Giorgio Armani, lo stilista piacentino che ha sempre sofferto di un fastidioso prurito causato dall’idea di invecchiare e che avrebbe fermato il tempo già all’età di 43 anni, oggi ne compie 90. Quando si vive veramente la propria vita e si è soddisfatti e felici di cosa si sta compiendo con le proprie mani, l’unica cosa che può tormentare la mente è il tarlo del tempo che passa inesorabile. Subentra pertanto un incessante desiderio di voler sospendere il timer, un po’ per la paura che lo star bene e l’entusiasmo possano fuggire per tornare più fiochi, un po’ perché si è avvolti da quel leggero velo di angoscia consapevole che parallelamente alla mente che matura, il corpo decade.
Armani vs Kairos
Nella mitologia greca il tempo è principalmente definito e personificato usando due divinità e termini differenti: Kronos per indicare lo scorrere dei minuti, dunque la natura quantitativa e Kairos per indicarne la natura qualitativa, ossia l’abilità di fare la cosa giusta al momento opportuno. Quest’ultimo è il dio che incarna la sfumatura trascurabile, la correzione minuscola che favorisce un buon esito. Rimanda, quindi, alle azioni che vanno colte tempestivamente, senza ritardi o esitazioni. Si tratta di afferrare questo dio per il suo ciuffo di capelli, prima che l’occasione passi e che sfugga definitivamente volando via con le ali ai piedi.
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Giorgio Armani ha creato il suo impero e domina nel settore agguantando Kairos incessantemente. La sua è un’innata capacità di leggere l’evoluzione continua del contesto in cui si muove e di adattare in divenire la propria strategia. Le sue intuizioni hanno permesso di individuare non la cosa giusta in assoluto, ma la cosa giusta da fare in ogni singolo momento.
Un buon non compleanno
Per celebrare il suo novantesimo compleanno sarebbe bizzarro scrivere in chissà quale poetica la vita di una persona che ha fatto della creatività la sua fede e del pragmatismo la sua religione. Definire, poi, in chissà quali termini l’esistenza di un creativo così sanguigno secondo il quale il sogno inteso come magia, astrazione e irrazionalità è relegato all’alta moda che disegna, il suo angolo di paradiso. Un modus operandi, il suo, che ha radici infiammate di passione e strettamente intrecciate con la concretezza, senza fronzoli, come il suo intero immaginario.
Una linearità di pensiero che è semplice razionalità armaniana. Da sottolineare semplice, no facile. Sarebbe similmente scontato elencare le gesta di Giorgio Armani, selezionando le più interessanti, andando a scovare aneddoti e curiosità che in pochi potrebbero conoscere e via dicendo. E sarebbe non di meno banale redigerne una breve “biografia”. Soprattutto sarebbe complesso per l’incombente timore di commettere qualche errore nella lettura dei suoi comportamenti.
Tuttavia risulta più intrigante pensare a cosa non è Giorgio Armani. E’, piuttosto, una persona che non fantasticherebbe mai un “se fosse stato…”, è senza rimpianti. Bianco o nero, al massimo greige, silver o blu. L’infinita ambizione di Armani è sintomo di un uomo che magari non è riuscito a fermare il tempo ma non lo ha neanche mai fatto passare, così come si legge dai suoi abiti. A 90 anni è lecito chiedere a se stessi se si è soddisfatti della propria vita. Per Armani il passato è passato e non fa altro che essere continuamente presente e futuro insieme.
Un ghiacciante passionale
Essere Armani significa ardere di una fiamma interiore. Un’indole che è difficile placare tanto quanto spiegarla ma si vede, si percepisce e la trasmette. In quel volto apparentemente innocente, buono da carezza sulla guancia, vive lo sguardo ghiacciante e tagliente di un uomo dalle non esitazioni e dai non compromessi.
Armani è la declinazione di coerenza, secondo cui ha diretto un percorso umano, lavorativo e sociale coesistenti nella stessa passione e negli stessi ideali di fondo. Ciò che ha voluto, lo ha realizzato a sua immagine e somiglianza e per questo gli appartiene, e appartiene unicamente a lui. Non è un tipo difficile, solamente può permettersi di essere molto diretto. E’ un imperatore dalla sicurezza intaccabile come un diamante, basata su un rapporto amoroso e passionale con l’ordine e il controllo.
Tra razionale e irrazionale
Perché non essere talmente mitologici da mettere in difficoltà chiunque tenti di scrivere anche solo i tuoi dati anagrafici? L’imprenditore “milanizzato”, non ci ha pensato due volte. Il suo essere tagliente nelle interviste, rispondere in modo impeccabile alle provocazioni, senza essere mai colto in flagrante, e risultare sempre elegante, lo avvolgono in un’aura d’amorevole perfezione.
Un fedele investitore nel Made in Italy, devoto alla Penisola Italia, mentre si affaccia da un terrazzo panoramico con vista sul mondo. Definendo un possibile “stile milanese” in tre D, discrezione, disciplina e dovere, definisce se stesso. E a contrastare un’anarchia dei comportamenti e una becera furberia si pone con la spina dorsale di un soldato tedesco.
Però colleziona case e gatti e i passatempi non sa di averli. Per Armani l’unica cosa che ha un senso è la famiglia, a cui torna sempre. Non si tratta di affiancargli una visione asettica o apatica, anzi, in questa apparente freddezza che lo ritrae soggiorna la pulizia, la semplicità e un vuoto che ricerca e da cui tutte le sue emozioni nascono. Giorgio Armani è un gentil egocentrico, come ogni creativo che si rispetti ama essere adulato. Ma si incuriosisce ed è stimolato dai contrasti, dagli antagonismi e da chi lo contraddice.
“Sono come un pezzo di ghiaccio entro cui brucia una fiamma“, la definizione rubata al pittore Wassily Kandisky con cui Giorgio Armani piace descriversi. Un creatore razionale le cui azioni nascono tutte dal cuore.
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