Alla Fortezza da Basso, in quel di Firenze, cala il sipario per l’edizione n.107 di Pitti Uomo. Genio, creatività e professionalità sono stati il trait d’union dei 790 brand che hanno esplorato tutte le sfumature del menswear. “Il fuoco è il riconoscimento della forza generativa di questo elemento primo”, così apriva le danze Agostino Poletto, direttore generale Pitti Immagine, riassumendo lo spirito necessario per rilanciarsi in un settore in crisi come quello della moda.
Ferrante
Il Difforme ha voluto respirare la vitalità e la voglia di crescita di alcuni dei brand che hanno individuato la direzione giusta su cui perdurare. “Noi partiamo dal presupposto di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, questo mestiere lo insegna, quindi pur prendendo atto che non si tratta di un periodo non felicissimo, dobbiamo comunque trarre gli aspetti positivi“. Sono queste le parole incoraggianti di Amedeo Ferrante dell’azienda abruzzese di maglieria Ferrante, che si proiettano in un bisogno di trovare necessariamente degli stimoli interiori lavorando però di esperienza.
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Si tratta di uno sfruttare intelligentemente l’esperienza acquisita “perché la moda è ciclica“. Motivo per cui si ha molta difficoltà a “programmare” ma al contempo consente di “ritagliarti un tuo perimetro all’interno del quale esprimere un tuo concetto, una tua idea“. Pertanto, Ferrante ritrova nel trasformare la ricerca effettuata nella creazione dei capi affinché ci si proponga con il proprio brand “sempre con il massimo della positività“.
Tramarossa
L’incombenza dell’atmosfera sociale globale che si sta vivendo ormai da diverso tempo, si insidia con infamia anche nell’emotività dei più, influenzando di conseguenza ispirazioni e creatività. Ma, per Tramarossa, brand della famiglia vicentina del Jeans, Chemello, “la voglia è di lottare continuamente” soprattutto ora che l’internazionale core business dell’azienda viene intaccato dalle situazioni geopolitiche attuali. “E’ una sfida continua – prosegue Cristiano Piccoli, responsabile vendite e commerciale dell’azienda – perché abbiamo la verticalità completa, dallo sviluppo dei prodotti alla produzione con sito produttivo all’estero, quindi è molto importante per noi la continuità“.
Pellettieri di Parma
In tal senso, anche Giuseppe Zenoni, Ceo di Pellettieri di Parma, ha espresso quello che significa andare alla ricerca di un punto di discontinuità che, per l’azienda di calzature parmense, si articola sulla qualità e sulla ricerca dei materiali. “Riusciamo sempre a costruire un prodotto che fa innamorare i nostri consumatori, a fidelizzarli e a consentirci di distribuire in tutto il mondo“, spiega Zenoni esprimendo nell’arte della sartoria il loro tratto distintivo.
Fornari
Poi, da Pitti Uomo, c’è chi punta sulla percezione emozionale degli acquirenti per offrire quel qualcosa di diverso, quel prodotto esclusivo nella riscoperta di una necessità altra. “Stiamo lavorando più che altro sull’acquisto di emozioni e per questo valutiamo la qualità del prodotto, dando innovazione sui materiali che usiamo“, racconta Daniele Fornari del brand di filati marchigiano Fornari.
Pitti Uomo e il Dna italiano delle esportazioni
L’edizione di quest’anno di Pitti Uomo si è articolata anche in un contesto in divenire che ha richiesto un rallentamento per riflettere sullo stato attuale dell’abbigliamento maschile e per capire dove si intende indirizzare il futuro. Con grandi aspettative proiettate al rilancio, il 17 gennaio scorso, ultimo giorno dell’evento, Pitti Immagine, ha reso noto un bilancio finale dell’edizione 107. Sembrerebbe, infatti, che i compratori registrati siano stati circa 13.300, di cui 5.000 buyer giunti dai mercati esteri. Rispetto all’edizione 105 di gennaio 2024, sono soprattutto questi ultimi ad aver guidato il salone di gennaio 2025, percependo una crescita del 6,5%, nonostante le stabili presenze italiane.
Con l’insediamento di Donald Trump segnato oggi in calendario, potrebbero entrare presto in vigore quei dazi del 10% sulle importazioni, preannunciati in campagna elettorale dal tycoon. Secondo alcune simulazioni che sono state sperimentate, il Made in Italy potrebbe rischiare, difatti, di pagare costi aggiuntivi sulle esportazioni da 4 a oltre 7 miliardi di dollari.
La stretta di Trump, però, è ancora da verificare nonché da ufficializzare. Motivo per cui, l’atmosfera che si è respirata a Pitti Uomo non è apparsa tesa tra gli espositori. Per Amedeo Ferrante, ad esempio, sembra ancora presto preoccuparsi, anzi, vede anche “molto teatro nell’aria che c’è in giro” riguardo tale argomento. “Starei un po’ cauto, – continua Ferrante – prima di dire cose che non sono quelle che accadranno, anche perché occorre fare i conti con il mercato, con la realtà, con i rapporti” che già sussistono.
Giuseppe Zenoni, invece, fa notare che di certo ci sarà un impatto sui prezzi, ma si resta positivi. “Noi ci rivolgiamo – spiega il Ceo di Pellettieri di Parma – comunque ad una clientela elitaria dove si spera che l’impatto sia il minore possibile, riuscendo a contenere le ripercussioni grazie al fatto che esportiamo anche negli Stati Uniti da tanti anni, per cui abbiamo una clientela di nicchia molto fidelizzata“.
Il sentimento resta il medesimo anche per Fornari che crede non ci sarà una stretta sull’Europa estremamente forte, ad ogni modo, “le soluzioni si trovano sempre“. L’azienda marchigiana coltiva da tempo il mercato americano e “il prodotto essendo Made in Italy, artigianale, è molto apprezzato. Speriamo comunque che si trovi una quadra per non penalizzarci troppo“, conclude Fornari.
Tramarossa, invece, che vanta il 90% di clientela estera, viene indubbiamente toccata da qualsiasi evento mondiale, difatti si resta con i piedi per terra ma pur sempre con la voglia continua di lottare. “La porta del mondo è sempre stata aperta per noi“, spiega Cristiano Piccoli confessando che si tratta di una condizione dettata anche dalla difficoltà di essere “profeti in Patria“. Infatti, “la mission in questo momento – continua Piccoli – è anche ritoccare il pubblico italiano con una nuova voglia di colore, di emozione“, che si sta attuando anche con la collaborazione dell’azienda vicentina con Stellantis e Abarth per offrire una nuova visione del brand orientata al racing e alle automobili.
Pitti Uomo 107 è riuscito ad aprire quello spiraglio di luce che sarà la guida verso l’uscita dal clima di attesa e di incertezza percepito finora. Un merito che, come ha ricordato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, va indirizzato alla fiducia nell’investire nel salone da parte degli espositori, nonché alle loro collezioni di grande qualità produttiva, di ricerca stilistica e di innovazione.
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