L’editore HarperCollins scommette sull’ex ministro britannico: in arrivo il libro delle sue memorie, raccontate “come nessun’altra”
Ripetere il successo planetario da Guinness dei primati che sta avendo – almeno nei primi giorni di vendita – l’esplosiva autobiografia del principe ribelle Harry intitolata ‘Spare’ appare impresa impossibile. Ma anche quella di Boris Johnson potrebbe mettere a segno un risultato importante, secondo le aspettative dell’editore HarperCollins, che ne ha appena acquisito i diritti riconoscendo all’ex primo ministro Tory un contratto lucroso in base alle indiscrezioni dei media: risultato che, in termini di capacità d’attrazione della curiosità dei lettori, si prevede ben superiore se non altro a quelli riscossi dalle memorie pubblicate dai precedenti inquilini di Downing Street degli ultimi anni.
I manoscritti nel cassetto di BoJo
Per scriverla BoJo, pare abbia messo da parte ancora una volta il lavoro su una biografia di William Shakespeare: promessa da tempo dopo il suo primo bestseller dedicato alla figura di Winston Churchill e rinviata da anni in barba ai lauti anticipi incassati. Si tratterà di memorie raccontate “come nessun’altra”, ha detto Arabella Pike, direttrice di una delle collane di HarperCollins incaricata di curarne la pubblicazione. Evocando l’intenzione dell’artefice della Brexit di mettere a nudo con la verve che lo contraddistingue i suoi tre turbolenti anni a capo del governo: iniziati col trionfo elettorale del 2019 e conclusosi con la caduta del 2022 tra scandali e rivolte nel Partito Conservatore, ma segnati pure da eventi epocali come la pandemia da Covid o la guerra in Ucraina.
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L’autobiografia e il ritorno in pista
Johnson, 58 anni, con questo esercizio di scrittura e questa sorta di bilancio della propria eredità, potrebbe in effetti suggellare una frenata nelle ambizioni attribuitegli verso una clamorosa rentrée al potere. Anche se ad oggi rimane in Parlamento, come deputato, e insiste a far sapere d’essere deciso a partecipare anche alle prossime elezioni per difendere il suo collegio di Uxbridge, considerato adesso espugnabile dall’opposizione laburista. Collegio che, stando a indiscrezioni del Times per ora negate, Boris potrebbe del resto pure mollare: in cambio di uno più sicuro già offerto a quanto si dice dall’attuale primo ministro Rishi Sunak a patto che egli rinunci ad ispirare venti di fronda e a minacciare di riproporsi in una sfida per la leadership Tory, dopo il passo indietro dei mesi scorsi, facendo leva prima del ritorno del Paese alle urne sulla propria superiore popolarità e sui sondaggi al momento disastrosi per Sunak.
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