Venezia, un mese dalla morte di Giulia: la famiglia bersagliata dagli haters

Venezia, Turetta incontra i genitori e ammette di aver ucciso Giulia ma senza premeditazione, mentre valuta se seguire la diretta dei funerali

Redazione
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Un nuovo interrogatorio, guidato dal pm Andrea Petroni, ha visto protagonista Filippo Turetta che questa volta ha deciso di collaborare con le autorità per ricostruire gli eventi del terribile 11 novembre e dei giorni successivi della fuga.

Indice
Un mese dalla morte di GiuliaLe parole di Gino CecchettinI funerali di Giulia Cecchettin a PadovaIl colloquio tra Turetta e i suoi genitoriNuovi dettagli dall’autopsiaL’autopsia conferma la causa della morteUn interrogatorio di 9 ore ma con troppa confusioneL’interrogatorio col gipAutopsia sul corpo di Giulia per chiarire le modalità dell’aggressioneNuovo interrogatorio per TurettaLa decisione dei genitori di TurettaL’interrogatorio di TurettaLa prima notte in carcere di TurettaTuretta non sarà in isolamento nel carcere di VeronaTuretta atterrato a Venezia prima del previstoIl legale dei Cecchettin: “Contestare anche i motivi abietti”Mistero sul carcere che accoglierà Filippo TurettaTuretta estradato e in arrivo a VeneziaL’audio inedito di Giulia: “Vorrei sparire dalla sua vita ma mi sento in colpa”La confessione di TurettaLa Germania ha autorizzato l’estradizione dell’assassino di Giulia CecchettinL’arresto di Filippo TurettaLa ricostruzione dei fattiFilippo Turetta: quali sono le accuseL’estradizioneL’autopsiaVenezia, 11 novembre: il giorno della scomparsaGiulia Cecchettin: Filippo l’avrebbe accoltellataIl cadavere di Giulia nel lago di BarcisLa punto nera di FilippoLe parole del padre di GiuliaVenezia: il video dell’aggressione, il campanello d’allarmeFilippo indagato per tentato omicidioTrovati brandelli di un vestito lungo l’argine del MusonLa laureaLa zia di Giulia: “Era un ragazzo molto possessivo”Lo zio di Giulia ha ricostruito le ore precedenti alla scomparsaVenezia, la prima pistaChi sono i due ragazzi scomparsi: Giulia e FilippoL’appello di Zaia, il governatore del Veneto

Durante le 11 ore di interrogatorio arrivano anche la notizie del medico legale, intento a scoprire tutti i dettagli possibili sull’aggressione grazie all’autopsia sul corpo di Giulia. Anche queste novità aiutano gli inquirenti a guidare l’interrogatorio, cercando di chiarire più punti possibili.

Domenica 3 novembre si è svolto l’incontro tra Filippo Turetta e i suoi genitori, che hanno deciso di essere pronti ad incontrarlo. Nel frattempo è venuto alla luce che l’assassino di Giulia Cecchettin avrà la possibilità di assistere ai funerali della sua vittima dal carcere di Verona, tramite i televisori di cui è disposta la struttura.

Un mese dalla morte di Giulia

Ieri è stato il primo mesiversario dalla morte di Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex fidanzato l’11 novembre scorso. Con una storia su Instagram la sorella Elena ha voluto ricordare Giulia, ormai diventata simbolo della lotta contro la violenza sulle donne in Italia. “Un mese senza di te. Mi manchi“, questa la frase scritta da Elena sotto la foto di sua sorella, sorridente e spensierata.

Una morte che ha scosso l’Italia, un Paese in cui i femminicidi continuano ad essere all’ordine del giorno. Ma da quell’11 novembre anche la famiglia Cecchettin è ormai sotto i riflettori, con i continui appelli per avere giustizia e soprattutto per avere una legislazione valida che punisca chi si macchia di questi atroci delitti. In particolare, Elena e Gino Cecchettin, padre di Giulia, continuano ad apparire sulle pagine dei giornali proprio per le loro dichiarazioni che continuano ad attirare l’odio di chi reputa le loro parole solo una ricerca di notorietà.

Domenica scorsa Gino Cecchettin è stato ospite di Fabio Fazio ed ha cercato di spiegare anche lui, così come continua a fare strenuamente Elena, cosa sia il concetto di patriarcato e perché sia così pericoloso. “Continuiamo a ritenere le donne una possessione. Continuiamo ad utilizzare i termini ‘la mia donna’ che sembrano innocui ma non lo sono. Dobbiamo cambiare anche nel quotidiano“.

Queste parole però non sono piaciute ed hanno scatenato una tempesta di odio sui social. L’avvocato della famiglia ha però dichiarato che sia Elena che Gino si stanno muovendo per vie legali contro chi continua a diffamarli, in un periodo di lutto così duro. “La famiglia ha detto basta e andava dato un segnale forte ai tanti leoni da tastiera“, ha detto l’avvocato Stefano Tigali, che però non vuole entrare nel merito delle querele.

