Val di Non, prete sospende la celebrazione di cresime e comunioni: le ragioni dietro la decisione

Nella Val di Non un parroco da più anni non celebra cresime e comunioni. Dietro la decisione, delle motivazioni legate alla poca presenza nella vita parrocchiale. Secondo alcune analisi, il problema della poca partecipazione alle funzioni religiose è di carattere nazionale

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Si possono sospendere cresime e comunioni? Evidentemente si ed è quello che è avvenuto nella Val di Non, in Trentino-Alto Adige. Qui don Michele Vulcan, da 2 anni, ha voluto non celebrare i due sacramenti nelle 3 parrocchie di cui ha l’affidamento. A spiegare il motivo è lo stesso don Michele che, tramite una lettera, ha elencato le motivazioni. Il problema riscontrato dal parroco assume i contorni di un caso nazionale.

Le ragioni dietro la decisione

Don Michele Vulcan, parroco che guida 3 chiese della Val di Non, ha messo alla luce le motivazioni di una scelta che sembra non avere precedenti. “Cari adolescenti, così preziosi e imperscrutabili – ha esordito il parroco – desidero ricevere i vostri genitori per un confronto volto a cercare di capire le loro esigenze”. Inoltre, il prete si è detto disponibile a “comprendere come poterli incontrare per coinvolgerli della bellezza di essere gruppo, comunità, Chiesa”. Infine, ha voluto mandare un appello agli stessi ragazzi che sono i “benvenuti” a partecipare a questi incontri.

Alla base, quindi, della drastica decisione di non celebrare le cresime e le comunioni ci sarebbe la poca presenza degli adolescenti alla vita parrocchiale. Al massimo in maniera sporadica e senza costanza.

Val di Non, la protesta delle famiglie dopo la decisione del parroco

La scelta di don Michele, che ha coinvolto le chiese nella Val di Non, aveva l’intento di provocare un sentimento di ricongiunzione con la chiesa, tuttavia, sono state tante le proteste portate avanti da diverse famiglie.

Secondo quanto riferito dalla stampa locale, settimanalmente si tengono incontri di formazione per i ragazzi che assumono la conformazione di corsi di catechismo. Sulla scelta operata da don Michele, è stata informata la Diocesi di Trento. La decisione, però, ha portato alla spaccatura dell’opinione pubblica tra chi applaude alla decisione del parroco e chi vorrebbe vedere i propio figli ricevere i due sacramenti.

Il calo nella vita parrocchiale è di livello nazionale

Il problema riscontrato da don Michele Vulcan non coinvolge la sola comunità parrocchiale della Val di Non, ma si estende su tutto il territorio nazionale. Secondo una ricerca, comparsa sull’Avvenire, condotta dal sociologo Luca Diotallevi, si segnala un calo drastico della frequentazione della messa. Infatti, dal 1993 al 2019 la partecipazione alle funzioni è passata dal 37,3% al 23,7% con il 2005 annus horribilis.

Secondo, invece, un’indagine condotta dall’Istat, nel periodo comprendente il 2001 e il 2022, la pratica religiosa in Italia è passata dal 36,4% a meno del 19%. Secondo gli analisi, a pesare è stata anche la pandemia che ha colpito la chiesa e la frequentazione alle funzioni religiose.

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