Che cosa differenzia il voyeurismo dal gossip del sistema moda? Banalmente si potrebbe dire nulla. Si potrebbe obiettare, altrettanto banalmente, che non è sempre così. Ma si sa, quando le informazioni mancano le voci crescono, e si alimenta un circolo di vizi e sfizi al limite della perversione. Ed è proprio questo il bello: rimanere affacciati sul cortile interno godendosi i giri di poltrone tra flirt e separazioni, scommettendo e prevedendo.
E’ stato detto, spiegato, ridetto, rispiegato: il condominio della moda con inquilini al seguito, ha momentaneamente più impalcature che finestre. Quando il danaro manca, non esiste genio creativo che tenga. Così si percepisce e si assiste ad un’eccitante crisi esistenziale del fashion system impossibile da tenere nascosta. Le Maison si assestano modificando le strutture interne mentre riverniciano la facciata: stilisti che vanno, emergenti che vengono.
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Voyeur modaiolo
Alexander McQueen ha visto, a settembre 2023, l’inglese Sarah Burton lasciare la maison dopo 13 anni, uno dei legami più longevi nella storia più recente della moda. A ricoprire il posto è subentrato l’irlandese Sean McGirr dalla Central Saint Martins di Londra. E Burton non resta con le mani in mano reinventandosi da Givenchy al posto di Matthew M. Williams.
Da Tom Ford, invece, a luglio 2024, la dipartita è stata di Peter Hawkings meno di un anno dopo aver assunto il ruolo di direttore creativo, lasciando spazio allo stilista di pret-à-porter francese di origine colombiana, Haider Ackermann.
Poi il cambiamento che ha fatto più gola ed ha appagato gli occhi indiscreti. Pier Paolo Piccioli che saluta la Maison Valentino. Notizia straziante divenuta stuzzicante non appena è stato annunciato il chiacchierato Alessandro Michele. Un momento che tornerà come ricorrente sogno erotico.
Per i palati sopraffini si offre un recente Hedi Slimane, che con le valigie in mano si volta e saluta languidamente Celine. A lavorare alle nuove collezioni dal 2025 sarà Michael Rider. Si tratta di un nostalgico ritorno alla maison dopo aver ricoperto per un decennio il ruolo di designer capo della linea ready-to-wear, dal 2008 al 2018.
Totomoda: Chanel, Margiela e Loewe
Ma niente fa venire l’acquolina in bocca come i posti vacanti: il voyeur si lecca i baffi e strofina le mani diventando dipendente dalle scommesse. Chi sarà il prossimo inquilino ad entrare in Maison Chanel? Prima di Natale si dice verrà annunciato il nuovo direttore creativo che prenderà le redini dopo Virginie Viard, braccio destro per tre decenni del mitologico Karl Lagerfeld.
Nelle previsioni dell’esito del Totomoda compaiono i nomi di Simon Porte Jacquemus, Thom Browne e Pieter Mulier, non l’omonimo pittore olandese “Cavalier Tempesta” del 1600 ma il direttore creativo della Maison Azzedine Alaia. C’è anche chi punta sull’Hedi Slimane orfano di Celine. Anche se con la notizia della scadenza a fine 2024 di Jonathan Anderson da Loewe e di quel mostro sacro di John Galliano da Margiela, i pronostici si fanno intriganti.
Quindi Maison Martin Margiela sarà temporaneamente priva di titolare come Loewe? Si, e si presume, al posto di Galliano, un Glen Martens fresco di libertà dopo Y/Project, mentre si cerca il tempo per gossippare sulla sostituzione da Loewe. Il voyeur non sa più dove guardare. In cortile, Kim Jones dice addio a Fendi e tutti gli occhi sono puntati speranzosi su un approccio di Pierpi Piccioli alla doppia F. Nell’appartamento adiacente, invece, c’è Daniel Lee che dopo Bottega Veneta e Burberry potrebbe approdare da Jil Sander. Ma lo scandalo da occhi sgranati è Hedi Slimane che fa moine ad Armani, che mio padre al mercato comprò.
Dunque, si riprende fiato e si accosta la finestra su quel cortile che neanche Hitchcock avrebbe saputo inscenare in attesa di un nuovo inquilino da spiare.
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