Violenza sulle donne: nel 2023 salgono denunce per molestie sui social

Il Report della Polizia Postale riguardante la violenza sulle donne certifica 371 denunce epr minacce e insulti online, stalking e revenge porn

Redazione
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In un periodo storico come quello che sta vivendo l’Italia a seguito del femminicidio di Giulia Cecchettin, il report della Polizia Postale riguardante la violenza sulle donne non sembra rincuorante. Le denunce di chi ha dichiarato di aver subito minacce online sono cresciute del 24% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 371 denunce nel 2023 rispetto alle 347 del 2022.

Numeri che non presagiscono nulla di buono, ma che allo stesso tempo sono necessari per comprendere che i metodi, quasi nulli, che stiamo utilizzando non sono funzionali. Sembra sempre più fondamentale la creazione di percorsi scolastici mirati al rispetto ed all’educazione affettiva ed emotiva, che potrebbero salvare centinaia di donne l’anno.

Il report della Polizia Postale è necessario anche per comprendere le numerose sfaccettature della violenza sulle donne, che non è fatta solo di femminicidi e violenza domestica, ma anche di minacce, insulti e persecuzioni spesso operate anche online.

Violenza sulle donne, gli strumenti online più utilizzati per minacciarle

Secondo il report della Polizia Postale gli strumenti online più utilizzati come mezzo di minaccia e controllo sulle donne sono i social network nel 50% dei casi e per il 31% le applicazioni di messaggistica, come Whastapp. Sono dati che non sorprendono visto il costante utilizzo che oggi si fa di questi mezzi e dei pericoli che si nascondono dietro un loro utilizzo non regolamentato.

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Violenza sulle donne: aumentano le minacce online secondo il report della Polizia Postale

Social network e servizi di messaggistica sono oggi a tutti gli effetti i luoghi della comunicazione privilegiata, per cui anche la violenza sulle donne ha trovato ampio spazio in cui crescere. Il 38% delle molestie online, infatti, avviene sulle applicazioni che permettono di scambiarsi messaggi, mentre il 33% sui social network. La molestia online, per essere ritenuta tale, deve presupporre una certa ripetitività nelle azioni illecite e irrispettose nei riguardi di una determinata persona. Un costante tentativo di controllo da parte di un fidanzato o di un marito, oppure da parte di un ex.

Anche online il retaggio patriarcale si fa sentire

Le sfaccettature che la violenza di genere può assumere online sono infinite ma, secondo il report, chi tenta di invadere anche gli spazi virtuali della propria vittima è solitamente un uomo appartenente al proprio nucleo famigliare, oppure qualcuno con cui si è condiviso un percorso di vita in comune. Per cui si parla di padri, mariti, compagni, fidanzati ed anche in questo caso di uomini che non hanno accettato la fine di una relazione.

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Violenza sulle donne: a minacciare di più sono coloro che conoscono la donna

Il costante bisogno di controllo e di supervisione che tali uomini provano nei confronti delle donne si riversa anche nelle loro azioni nel mondo virtuale, dove tutto sembra meno grave e soprattutto legale. A questo punto insultare, minacciare, diffamare e soprattutto condividere contenuti provati sembra consentito.

Nel 2023 sono 191 i casi di denuncia per revenge porn

Una delle piaghe sociali con cui le donne di oggi devono fare i conti è il revenge porn, ovvero la pubblicazione online di immagini o filmati di natura pornografica senza il consenso di chi è immortalato. Un reato subdolo e meschino che però è sempre più comune, soprattutto tra i più giovani.

Nei primi 10 mesi del 2023 sono 191 le denunce arrivate alla Polizia Postale per revenge porn. Si stima, però, che i reati di questo tipo siano ancora di più, ma che non vengano denunciati a causa dello stigma che segue queste vicende. Errori di valutazione che riguardano l’altra persona, la sua buona fede ed il suo rispetto. Sbagli che purtroppo le donne pagano caro e che nella maggior parte dei casi sono irreversibili.

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