Patrick Zaki è un uomo libero dopo aver ricevuto la grazia da parte del presidente dell’Egitto al-Sisi, che ha così annullato la sentenza di tre anni di carcere del tribunale di Mansura, di cui il ragazzo avrebbe dovuto scontare ancora 14 mesi. Una decisione che il governo egiziano ha preso, grazie, soprattutto, all’intervento diplomatico dell’Italia, paese in cui Zaki ha effettuato il suo percorso di studi universitario.
Ne è consapevole anche il giovane ricercatore che, in un post su Facebook, ha voluto rendere pubblici i ringraziamenti: “Ringrazio anche il governo italiano, il parlamento, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri”. Le polemiche, però, non tendono a cessare nonostante la liberazione e, in particolare, al centro della discussione c’è il rifiuto da parte di Zaki del volo di stato per rientrare in Italia.
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Zaki: “A Bologna per riprendere la mia vita”
Patrick Zaki è pronto a rientrare in Italia il prossimo sabato, come ha dichiarato lui stesso all’ANSA, non appena avrà concluso le pratiche burocratiche. A tenere banco, però, c’è la scelta di prendere un volo di linea, rifiutando quello di Stato. Secondo quanto riporta Libero, alla base di questa decisione ci sarebbe la posizione politica del ricercatore, non in linea con quella dell’esecutivo italiano, che quindi avrebbe voluto evitare la passerella di fronte alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e agli esponenti del governo.
In ogni caso, la priorità di Zaki al momento è quella che gli sia consentito tornare ad condurre normalmente la sua vita, a partire dal rientro in Italia e il matrimonio in programma con la fidanzata: “Resterò a Bologna un paio di settimane per incontrare amici e professori. Dopo il matrimonio in Egitto, poi, ci tornerò per riprendere la mia vita e i miei studi”.
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