Le parole di Gino Cecchettin

Dopo il funerale di Giulia, il padre Gino Cecchettin è tornato a parlare di Turetta, in carcere dal 25 novembre a Verona. “Spero che Filippo si renda conto di quello che ha fatto“. Cecchettin manda poi alla famiglia di Turetta un grande abbraccio. Sì, perché se lui un giorno tornerà a sorridere, per loro sarà molto più difficile. Il padre della giovane uccisa dall’ex ragazzo si è soffermato sul tema del perdono. “Una cosa veramente difficile. Neanche Gesù ha perdonato i suoi carnefici, ha chiesto a Dio di farlo. Sarà difficile. Un conto è non provare rabbia, un conto è non provare ira. Il perdono è un passo superiore. Sarà difficile“.

I funerali di Giulia Cecchettin a Padova

Martedì 5 dicembre intorno alle 11 di mattina si svolgeranno i funerali di Giulia Cecchettin nella Basilica di Santa Giustina a Padova, città dove la ragazza frequentava l’università e dove avrebbe dovuto laurearsi. Si aspettano migliaia di persone che vorranno assistere alle esequie, per cui avverranno cambiamenti alla viabilità delle zone circostanti la chiesa, per permettere un miglior scorrimento del traffico.

L’ultimo saluto a Giulia, però, si tinge di un colore macabro a causa della notizia riportata da Ansa, secondo cui il suo assassino potrà decidere se assistere al rito funebre trasmesso in diretta sulle reti nazionali. Turetta, infatti, gode degli stessi diritti degli altri detenuti tra cui quello della televisione, per cui sarà possibile che il ventunenne domani deciderà di collegarsi su uno dei canali che trasmetterà in diretta il funerale.

Il colloquio tra Turetta e i suoi genitori

Nel pomeriggio di ieri, invece, si è svolto il primo colloquio tra Turetta e i suoi genitori, finora rimandato poiché nessuno dei tre si sentiva ancora pronto. L’incontro sarebbe durato circa un’ora e avrebbe visto i tre protagonisti in lacrime, abbracciati e intenti a scambiarsi parole di conforto. Turetta non ha cambiato la sua versione, ha ammesso di aver ucciso Giulia ma senza premeditazione. Ha ammesso anche di dover pagare e di non voler nessuno sconto di pena.

Nei giorni a seguire non sono previsti altri interrogatori, perché le informazioni ricevute in quello eseguito dal gip sono state ritenute sufficienti.

Nuovi dettagli dall’autopsia

L’esame autoptico sul corpo di Giulia Cecchettin è durato 14 ore, iniziando alle 9:30 di venerdì e finendo verso le 23:40 della stessa giornata. Una durata necessaria a causa del gran numero di accertamenti necessari a risolvere i numerosi dubbi della Procura.

L’arma utilizzata per l’omicidio è stato un coltello da cucina con una lama da 21 centimetri, ovvero quello ritrovato nel parcheggio di Vigonovo a circa 150 metri dalla villetta dove vive la famiglia Cecchettin.

L’autopsia conferma la causa della morte

L’interrogatorio si è concluso poco prima delle 20 di ieri, quando i magistrati hanno lasciato il carcere di Verona senza rilasciare alcune dichiarazione alla stampa. Una decisione che sembra testimoniare la decisione di chiudere un caso, di cui è ormai certo l’assassino e di cui rimangono solo alcuni dettagli da chiarire.

Dettagli che già ieri sono stati affrontati criticamente dagli inquirenti e dai medici legali che si sono occupati dell’autopsia di Giulia Cecchettin. Un solo coltello come arma dell’aggressione, nonostante i due ritrovati dalle autorità e circa venti colpi inferti tra collo e capo. Una sola la coltellata letale, proprio sul collo, che ha lasciato morire dissanguata Giulia. Una morte che potrebbe essere avvenuta già a Fossò, ma forse anche qualche ora dopo. Sicuramente al momento dell’arrivo a Barcis, Giulia era già deceduta.

Nessuna recisione della carotide o della giugulare, ma comunque una perdita di sangue abbastanza ingente da far perdere la vita alla vittime. Un attacco a cui Giulia ha cercato di resistere, come dimostrano le ferite da taglio su braccia e mani, così come le ricostruzioni dell’aggressione che dimostrano i tentativi di fuga della ragazza, sempre impediti da Turetta. Non vi sarebbero ferite inflitte post mortem, per cui è esclusa l’aggravante di “vilipendio di cadavere“.

Un interrogatorio di 9 ore ma con troppa confusione

Turetta nel frattempo ha iniziato a collaborare con gli inquirenti a cui ha fornito varie spiegazioni delle sue azioni. “Mi è scattato qualcosa in testa e l’ho uccisa“, queste le parole usate dall’assassino di Giulia Cecchettin, che ora sembrano lasciar intendere la necessità di una perizia psichiatrica.

