L’udienza preliminare che vede imputata la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, nel caso Visibilia editore, è stata rinviata al prossimo 13 maggio, come deciso dal Tribunale di Milano. Quest’ultimo avrebbe infatti chiesto ai pubblici ministeri che indagano sul caso di inserire nel fascicolo del dibattimento i bilanci della società. Secondo i giudici, i capi di imputazione, con cui la Procura di Milano contesta a Daniela Santanchè e ai suoi coimputati le false comunicazioni sociali per il caso Visibilia e alla società le carenze nel modello organizzativo, andrebbero riscritti.
Nello specifico, il Tribunale ha chiesto ai pm milanesi di riformulare le imputazioni relative al falso in bilancio, suddividendo le singole annualità e le posizioni degli indagati, per chiarire chi avrebbe compiuto quale azione, e indicando quale sia stato il deficit organizzativo di Visibilia srl in liquidazione. “Nel fascicolo del dibattimento non abbiamo trovato nulla a partire dai corpi di reato, i bilanci che sarebbero stati falsificati“, ha infatti dichiarato il presidente del collegio dei giudici, Giuseppe Cernuto, invitando i pm a definire meglio i campi di imputazione.
Leggi Anche
Caso Visibilia, il nuovo esposto di un socio di minoranza
L’udienza è stata rinviata al 13 maggio perché l’avvocata Antonella Augimeri, legale dell’ex consigliere del cda di Visibilia, Massimo Cipriani, ha chiesto la nullità del decreto di rinvio a giudizio per violazione dei diritti della difesa. I giudici si sono quindi riservati di decidere nella prossima udienza. Inoltre, nella giornata di oggi è stato presentato un esposto dal socio di minoranza Giuseppe Zeno, a capo di un gruppo di piccoli azionisti, col legale Antonio Piantadosi, sull’operazione Athena-Wip Finance per il controllo di Visibilia.
Nella denuncia si cita la vicenda già nota dei prestiti attraverso il fondo Negma, oltre ad una serie di dati di inchieste giornalistiche su Wip e sul “business developer” della società svizzera, che “avrebbe numerosi e gravissimi precedenti penali”. Nell’esposto si sottolinea come nel luglio dello scorso anno “il controllo della Visibilia editore” veniva “riacquistato” dalla ministra “per il tramite” di Athena, “il cui capitale sociale nella misura del 75% è controllato dal medesimo Ministro direttamente e tramite la società Immobiliare Dani“.
La cessione della partecipazione della quota in favore di Wip, tra l’altro, “avrà effetti patrimoniali diretti nei confronti del Ministro Daniela Santanchè, la quale è Persona Politicamente Esposta, con conseguente disposizioni di pagamento nei confronti della stessa e movimentazione di somme di importo ingente direttamente sui conti correnti alla stessa intestati“.
Nella denuncia sono stati quindi sollevati degli interrogativi “sulla solidità finanziaria di Wip Finance e sulla trasparenza dei suoi investitori, atteso che i bilanci della società non sono pubblicamente disponibili e non sono noti i soggetti che finanzierebbero tale società“. Inoltre, la procedura di riammissione del titolo Visibilia Editore alla negoziazione in borsa “è stata bruscamente interrotta a seguito dell’intervento della Finma“, ovvero l’autorità svizzera dei mercati, “che ha di fatto commissariato” Wip e “per quanto noto, sta indagando sulla liceità dell’operazione di cessione delle quote della Athena Pubblicità e sulla provenienza dei fondi già versati su conti correnti italiani e sui fondi eventualmente in procinto di essere versati“.
© Riproduzione riservata