Un intreccio di calcio, guerra e segreti nascosti emerge dalle parole di Giuseppe Peruchetti, un portiere che ha visto la sua vita salvata per miracolo durante la Seconda Guerra Mondiale. “Lasciai Brescia per Milano nel 1936, poi passai alla Juve nel 1941. La guerra cancellò anche il calcio. Sfollato ad Alba, venni arrestato dai fascisti e condannato a morte per aver aiutato i partigiani… Aspettavo l’esecuzione, ma un miracolo mi salvò”. Questo miracolo ha un nome: Eraldo Monzeglio, un terzino che si muoveva con abilità tra il regime fascista e la resistenza, tanto da salvare Peruchetti da una condanna certa.
Il terzino e il Duce
La straordinaria storia di Monzeglio è raccontata nel libro di Alessandro Fulloni, Il terzino e il duce (Solferino), che esplora la vita di un uomo diviso tra la fedeltà a Mussolini e la salvezza dei partigiani. Monzeglio, un tempo fidato del Duce e trionfante ai Mondiali del ’34 e del ’38, vive un percorso sorprendente che lo vede oscillare tra l’ombra delle leggi razziali e la ribellione contro il regime.
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Fulloni, con la precisione di un cronista, ricostruisce i momenti più oscuri e affascinanti di questa vita, utilizzando documenti scoperti negli archivi e testimonianze dirette. Monzeglio, una volta considerato un “fascista più ricercato”, riesce a scampare alla morte grazie alla sua fama sportiva, riconosciuta persino dai partigiani.
Il libro conclude il cerchio con un episodio emblematico: un giocatore chiede a Monzeglio se è vero che salvò la vita di Peruchetti, il quale lo aveva definito “un uomo perbene” nonostante il passato oscuro. Un viaggio dal campo di calcio ai misteri di Salò, che ci racconta non solo la vita di un uomo, ma anche il dramma di un’epoca.
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