Tanti “non ricordo” soprattutto quando si tratta di ricostruire momenti chiave dell’aggressione o motivazioni che lo hanno portato a fuggire per più di mille chilometri: “Volevo tornare indietro e costituirmi ma poi… non ricordo“. Undici ore che hanno permesso di costruire un quadro più chiaro dell’aggressione ma che allo stesso tempo ha aperto nuovi interrogativi.

L’interrogatorio col gip

Un interrogatorio durato circa mezz’ora, in cui Filippo Turetta è scoppiato in un pianto struggente, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il 22enne ha però rilasciato dichiarazioni spontanee con le quali ha sostanzialmente confermato le ammissioni fatte alla polizia tedesca. “Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata.

Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione”, ha dichiarato Turetta al gip. Lo ha riferito il legale Giovanni Caruso dopo essere uscito dal carcere.

Quando venne arrestato dagli agenti della polizia stradale tedesca Turetta disse: “Ho ammazzato la mia fidanzata. Ho vagato questi sette giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita“.

Autopsia sul corpo di Giulia per chiarire le modalità dell’aggressione

Oggi sul corpo di Giulia Cecchettin verrà svolto l’esame autoptico per fare chiarezza su alcune parti dell’aggressione. Non è infatti ancora certo l’esatto numero di coltellate che Filippo Turetta ha inflitto alla vittima, né se vi sia stata più di un’arma utilizzata. Sarà anche necessario comprendere se, oltre alle ferite da taglio, siano presenti anche altri segni magari derivanti da un’aggressione a calci e pugni.

L’autopsia potrà così chiarire quanta violenza abbia usato Filippo Turetta durante l’aggressione di Giulia e definire anche la fascia temporale del decesso. Per ora il medico legale ha dichiarato la causa della morte per “shock emorragico, ma è possibile che l’autopsia possa dare maggiori dettagli anche su questo aspetto.

La famiglia di Giulia ha nominato Stefano D’Errico come proprio consulente per l’autopsia, mentre la famiglia Turetta non ha ancora mostrato interesse nella scelta di un esperto. Filippo Turetta oggi sarà interrogato dal pm di Venezia che cercherà di fare chiarezza sulle motivazioni della fuga e dell’omicidio.

Nuovo interrogatorio per Turetta

Domani Filippo Turetta potrebbe decidere di parlare davanti agli inquirenti, dopo essere rimasto in silenzio nell’interrogatorio di garanzia con la gip tenutosi martedì 28 novembre. Nella stessa giornata si riunirà il Gruppo di osservazione e trattamento, con gli esperti chiamati a decidere rispetto a un eventuale cambio di reparto.

I legali di Turetta e della famiglia Cecchettin si sono incontrati giovedì 30 novembre in Procura a Venezia, proprio davanti al pm Andrea Petroni, per il conferimento dell’incarico dell’autopsia al medico legale Guido Viel, nominato dal magistrato.

La decisione dei genitori di Turetta

I genitori di Filippo Turetta, Nicola ed Elisabetta hanno rinunciato a fare il colloquio con il figlio nonostante avessero ottenuto il permesso dal pm. Il legale, Giovanni Caruso è comunque andato a Verona per incontrare il suo assistito. Da quanto emerge, i due genitori si sarebbero rifiutati perché necessitano di un aiuto psicologico

L’interrogatorio di Turetta

Alle 10 parte l’interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta, il 22enne accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, da sabato rinchiuso nel carcere Montorio di Verona. Il ragazzo sceglierà se rimanere in silenzio, fare solo dichiarazioni spontanee o confessare.

Per il legale di Elena Cecchettin l’omicidio della 22enne “è aggravato dallo stalking”. L’avvocato Nicodemo Gentile afferma come Turetta ha “dimostrato di essere un ‘molestatore assillante’. “Il suo comportamento è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso’ verso la nostra Giulia”. “Si tratta di “un assedio psicologico che ha provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia“. 

La prima notte in carcere di Turetta

Prima notte in carcere a Verona per Filippo Turetta. Fra qualche giorno il ragazzo potrà essere trasferito in un settore protetto. Provato e disorientato: così è stato descritto dall’avvocato Giovanni Caruso “Sono riuscito ad avere un’interlocuzione accettabilmente comprensibile ed è in condizioni di salute accettabili”. Grande attesa per l’interrogatorio di garanzia che si svolgerà martedì 28 novembre davanti al gip di Venezia, Benedetta Vitolo e il pm Andrea Pretoni che potrebbe chiedere un aggravamento rispetto ai reati contestati. Inoltre, Turetta avrà la possibilità d’incontrare quanto prima i genitori.

Turetta non sarà in isolamento nel carcere di Verona

I militari tedeschi che hanno consegnato alle autorità italiane Filippo Turetta, con mani e piedi ammanettati, per scongiurare episodi che potessero mettere in pericolo la sicurezza dei presenti. L’assassino di Giulia Cecchettin si è mostrato silenzioso, rassegnato ma a tratti disinteressato.

