Un nuovo farmaco potrebbe rappresentare una speranza senza precedenti per tutti quei pazienti che quotidianamente convivono con l’Alzheimer e per tutti i parenti e gli amici che vedono i propri cari “scomparire“, totalmente inglobati dalla terribile patologia. In Europa sarà infatti presto disponibile Lecanemab, un farmaco che ha come obiettivo proprio il contrasto dell’Alzheimer, o meglio delle sintomatologie che questo porta con sé.
Attorno a questa notizia, che starebbe facendo festeggiare migliaia di persone, si aggirano però numerosi dubbi. I quesiti non riguarderebbero principalmente il reale funzionamento del medicinale, ma i costi che questo porterebbe con sé e le eventuali coperture che in Italia potrebbe garantire il Servizio sanitario nazionale (Ssn).
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Lecanemab, il farmaco che combatte l’Alzheimer: pro e contro
Da ciò che si apprende, Lecanemab potrebbe cambiare molte diagnosi. Qualora venisse somministrato con largo anticipo, in una fase precoce della malattia, avrebbe infatti l’effetto di rallentare l’espansione del morbo. A tal proposito, il CHMP (Comitato per i Medicinali per Uso Umano) dell’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) avrebbe avvisato che sarebbe opportuno iniziare il trattamento solamente nei confronti dei pazienti adulti con diagnosi clinica di lieve compromissione cognitiva.
Il medicinale sarebbe stato approvato dall’inizio del 2023 dall’agenzia americana che si occupa di validare l’efficacia di farmaci e alimenti che vengono venduti, la FDA (Food and Drug Administration). A seguito di un primissimo parere negativo in estate, anche l’Agenzia europea ha dato il via libera per l’assunzione. L’ultimo passaggio, dunque, è convincere anche la Commissione Europea, che dovrebbe acconsentire o meno all’ingaggio di Lecanemab.
Abbastanza soddisfatti di questa notizia sono gli esperti. Infatti, il Presidente della Società Italiana di Neurologia, Alessandro Padovani, ed il Presidente della Società Italiana per lo Studio delle Demenze, Marco Bozzali, hanno dichiarato congiuntamente: “La notizia dell’approvazione apre una nuova storia per il trattamento dei pazienti con Alzheimer, in particolare per coloro che si trovano nelle fasi iniziali per i quali la progressione della malattia potrà essere contrastata”.
Nonostante questo entusiasmo, gli specialisti consigliano di agire con criterio. Si tratterà di una cura per pochi individui e con probabili controindicazioni non facili. “Sicuramente non tutti i malati potranno beneficiare di questo trattamento, dovremo attendere la decisione dell’AIFA anche in relazione ai centri che verranno autorizzati in Italia a somministrare la terapia”, hanno infatti dichiarato i due esperti.
A questo riguardo ha anche commentato il Segretario Generale della Federazione Alzheimer Italia, Mario Possenti, sottolineando i limiti della situazione, segnalando che, al momento, i Centri per i Disturbi Cognitivi attrezzati e pronti per la questione Lecanemab non sono che 47: “Rappresentano il 10,4% del totale e sono distribuiti in modo disomogeneo, lasciando scoperte molte aree soprattutto nel sud Italia”. In più, è opportuno prendere in considerazione le spese elevatissime che avranno luogo affinché tutto vada per il meglio.
Cos’è Lecanemab e quali sono gli effetti collaterali?
Lecanemab è un anticorpo monoclonale diretto contro il composto beta amiloide che rappresenta il principale costituente delle placche caratteristiche dell’Alzheimer. Esso diminuisce la formazione di placche nel cervello e frena il declino cognitivo.
Inoltre, stando alle ultime affermazioni, il farmaco potrebbe riservare degli effetti collaterali, tra cui perdite di sangue o l’accumulo di liquidi nel cervello. Proprio per evitare queste condizioni gravi, l’EMA ha suggerito di sottoporre i pazienti a degli esami diagnostici periodici, parallelamente alla somministrazione di Lecanemab.
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