Ucraina, Putin apre alla tregua ma a delle condizioni. Zelensky: “Mosca si prepara a dire no”

Nel corso della giornata, come riportato dall'assistente presidenziale Yuri Ushakov, il presidente Putin si esprimerà su questi argomenti nel corso di un punto stampa. La portavoce del ministro degli Esteri, Maria Zakharova ha sostenuto che le parole del presidente Mattarella sulle minacce nucleari della Russia nei confronti dell'Europa sono "menzogne e falsità"

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I colloqui di Gedda che hanno avuto come risultato l’accordo tra Usa e Ucraina su una tregua di 30 giorni potrebbero concludersi con un niente di fatto. La Russia ha evitato di esprimersi ufficialmente nelle ore successive alla fine delle negoziazioni, chiedendo che la controparte statunitense chiarisse loro i dettagli dell’intesa con Kiev. Motivo per cui, una delegazione Usa sarebbe in volo verso Mosca per incontrare i loro omologhi russi e discutere del possibile cessate il fuoco.

Morire o arrendersi“, sono queste le condizioni poste in essere dalla Russia, che in un primo momento non sembrava intenzionata a cedere ad una tregua momentanea, sottolineando il rischio che questa serva solamente a rafforzare gli arsenali e l’esercito ucraino, Mosca apre così ad un accordo con Kiev, ma “ci sono sfumature da considerare“. L’obiettivo finale sarebbe quello di ottenere una pace definitiva, basata ovviamente sulle richieste di Mosca. Proprio in quest’ottica, il Cremlino ha presentato alla Casa Bianca un elenco di richieste per raggiungere un accordo che ponga fine alla guerra e ripristini le relazioni con Washington, come riporta Reuters.

Secondo le prime indiscrezioni, sembrerebbe che le richieste siano allineate con quanto preteso finora dall’amministrazione russa: la mancata adesione di Kiev alla Nato, un accordo di non dispiegamento di truppe straniere in Ucraina e il riconoscimento della Crimea e di 4 regioni ucraine come russe. Su questi argomenti, il Presidente Putin si è espresso nel corso di un punto stampa, successivo al vertice privato con il suo omologo bielorusso, Aleksander Lukashenko.

Pur dicendosi favorevole in linea di principio al cessate il fuoco in Ucraina proposto dagli Usa, il leader russo ha avvertito la presenza di “sfumature” da tenere in considerazione, tra cui il Kursk. In questa regione russa, ha spiegato Putin in conferenza stampa a margine del bilaterale, le forze di Mosca avrebbero ormai circondato del tutto i soldati ucraini che la scorsa estate avevano occupato alcune porzioni dell’Oblast per usarle come merce di scambio nel negoziato.

Infatti, nella regione di Kursk, “tutto è sotto il completo controllo del fuoco della Federazione Russa“, dove per l’esercito ucraino “la fuga dall’accerchiamento sta diventando impossibile“. Risulta quindi vantaggioso per Kiev, “raggiungere un cessate il fuoco di 30 giorni, dato che tutto il suo personale militare nella regione di Kursk è bloccato“. Il leader russo ha anche ricordato come “l’Ucraina potrebbe utilizzare il cessate il fuoco per ottenere armi o forzare la mobilitazione“, motivo per cui, una tregua in Ucraina “dovrebbe essere tale da portare ad una pace a lungo termine e affrontare le cause di fondo del conflitto”.

Al momento, poi, “le forze armate russe stanno avanzando quasi ovunque“, dunque, non risulta chiara la modalità con cui verrà risolta la situazione sulla linea di contatto in caso di cessate il fuoco. Tenendo presenti le spinose dinamiche in corso in Kursk, secondo Putin, “le truppe ucraine completamente isolate hanno solo due opzioni: arrendersi o morire“. Alcune questioni, quindi, devono ancora essere affrontate per raggiungere una tregua in Ucraina e la Russia ha ancora bisogno di “consultazioni con gli Usa“, probabilmente con una telefonata tra il presidente americano e russo.

Arriva così la risposta dal Presidente dell’Ucraina, Volomydyr Zelensky che avverte sulle prossime possibili mosse russe. “Da Putin parole prevedibili manipolazioni su proposta di cessate il fuoco“, così il leader ucraino condanna le dichiarazioni ambivalenti che Putin ha rilasciato in una conferenza stampa a Mosca. 

La portavoce del ministro degli Esteri, Maria Zakharova, è poi tornata ad esprimersi sul presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiarendo che le sue affermazioni secondo cui la Russia minaccerebbe l’Europa con armi nucleari “sono menzogne e flasità“. Alcune settimane fa, la stessa portavoce aveva già accusato Mattarella di aver assunto posizioni ostili al Cremlino a causa di alcune sue dichiarazioni a Marsiglia riguardanti la somiglianza delle azioni russe nei confronti dell’Ucraina con quelle della Germania del Terzo Reich.

Ucraina, confermati i colloqui con gli inviati russi

Ulteriore chiarezza sulla tregua potrebbe derivare dagli incontri che dovrebbero tenersi oggi tra delegazioni russe e Usa, come confermato dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. “Effettivamente, i negoziatori sono in volo e sono previsti colloqui. Non saremo troppo precipitosi, vi daremo informazioni  più tardi“, ha infatti dichiarato, per poi aprire alla possibilità che nel corso della giornata possa svolgersi anche una telefonata internazionale da parte dello stesso Putin.

Il portavoce russo Dimitri Peskov sulla guerra in Ucraina
Il portavoce russo Dimitri Peskov

Per ora non è stato chiarito chi sia l’altro interlocutore, ma sembra possa trattarsi del presidente Usa, Donald Trump, che sta aspettando notizie dal suo omologo dallo scorso martedì. Una parte delle discussioni potrebbe concentrarsi anche sulla delicata questione delle sanzioni, sia quelle in atto sia quelle minacciate dagli Usa nel caso in cui la Russia non accettasse la tregua. Mosca chiede che “tutti i provvedimenti nei suoi confronti vengano revocati, in quanto illegali“. I dettagli della questione, secondo quanto dichiarato da Dmitri Peskov sarebbero in negoziazione.

Inoltre, sarà necessario trattare anche dei territori che la Russia è riuscita a conquistare in questi tre anni di guerra. Secondo il Cremlino, la Crimea e le regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk sonoregioni della Federazione Russa“, come è scritto nella Costituzione russa, e “questo è un dato di fatto“. La portavoce del ministro degli Esteri, Maria Zakharova, ha poi ribadito che l’invio di truppe europee di peacekeeping è intollerabile per la Russia.

Tutto ciò comporterebbe il coinvolgimento di questi Paesi in un conflitto diretto e violento con il nostro Paese, al quale risponderemo con tutti i mezzi disponibili“, ha spiegato la portavoce, parlando di un passo che sarebbe considerato come “altamente provocatorio“. In questo senso, Zakharova ha elogiato la volontà Usa di allontanarsi dai piani di Francia e Regno Unito, sottolineando che gli statunitensi sanno le conseguenze a livello militare che comporterebbe una situazione simile.

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