Dopo l’arrivo in aeroporto a Venezia, il giovane è stato preso in custodia dai militari italiani che lo hanno accompagnato prima negli uffici della polizia aeroportuale per notificare l’ordinanza di custodia cautelare e poi nel carcere di Verona, coadiuvati dal Servizio di cooperazione internazionale italiano.

In carcere lo atteneva il suo legale, Giovanni Caruso, per parlare dell’interrogatorio di garanzia che si svolgerà probabilmente lunedì. Solo dopo il colloquio con il gip Benedetta Vitolo sarà possibile per il detenuto incontrare a colloquio i familiari. Secondo fonti dell’Agi, Turetta non sarà detenuto in isolamento per evitare l’insorgenza di atti autolesionistici.

Turetta atterrato a Venezia prima del previsto

Il Falcon 900Ex con a bordo Filippo Turetta, il 22enne accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, è atterrato a Venezia. L’aereo era partito dall’aeroporto di Francoforte regolarmente intorno alle 10:45 ed era atteso alle 12:30 ma, secondo quanto riferiscono fonti accreditate, grazie al favore del vento è arrivato prima del previsto.

Il ventiduenne, che era fuggito in auto in Germania dopo l’omicidio, sarà trasferito nel carcere Montorio di Verona in isolamento e sorvegliato a vista dopo essere stato detenuto una settimana nel penitenziario di Halle.

Il legale dei Cecchettin: “Contestare anche i motivi abietti”

Secondo Nicodemo Gentile, legale di fiducia di Elena Cecchettin, a Filippo deve essere contestata anche l’aggravante dei ‘motivi abietti’. “Pippo, cosi’ lo chiamava Giulia, come Vincenzo Paduano (assassino ed ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, uccisa a Roma nel maggio 2016) è un uomo senza empatia – scrive Gentile in una nota – che ha lucidamente eliminato la sua ex per punirla da quello che lui ha considerato un atto di insubordinazione subito, poiché, ormai, la nostra Giulia non rispondeva più alle sue aspettative. Lavoreremo, affinché’, la Procura prima e i giudici poi, riconoscano a carico del Turetta l’aggravante del “motivo abietto”. Turpeè la causale dell’omicidio e spregevole è tutta la condotta complessiva”.

Per il legale, “la laurea di Giulia ha costituito il punto di rottura, di non ritorno. Questo traguardo della ragazza avrebbe reso Filippo sempre più piccolo e comportato il definitivo distacco della giovane, pronta a svoltare pagina anche nel mondo delle sue relazioni. Le donne devono smettere di fare “le curatrici” di uomini affetti da analfabetismo emotivo, devono pensare a loro e alle prime avvisaglie di comportamenti abnormi e morbosi da parte del partner, uscire in modo definitivo da dinamiche di controllo militare, comportamenti intrusivi e molesti anche quando non si usano le mani”.

Gentile, che è anche rappresentante dell’associazione ‘Penelope’, “il sacrificio della nostra Giulia non può essere sprecato ma deve servire a creare nuove consapevolezze tra i giovani, nelle famiglie, nelle scuole e magari salvare altre donne dagli attacchi e dai ricatti dei manipolatori”.

Mistero sul carcere che accoglierà Filippo Turetta

L’atterraggio dell’assassino di Giulia Cecchettin è atteso a Venezia per le 12:30, dopo di che è previsto il suo trasferimento in carcere. Rimane però segreta la struttura penitenziaria che accoglierà Turetta per la custodia cautelare. Infatti, così come il volo militare del Servizio cooperazione internazionale di polizia (Scip), anche il giallo sul carcere è una misura di sicurezza per Turetta.

Si teme, infatti, il linciaggio da parte di civili e di carcerati, così come si teme per gesti autolesionistici da parte dell’assassino. Turetta ha già manifestato più volte la volontà di togliersi la vita, per cui sarà sorvegliato a vista durante un periodo in isolamento. Dopo l’atterraggio Turetta sarà sentito dal gip Benedetta Vitolo entro cinque giorni, ma anche sulla struttura dove si terrà l’interrogatorio cala il mistero.

Nel frattempo Gino Cecchettin, padre di Giulia, continua a cercare di fare clamore sulla morte della figlia. Ieri ha incontrato i ragazzi delle scuole superiori ed ha rivolto loro un appello: “Non fate cadere la morte di Giulia nel dimenticatoio, rendetela qualcosa da cui può nascere qualcosa di bello. Usatela per analizzare la vostra vita e comprendere come migliorarla“.

Turetta estradato e in arrivo a Venezia

Le pratiche per l’estradizione di Federico Turetta, accusato di aver sequestrato e ucciso la giovane Giulia Cecchettin, si sono concluse in tempi record permettendo il trasferimento dell’aggressore nel carcere di Venezia.

Domani alle 8 del mattino partirà da Roma un aereo militare che atterrerà a Francoforte circa due ore dopo. Sarà questo il mezzo che riporterà Turetta in Italia, con arrivo previsto a Venezia per le 12:30. Una volta atterrato il ragazzo sarà preso in custodia dai carabinieri e trasferito in carcere, dove rimarrà a disposizione del giudice.

