Unicef, dati allarmanti: quanti bambini scomparsi nel Mediterraneo

Secondo la stima dell’Unicef, nel 2023 ben 289 bambini hanno perso la vita sulla rotta migratoria del Mediterraneo 

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UNICEF – Alla ricerca di una nuova e più sicura casa, lontana dalla guerra e dalla povertà. Questo è esattamente il sogno che anima migliaia di genitori che dal Nord africa decidono di partire alla rotta dell’Europa, portando con sé i propri figli per far sì che possano crescere, ed in alcuni casi addirittura nascere, in una realtà migliore e piena di opportunità. Un pellegrinaggio che trova oggi un triste ed amaro epilogo: secondo la stima dell’Unicef, nel 2023 ben 289 bambini hanno perso la vita o sono scomparsi proprio nel Mediterraneo. 

Un macabro dato che si rafforza se si pensa che dal 2018 circa 1.500 bambini sono morti o dispersi mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo. Un numero, questo, che corrisponde a 1 su 5 delle 8.274 persone morte o disperse lungo la rotta, secondo i dati del Progetto Migranti Scomparsi dell’Oim. Un viaggio che per chi lo intraprende assume i tratti di una vera e propria sfida alla sopravvivenza, se si pensa che il punto di partenza, nella maggior parte dei casi la Libia e la Tunisia, impone di dover compiere diversi pellegrinaggi prima di poter raggiungere l’effettiva “stazione” di partenza per la rotta migratoria. 

Unicef bambini scomparsi nel mediterraneo
secondo stima Unicef, nel 2023, 289 bambini hanno perso la vita o sono scomparsi nel Mediterraneo

L’appello di Unicef: “Bisogna fare di più”

I dati rilevati da Unicef chiedono ancora una volta maggiore attenzione: ben 289 bambini nel 2023 hanno perso la vita o sono scomparsi durante la rotta migratoria che dal Nord Africa li avrebbe condotti sulle coste del Mediterraneo, illesi e pronti a dare inizio ad un nuovo e migliore futuro.

Un futuro sul quale è necessario lavorare ancora duramente per far sì che queste stragi non restino soltanto numeri. Obiettivo questo che la direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell ha fatto suo: “Questo è un chiaro segnale che bisogna fare di più per creare percorsi sicuri e legali per l’accesso dei bambini al diritto d’asilo, rafforzando al contempo le azioni per salvare vite in mare. In definitiva, bisogna fare molto di più per affrontare le cause alla radice che portano in primo luogo i bambini a rischiare la vita”.

Unicef, numeri in continua crescita

La stima di Unicef mostra, inoltre, un decisivo aumento di ben due volte rispetto a quanto si era registrato nel 2022: 11.600 bambini, con una media di circa 428 a settimana, giunti sulle coste dell’Italia dal gennaio 2023. Un pericoloso ed inesorabile incremento che necessita ora di essere indagato e sanato alla radice, per impedire che al rischio del viaggio non si aggiunga la macabra eventualità di subire violenza, in particolare nei casi di ragazze non accompagnate.

O per i bambini, di cadere nel vortice nero dello sfruttamento, non appena raggiunta la tanto agognata meta. A testimoniarlo, nei primi tre mesi del 2023, sono proprio i 3.300 bambini, il 71% circa di tutti quelli arrivati in Europa tramite questa rotta, registrati come non accompagnati o separati dai genitori o tutori legali. Caratteristica questa che li rende ancora una volta vittime perfette per caporali e sfruttatori. 

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