A Roma “Picasso lo straniero”: uno sguardo inedito sulla vita del genio

La tappa romana della mostra ideata e curata da Annie Cohen-Solal sarà a Palazzo Cipolla fino al 29 giugno 2025

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Arriva a Roma, con più di 100 opere dell’autore, la mostra Picasso lo straniero. Dopo la tappa milanese e quella di Mantova, il Museo del Corso della capitale ospiterà sino al 29 giugno 2025 l’esposizione a cura di Anne Cohen-Solal. Organizzata da Fondazione Roma e realizzata grazie al Musée national Picasso-Paris, principale prestatore, la mostra offre un punto di vista inedito dal quale guardare alla produzione di una delle menti artistiche più geniali del secolo scorso.

Il profilo del pittore andaluso viene tracciato attraverso il racconto della sua identità di straniero in Francia, Paese che, pur avendo accolto la sua esperienza creativa fin dagli esordi e ospitandolo fino alla morte, non gli concesse mai la naturalizzazione.

Tra documenti, fotografie, lettere e video che testimoniano le tappe fondamentali del percorso sempre poliedrico e innovativo del padre del cubismo, la mostra propone un itinerario in cui la dimensione estetica s’intreccia con il vissuto politico ed esistenziale dell’autore.

Picasso, fra estraneità e avanguardia

Picasso approda in Francia nel 1900, in una Parigi che diveniva cuore pulsante della modernità e dell’arte, con l’apertura dell’Esposizione Universale. Nello spettacolo frenetico della città che si trasforma in metropoli, la stessa descritta pochi anni prima da Baudelaire, lo sguardo di un giovane artista, estraneo alla lingua e ai costumi, inizia a cogliere contraddizioni e ambiguità.

Dietro la facciata austera della capitale di un impero coloniale brulica un’umanità apolide e cosmopolita; un’umanità ai margini in cui Picasso si riconosce, e che ritrae nei panni di saltimbanchi e circensi, la comunità errante e invisibile della metropoli moderna.

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Il primo rapporto del dossier di straniero di Picasso, redatto dalla polizia francese

Straniero”, “anarchico”: queste le parole nel rapporto della polizia francese che marchieranno in modo indelebile la vita dell’artista, che da quel momento si svolgerà nel segno di una non appartenenza – politica, imposta – anche ai luoghi più familiari. L’itinerario della mostra perciò, spiega Annie Cohen-Solal, restituisce un Picasso “totalmente contemporaneo”, la cui vita ricalca le storie di tante altre esistenze “migranti”.

Sorprendentemente però, l’estraneità in Picasso diviene anche rivendicazione: nel contatto con una pluralità di esperienze artistiche e filosofiche, il punto di vista di un outsider sconfina nella ricerca di nuovi sguardi sulla realtà e nell’esplorazione di linguaggi artistici alternativi. La non appartenenza diviene cifra stilistica, avanguardia che sfida i canoni della tradizione.

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“L’uomo con la pipa”: la destrutturazione dell’arte figurativa nel cubismo

La rinascita della primavera romana

Grande pregio dell’esposizione curata da Cohen-Solal è riuscire a far emergere il carattere caleidoscopico dell’artista, mostrando i modi in cui, attraversando le difficoltà determinate dalla sua condizione politica, Picasso reinventa continuamente se stesso e la sua arte.

Emblema di questa capacità trasformativa è il periodo di rinascita rappresentato dalla cosiddetta “primavera romana” del 1917, a cui la mostra dedica un’importante sezione espositiva: dopo la confisca delle opere da parte del governo francese, e dopo aver visto svanire la sua rete di contatti e amicizie, Picasso riplasma la sua identità artistica affacciandosi al teatro e alla musica, dando vita a connubi artistici tanto imprevisti quanto fecondi con personaggi del calibro di Jean Cocteau, Sergej Djagilev e Erik Satie.

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La sperimentazione surrealista

I visitatori possono immergersi in questo percorso di fioritura e di trasformazione artistica dell’autore anche grazie a documenti e fotografie, che arricchiscono il racconto questo intenso periodo di sperimentazione. La raccolta di materiali inediti, come anche i prestiti da collezioni private e importanti poli museali europei, sono il fiore all’occhiello dell’esposizione di Cohen-Solal, che restituisce il genio di Picasso in una prospettiva originale e complessa

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