Si continua ad indagare sull’ipotesi di premeditazione, grazie all’avvistamento della Fiat Punto nera di Turetta intorno alle 17 dell’11 novembre proprio a Fossò, dove quella notte avrebbe lasciato il cadavere di Giulia.

L’audio inedito di Giulia: “Vorrei sparire dalla sua vita ma mi sento in colpa”

Mi dice che vorrebbe una seconda possibilità e solo questo lo farebbe felice, ma io vorrei che lui sparisse“, così Giulia Cecchettin parla in un audio diretto alle sue amiche, solo 39 giorni prima del suo sequestro. La voce le trema, è arrabbiata ma anche stanca di quel ragazzo che non la lasca in pace e che continua a chiederle qualcosa che lei non ha intensione di dargli.

Non ce la faccio più a stare dietro a Filippo, non lo sopporto più ma a lui questa cosa non posso dirla perché darebbe di matto“, le prime paure di Giulia iniziano a manifestarsi ma allo stesso tempo poco dopo arrivano le giustificazioni: “Sono in una situazione in cui vorrei che sparisse, ma allo stesso tempo mi viene a dire che è super depresso, che ha smesso di mangiare, che passa le sue giornate a guardare il soffitto, che non andrà all’università e passerà le sue giornate in casa. Lui non mi dice queste cose con un ricatto, però suonano come un ricatto“.

Giulia aveva ragione, Filippo Turetta aveva iniziato la suo opera di manipolazione e “il rischio che si faccia del male” per Giulia era troppo alto, quindi ha deciso di continuare a frequentarlo, per evitare proprio che il ragazzo compiesse qualche gesto estremo.

L’audio è stato presentato durante la trasmissione Chi l’ha visto?, dove è stato reso pubblico anche un documento inedito, ovvero la prima denuncia del papà Gino Cecchettin ai carabinieri. Nonostante i timori espressi dal padre nei confronti di quel ragazzo che aveva minacciato di suicidarsi a causa della fine della relazione con sua figlia, i carabinieri hanno ipotizzato nel verbale un “allontanamento volontario” e “nessun pericolo di vita.

La confessione di Turetta

L’assassino di Giulia Cecchettin, l’ex fidanzato Filippo Turetta confessa ai poliziotti tedeschi l’omicidio della ragazza. Ho ammazzato la mia fidanzata. Ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita. Nell’auto, la Punto nera usata dal 22enne è stato trovato un coltello che ora dovrà essere analizzato per capire se è quello usato contro Giulia.

La Germania ha autorizzato l’estradizione dell’assassino di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta ha dato il suo consenso per la consegna alle autorità italiane, per cui la Germania a sua volta ha autorizzato la sua estradizione. Una decisione, comunicata dalla polizia tedesca che per ora hanno in custodia il killer, che semplifica di molto le procedure burocratiche. Infatti, senza il consenso del detenuto l’estradizione avrebbe richiesto tempi molto più lunghi.

La nota delle autorità è stata consegnata questa mattina a Emanuele Compagno, avvocato italiano dell’imputato. Ora la decisione sarà comunicata al Ministero della Giustizia italiano che dovrà poi chiedere al Ministero dell’Interno di disporre il trasferimento di Turetta.

L’avvocato d’ufficio della famiglia Turetta ha anche richiesto un esame psichiatrico per il suo cliente, in modo da escludere un possibile disturbo psichico che possa giustificare l’assassinio a sangue freddo di Giulia Cecchettin. “Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, decritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri“.

L’arresto di Filippo Turetta

ARRESTATO. Filippo Turetta l’omicida di Giulia Cecchettin è stato tratto in arresto. La sua fuga è terminata questa notte in Germania nei pressi di Lipsia, dove è stato intercettato dalla polizia tedesca a bordo della sua punto nera. Scrivono sul rapporto i poliziotti tedeschi che “poco dopo le 22 di sabato, un’auto in panne e non illuminata è stata segnalata sull’autostrada 9 nella parte meridionale della Sassonia Anhalt“. Una volta sul posto gli agenti hanno accertato che a bordo dell’auto c’era Filippo Turetta, ricercato dalle autorità italiane. In un comunicato la Polizeiinspektion di Halle spiega di essere in contatto con le autorità italiane e che il ricercato dovrà essere portato davanti ad un giudice tedesco.

Per i genitori di Giulia finalmente una notizia che, seppur non le restituisce la figlia, almeno allevia quel dolore che prende chi sa che c’è in libertà il responsabile di un massacro di una ragazza. Filippo Turetta ha tentato la fuga e al diavolo le prime ipotesi che poteva essersi suicidato: vivo e vegeto stava presumibilmente mettendo in atto un piano ampiamente programmato. Questo suggeriscono gli avvenimenti: si porta dietro un coltello, con il quale pugnalerà a morte Giulia, programma la fuga che non potrà che essere una aggravante processuale.

