I finanziaristi globali e la soggiocazione dei popoli

Si stanno imponendo i finanziaristi globali e il passaggio da uomini ad animali da soma sarà un lampo. Usanze e tradizioni demolite da conquistatori in nome del vero progresso: un cammino dove non trovano posto indulgenza e rispetto

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Il cammino dell’uomo è ora alla prova della finanza globale, di finanziaristi senza scrupoli. Quello dell’uomo è stato un cammino cosparso di conquistatori che distruggono le comunità conquistate, perlopiù strappando loro gli organi vitali. Si demoliscono passato, culture, usanze, tradizioni e si assume di sostituirle con il vero progresso, la modernità, il nuovo.

Gli esempi si sprecano. I Romani nella loro lunga storia di espansione si proponevano come i titolari della vera civiltà e battezzavano la loro politica come giustiziera sulla barbarie di popolazioni primitive, spesso dipinte come orde indegne di qualsiasi indulgenza e rispetto.

Il metodo per realizzare il progresso e l’ordine civile era radere tutto al suolo. Del comportamento romano ci ricorda lo storico Tacito: “Ubi solitudinem faciunt pacem appellant“. Dove fanno il deserto lo chiamano pace. Dove il refrain non attecchiva si assumevano i tratti suggestivi e irrinunciabili degli sconfitti e si facevano propri, con il risultato omologo dell’annientamento mediante assimilazione, anziché per eliminazione.

La Chiesa di Roma e gli Stati Uniti d’America

Altro esempio è la Chiesa di Roma che nel LatinoAmerica fece tabula rasa. In nome della civilizzazione, che si esprimeva mediante il primato assoluto del cd ‘verbo’ predicato, furono annichilite le culture sottomesse.

Gli Stati Uniti d’America segnarono un’altra tappa di questo poco onorevole segmento della pretesa civilizzazione occidentale con la soppressione violenta delle tribù native nordamericane. Anch’esse giudicate primitive, incivili, refrattarie al progresso e alla modernità, incapaci di adeguarsi al passo dell’unico sviluppo concepibile.

Politiche imperiali nel Continente Nero e processo di nazificazione per popoli ritenuti di rango inferiore

Medesimi principi guidarono le politiche imperiali dei dominatori europei nel Continente nero. Non diverso nei fini e nei modi il tentativo messo in campo dal pangermanesimo novecentesco di nazificazione delle popolazioni ritenute di rango inferiore, portatrici di disvalori e di arretratezza, secondo la visione di mondo moderno di Hitler.

Chi conquista si autolegittima e provvede all’annullamento del sottomesso, al deprezzamento e alla svalutazione integrale degli assi portanti delle popolazioni soggiogate e alla cancellazione delle tracce residue di comunità, magari in precedenza fiorenti, portatrici di usi, costumi, tratti distintivi.

Finanziaristi globalisti nuovi conquistatori del mondo

Quello che è già successo sta succedendo di nuovo in un’indifferenza, anzi, quasi nel gaudio di molti, dando credito alle intuizioni visionarie di Adolf Huxley secondo cui “Intere società […] ameranno la loro condizione di servi… saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici”.

I nuovi conquistatori, i finanziaristi globalisti, stanno raggiungendo il risultato di smantellare civiltà e comunità al pari di coloro di cui sono epigoni. Fra i molteplici strumenti si evidenziano la rinuncia alle sovranità di comunità, l’affermazione dell’economia speculativa, la post-democrazia, la cancel culture, il mainstream, il conformismo di consumi e mode, i modelli di felicità proposti, il green, il sostenibile assunti a icona e target.

Finanziaristi globalisti: primum il profitto, residuali i diritti e gli strumenti di libertà

Lo scopo è il medesimo delle politiche imperiali del passato: seppellire le culture di comunità e con esse diritti e strumenti di libertà, omologare sotto nuovi miti e stelle polari. La potenza dei nuovi padroni non si misura a territori conquistati o a popoli sottomessi.

La potenza si misura, invece, in profitti ottenuti considerando una variabile ininfluente i morti per fame, le migrazioni bibliche, l’impoverimento generale, l’annullamento delle diversità con comunità stritolate dal rullo compressore impersonale, efficace giustiziere di arti culture economie popoli diritti, meccanismi di democrazia.

Strumenti consapevoli sono i predicatori delle sovranità universali, della fine dei valori e della storia dei territori. Colpevoli complici chi governa e aderisce ai principi delle economie virtuali, aleatorie, irreali ma padrone di tutto: persone, cose, moneta, strumenti finanziari e fonti energetiche. Nel mentre i cittadini semi-ignari o volutamente ignari si lasciano sedurre dalle coordinate della riccanza facile e suggestiva fra panfili e missili.

Il tutto è proiettato verso un domani onirico, un domani che si prepara con il genocidio dei valori e dei fondamentali di persone e comunità in un presente incosciente. Una sorta di Paese dei balocchi dove tanti Pinocchio e Lucignolo sono condotti dall’Omino di Burro, ridente, invitante, pacioso. Poi svelato l’inganno era e sarà troppo tardi. Da uomini a animali da soma fu e sarà un lampo. E saranno – forse- egualmente felici. Tranne i Geronimo sparsi qua e là.

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