Premio Strega: vince Mario Desiati con “Spatriati”. Poker Mondadori

F.M.D.
4 Min di lettura

L’autore pugliese scrive un inno a chi si sente fuori dal coro e lo dedica ai lavoratori nell’editoria: «Non basta la passione»

“Spatriati” di Mario Desiati vince uno dei più prestigiosi premi letterari italiani e, con ben 166 preferenze, di cui 76 di distacco dal secondo classificato (“Quel maledetto Vronskij” di Claudio Piersanti), riporta il premio in via Biancamano, raccogliendo l’eredità di Paolo Cognetti, ultimo vincitore Einaudi.

Una serata dal finale telefonato e un podio dominato da Mondadori, che conquista i primi quattro posti: terza Alessandra Carati con “E poi saremo salvi” (Mondadori, 83 voti) e quarta Veronica Raimo, autrice di “Niente di Vero” (Einaudi”, 62 voti). Un punto importante sul tabellone del gruppo di Segrate, che ha dato il colpo di grazia all’agonismo, confermandosi un vero gigante dell’editoria.

Per la prima volta nella storia un’edizione a 7

Nel 2020 si era arrivati a 6, in virtù dell’articolo 7 del regolamento per cui, se tra i 5 ci sono solo grandi editori, può essere ripescato il primo degli autori pubblicati da un piccolo e medio editore; a 7 però la mitica cinquina non era mai stata allargata.

Si sa: c’è una prima volta per tutto, e quest’anno due ex aequo al quinto posto e un ripescaggio al settimo hanno spiazzato gli abitudinari della gara a 5. In virtù di ciò, il resto della classifica è stato più vario: quinto per un punto Mario Amerighi, scrittore di “Randagi” (Bollati Boringhieri), sesto Fabio Bacà con “Nova” (Adelphi, 51 voti) e ultima Veronica Galletta, scrittrice di “Nina sull’argine” (minimum fax 24 voti).

Ci sarà tempo per rivedere nel dettaglio i voti degli Amici della Domenica, dei 30 Istituti italiani di cultura all’estero e dei 30 lettori forti delle librerie indipendenti.

Un’edizione fluida, spia di un cambiamento generazionale all’insegna della libertà

Parlando dei suoi protagonisti a “ilLibraio.it” nel momento dell’uscita del romanzo, l’autore aveva dichiarato: «Sono spatriato come loro. In molti dialetti pugliesi ha una sfumatura in più rispetto al participio di spatriare… va dal balordo al ramingo, dal disorientato al precario. Spatriato a volte è anche un insulto, un modo per definire in modo spiccio una persona che non ha un posto fisso, non ha un’identità chiara rispetto agli altri; altre volte è un modo simpatico per definirsi fuori dal coro».

Con Desiati, il collare fetish che indossa e la sua mascherina arcobaleno, sale sul podio un’intera generazione di inquieti, di persone che si rivedono nella fluidità, nella libertà e nel rifiuto delle etichette.

La dedica a chi lavora nell’editoria e il liquore da aprire in Puglia

A sorpresa il vincitore sceglie di non aprire in diretta tv la bottiglia del liquore Strega che gli viene, come da tradizione, consegnata: «L’aprirò in Puglia, vicino a dov’è ora Alessandro Leogrande».

Commuove la decisione di Mario Desiati, che ricorda e omaggia così l’amico scrittore e giornalista conterraneo morto nel 2017, e non solo: «Dedico questo riconoscimento a Mariateresa Di Lascia, che vinse qui nel 1995, pugliese come me, e a tutti i lavoratori dell’editoria italiana. Non basta la passione, ci vuole un contratto vero».

Si chiude anche la 76esima edizione del Premio Strega, con la pioggia che scende e la consapevolezza a incoronare quest’inno a chi è alla ricerca.

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