Si prospetta per Filippo Turetta una condanna all’ergastolo, in quanto non ci sarebbero le condizioni per poter usufruire di benefici di legge. Dovrà ora sopportare un processo per omicidio premeditato, dove il non utilizzo della carte di credito e del bancomat potrebbero finire per essere considerate ulteriori aggravanti, come lo studio delle carte geografiche e delle modalità di sopravvivenza rilevate sul suo computer. Tra qualche giorno Filippo Turetta sarà affidato alle autorità italiane.

Il padre di Giulia ha avuto modo di esternare le sue sensazioni a La Repubblica, evidenziando come “L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore“. Si era anche detto cosciente del dolore dei genitori di Turetta, ai quali esprimeva una umana vicinanza. Era cosciente di dover reagire, lo doveva agli altri due suoi figli Elena e Davide, che come Giulia avevano già perso la madre. La sorella di Giulia è anche evocata dal padre come la persona che porterà avanti una battaglia frontale a favore delle donne vittime di violenza. E concludeva queste sue prime riflessioni scrivendo che “anche io voglio fare qualcosa, è giusto così. Per Giulia e per tutte le altre che potranno trovarsi nella sua condizione“.

La ricostruzione dei fatti

Proseguono le indagini cercando di comprendere le dinamiche di quella notte. Tra le 23.18 e le 23.40 dell’11 novembre sono collocate le due aggressioni che Filippo Turetta ha inferto a Giulia Cecchettin, uccidendola. Ben 22 minuti di agonia. La ricostruzione dei fatti è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Venezia emessa ieri, e trasmessa per l’emissione del mandato d’arresto europeo nei confronti di Turetta.

Filippo aveva una nitida volontà di uccidere con un’aggressione in più fasi e una morte per shock emorragico. Giulia è morta dissanguata per i colpi inferti in più riprese con il coltello, al collo, al volto e alle braccia, e per il colpo alla testa. Dalle indagini si sono ricostruite le dinamiche di quella notte: dopo il litigio nel parcheggio di via Aldo Moro a circa 150 metri dalla casa della vittima, questa è stata aggredita con ripetuti calci mentre si trovava a terra, tanto da farle gridare ‘mi fai male‘, costretta a risalire in auto e a continuare quel viaggio fino alla zona industriale, circa 4 chilometri che si percorro in auto in sei minuti.

Alle 23.18 un testimone riferisce l’aggressione nel parcheggio sotto casa e le urla. Per le grida Filippo avrebbe usato del nastro adesivo per tapparle la bocca. Alle 23.29 la Fiat Punto attraversa la zona industriale di Fossò, due minuti dopo viene catturata da una telecamera in una delle strade dell’area. Alle 23.40 una persona fugge lungo la strada della zona industriale, in direzione viale dell’Industria, e viene inseguita da un’altra “più veloce, che la raggiunge e la scaraventa a terra”.

Alle 23.50 l’auto di Filippo transita, con il corpo di Giulia nel bagagliaio, verso ‘Varco Nord Uscita’ via Provinciale Nord. Solo dopo più di cento chilometri, in provincia di Pordenone, si disfarà del corpo dell’ex fidanzata, trovato “nascosto in un anfratto roccioso a circa una decina di metri di profondità rispetto alla strada”.

Filippo Turetta: quali sono le accuse

Omicidio volontario aggravato dal legame del vincolo affettivo e sequestro di persona. Al momento sono queste le accuse formulate dalla procura di Venezia contro Filippo Turetta per l’uccisione dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il procuratore Bruno Cerchi spiega: “Sono in corso le necessarie attività processuali per la consegna dell’indagato che devono tenere conto anche delle norme processuali della Repubblica federale tedesca e quindi delle modalità e dei tempi ivi previsti“.

L’estradizione

Intanto, il giudice del tribunale cittadino di Halle an der Saale, in Sassonia Anhalt, ha già convalidato l’arresto di Turetta, che nel corso dell’udienza, ha fatto sapere il suo avvocato, “ha acconsentito ad essere estradato in Italia“. Ora però dovrà attendere che il tribunale regionale inizi ad analizzare la richiesta di estrazione.

“Per portarlo in Italia – ha aggiunto il legale – potrebbero servire una quindicina di giorni“. I tempi, ha osservato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, “in questi casi sono rapidi. Tutto dipende dalla magistratura di Venezia, ma generalmente i tempi sono molto rapidi”. Il titolare della Farnesina Antonio Tajani ha sottolineato che con l’arresto europeo, avvenuto grazie “al coordinamento tra le nostre forze dell’ordine e quelle tedesche, il ragazzo potrà essere affidato in pochi giorni alle forze dell’ordine e alla giustizia italiana per subire un giusto processo”.

I tempi tecnici previsti dalle procedure per l’estradizione in genere sono di qualche settimana. L’Italia ha già completato la traduzione in tedesco del mandato di cattura internazionale e l’ha inviata alle autorità tedesche. Quando l’estradizione sarà pronta, un team della polizia giudiziaria italiana andrà in Germania a prenderà in consegna il 22enne per trasferirlo in Italia e metterlo a disposizione dell’autorità giudiziaria.

