Regista italiano acclamato in tutto il globo, Pupi Avati ha ricevuto diversi riconoscimenti importanti nella sua carriera. Oltre alla apprezzabile quantità di premi consacrati alla decima musa, spicca l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (nel 1995) e la Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte (nel 2005).
Nel 2024, invece, per la gioia degli ammiratori, il Maestro riceverà una Laurea Honoris Causa presso l’Università degli Studi Roma Tre, dove, prima della quale, terrà una lectio magistralis di fronte al Rettore, agli studenti, ai cattedratici e ad amici dello show business e non.
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L’evento avrà luogo mercoledì 30 ottobre presso l’Aula Magna della Facoltà di Lettere (Via Ostiense 234/236) del terzo Ateneo della capitale a partire dalle ore 11.00. L’ingresso all’interno dell’auditorio, però, sarà possibile solamente fino alle 10.45 a causa di ovvi motivi organizzativi.
La considerevole manifestazione sarà scandita da una lezione magistrale dal nome “Dante”, tenuta proprio dal festeggiato. – Non a caso, a possedere l’omonima denominazione è anche il film che Avati ha realizzato nel 2022, ispirato all’opera “Trattatello in laude di Dante” dello scrittore Giovanni Boccaccio e che ripercorre la vita del creatore della “Commedia”. –
L’autorevole titolo accademico sarà in Italianistica grazie all’impegno dimostrato verso il Sommo Poeta e al notevole lavoro che l’artista ha attuato negli anni, tra fatiche audiovisive e letterarie. Nel corso della cerimonia, interverranno: il Magnifico Rettore di Roma Tre, Massimiliano Fiorucci; il Direttore e alcuni docenti del Dipartimento di Studi Umanistici.
In più, seguiranno la conferenza diversi volti della TV, dell’informazione e della politica, tra cui Ivan Zazzaroni, il direttore generale della RAI Roberto Sergio e l’ex Presidente del Senato Pierferdinando Casini.
L’esempio
Inoltre, ad assistere al simposio ci saranno tanti universitari che si stanno formando e che, probabilmente, sentono il desiderio di trovare il loro posto nel mondo. Il caso del professionista potrebbe, infatti, essere un esempio per parecchi giovani (e non), poiché il suo consiglio è quello di sognare in grande. Queste le sue parole in una recente intervista:
“Non bisogna limitarsi a fare un sogno molto piccolo. Adesso la consuetudine è quella di sognare in piccolo, attraverso la ragione, e la ragione ti induce a fare dei sogni modesti, possibili. Invece, bisogna sognare l’impossibile, l’improbabile!“.
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