cristo deposto con le pie donne, della Pinacoteca di Brera, riconducibile alla bottega di Francesco Da Ponte, detto Bassano il giovane., oggetto di diversi studi storiografici nell’ultimo decennio.

La Santa Pasqua di Cristo

Il possibile iter artistico pasquale si conclude a palazzo San Macuto con un’opera che rappresenta il massimo splendore della Resurrezione di Gesù. Specificatamente, nella sala del Refettorio, si staglia un imponente dipinto sulla parete di fondo rievocante la cena in Emmaus, dove ebbe luogo una delle prime apparizioni del Cristo risorto, di autore anonimo.

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