L’autopsia

Intanto l’autopsia sul corpo di Giulia, che potrebbe essere eseguita già nelle prossime ore, chiarirà definitivamente le cause del decesso e l’arco temporale del crimine. Poi il corpo sarà restituiti alla famiglia per l’ultimo saluto. Al momento, il medico legale che ha esaminato il corpo della ragazza ha già appurato che era morta quando è stata portata da Filippo nella scarpata vicino a Barcis.

Venezia, 11 novembre: il giorno della scomparsa

Giulia e Filippo, gli ex fidanzati di Venezia erano scomparsi sabato 11 novembre. La storia tra i due giovani 22enni, colleghi di corso a Ingegneria biomedica a Padova, sarebbe terminata proprio questa estate, ad agosto. “Continuavano a vedersi, lui non si era mai arreso alla fine del rapporto” ha dichiarato il papà di Giulia, Gino Cecchettin, preoccupato per l’incolumità di sua figlia. L’ultimo avvistamento nel centro commerciale di Marghera. Poi più nulla.

Giulia Cecchettin: Filippo l’avrebbe accoltellata

Dopo il ritrovamento del corpo, la salma è stata riconosciuta come di Giulia Cecchettin dal padre. Secondo le prime indiscrezioni, Giulia sarebbe stata accoltellata più volte nella parte alta del busto, tra cui il collo e poi spinta in un dirupo di oltre 50 metri. L’autopsia sarà la prossima settimana e determinerà le dinamiche di quella sera.

Il cadavere di Giulia nel lago di Barcis

La scoperta che più si temeva è avvenuta e il cadavere di Giulia Cecchettin, come riporta il Corriere della Sera, è stato individuato durante le operazioni di ricerca nel lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Giulia aveva addosso gli stessi vestiti del giorno in cui è scomparsa. Il ritrovamento è avvenuto nelle vicinanze del lago tra Barcis e Piancavallo intorno alle 12 del 18 novembre.

La notizia che tutti aspettavano ma a cui nessuno voleva arrendersi. L’ennesimo femminicidio che stavolta ha tolto la vita ad una giovane ragazza in procinto di laurearsi e iniziare la sua vita. Il folle gesto di Filippo non ci sorprende più ma ci lascia di nuovo con l’amaro in bocca.

La punto nera di Filippo

Novità sulla macchina del ragazzo, la Fiat Grande Punto nera di Filippo Turetta sarebbe stata trovata nel parcheggio del lago di Barcis, lo stesso dove è stato trovato il corpo di Giulia Cecchettin questa mattina, senza vita.

Ora, il padre della vittima si sta recando ha lasciato la sua casa di Vigonovo ed è salito a bordo di una macchina dei carabinieri per andare sul lago di Barcis.

Le parole del padre di Giulia

Dopo una settimana di ricerche incessanti, di appelli da parte della famiglia, il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Cecchettin è stato l’esito più atroce che poteva esserci. Il papa della 22enne pubblica una foto su WhatsApp: “Adesso sono insieme“, riferendosi alla figlia e la moglie morta lo scorso anno. Sul suo profilo Facebook, aggiunge: “Amore mio, mi manchi già tantissimo, abbraccia la mamma e dalle un bacio da parte mia“.

Gino Cecchettin afferma a La Repubblica il suo dolore: “Aveva solo 22 anni… Posso capire una malattia, un incidente… Non te ne fai una ragione. Ma devo essere forte, per gli altri ragazzi, Elena e Davide. Devono, dobbiamo ripartire. Sono andato lì, sul luogo del ritrovamento. Ma c’erano ancora i medici per i rilievi e non l’ho vista. Anche i genitori di Filippo stanno vivendo un dramma e quindi sono vicino anche a loro. Certo, io pensavo a Giulia, volevo il suo ritorno. Per me è finita qui. Voglio fare qualcosa. Per Giulia e per tutte le altre che potranno trovarsi nella sua condizione”.

Venezia: il video dell’aggressione, il campanello d’allarme

Il campanello d’allarme, il video. Era spuntato un video delle telecamere di sorveglianza di un’azienda che mostra l’aggressione del giovane ai danni della 22enne. Dal filmato si vede il litigio tra i due sabato notte a Fossò dove sono stati rinvenuti capelli e macchie di sangue. Nelle immagini, l’aggressione da parte di Filippo e per poi caricare Giulia nella sua auto.

Filippo indagato per tentato omicidio

Continuano le ricerche dei due 22enni, Giulia e Filippo. Al momento il ragazzo è indagato per tentato omicidio. La Procura ne ha spiegato i motivi: “A tutela dello stesso indagato, è avvenuta in seguito “al primo esito” delle risultanze di indagine per accertare eventuali responsabilità penalmente rilevanti“. Secondo indiscrezioni, stamane alcuni investigatori si sono recati a casa di Turetta a Torreglia, nel pavese.

Trovati brandelli di un vestito lungo l’argine del Muson

Era stato trovato un abito a brandelli in zona Santa Maria di Sala, lungo l’argine del fiume Muson. Un ritrovamento da brividi, che si sperava non fosse collegato alla sparizione di Giulia e Filippo. Per quanto riguarda le chiazze di sangue, era stato prelevato un campione di Dna dalla sorella di Giulia per poter procedere alle verifiche del caso.

La laurea

Giulia si sarebbe dovuta laureare proprio in queste ore, aveva appuntamento alle 9 per discutere la tesi” afferma il padre della ragazza, Gino Cecchettin all’Adnkronos. “Da papà considero tutte le possibilità, sia quelle positive che quelle negative, alla luce delle testimonianze che ci sono. La speranza è viva e voglio credere che anche Giulia lo sia, che sia trattenuta contro la propria volontà e che prima o poi ritorni tra noi” ha aggiunto.

La zia di Giulia: “Era un ragazzo molto possessivo”

Elisa Camerotto, la zia di Giulia, ha esternato una possibile pista da seguire: “Filippo non era contento che Giulia si laureasse perché temeva che si potesse allontanare da lui“. La zia lo racconta come un ragazzo molto possessivo, che ricattava Giulia a livello emotivo per vederla. “Lei era buona e cedeva perché sapeva che lui era tanto solo e calcava molto su questo fatto dicendo ‘se te ne vai anche tu io non ho più nessuno’. Si mostrava felice solo quando era con lei” conclude.

Lo zio di Giulia ha ricostruito le ore precedenti alla scomparsa

A ricostruire le ore precedenti, prima che i due sparissero nel nulla, è stato lo Zio di Giulia. “Filippo è passato a prenderla alle 18:00 e sono usciti di casa. Secondo i genitori erano tranquilli, nessun segno di nervosismo da parte di entrambi” ha spiegato lo Zio. Poi, secondo le parole del familiare di Giulia, sarebbero arrivati alla Nave de Vero per cenare e tornati a Vigonovo, si sono fermati in un parcheggio dietro casa, di fronte alla scuola.

Poi la lite. “Intorno alle 23:15 tra i due è scoppiata una discussione. Il vicino ha sentito le urla di mia nipote e ha visto Filippo trattenerla in macchina per non farla andare via. Poi si sono dileguati, procedendo con l’auto in direzione del cimitero. Da lì è possibile imboccare la strada verso via Vigonovese, verso Padova o verso il centro di Vigonovo” ha concluso lo Zio di Giulia.

Venezia, la prima pista

Carabinieri
Carabinieri

Gli agenti sono partiti proprio dalla pista dell’automobile e si sono recati sul posto per vedere se era rimasta qualche traccia. La macchina non c’era più, ma nessuno si era allarmato. Ancora non si sapeva nulla sulla scomparsa dei due ex fidanzati. La situazione si è fatta seria solo a partire dalla mattinata seguente, quando i genitori di Giulia ne hanno denunciato la scomparsa. Ieri, nella zona industriale di Fossò, nel veneziano, gli agenti hanno trovato qualcosa.

Proprio nel punto esatto dove era passata l’auto di Filippo, in seguito all’accesa discussione avvenuta nel parcheggio vicino al cimitero, a terra sono state rinvenute nove grandi chiazze di sangue. Il Nucleo investigativo e la Scientifica hanno fatto i rilievi ma ancora nessun esito. Saranno gli esami a rilevare se c’è una correlazione tra il sangue a terra e la scomparsa di Giulia e Filippo.

Chi sono i due ragazzi scomparsi: Giulia e Filippo

Giulia e Filippo erano fidanzati ma ad agosto la ragazza ha deciso di interrompere la relazione. Aveva passato un anno difficile per via della morte della mamma e voleva concentrarsi sul suo futuro, i suoi studi e la discussione della sua tesi di laurea in Ingegneria Biomedica a Padova, in programma proprio questo giovedì. Poi, il prossimo passo per la giovane sarebbe stato il trasferimento a Reggio Emilia, per continuare il suo percorso in una scuola di disegno. Filippo era depresso in questi ultimi giorni e non voleva che la relazione finisse. Per via dell’imminente laurea si sentiva che l’avrebbe persa per sempre.

L’appello di Zaia, il governatore del Veneto

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Luca Zaia

Preoccupato anche il governatore del Veneto Luca Zaia, che ha lanciato un appello sui social chiedendo a chiunque avvistasse i due di fare una segnalazione: “Cerchiamo in tutto il Nord-est da sabato scorso i due giovani scomparsi: Giulia Cecchettin di Vigonovo (Venezia) e Filippo Turetta di Torreglia (Padova). I due giovani, che si erano lasciati alcuni mesi fa, sono usciti insieme sabato scorso e sono stati visti l’ultima volta alla Nave de Vero di Marghera. Chi li avesse visti, chiami il 112“, ha scritto su Facebook.

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Post di Zaia su Facebook

Le ricerche continuano senza sosta ma più aumentano le ore, più cresce l’angoscia per i due giovani scomparsi.

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