Treviso, avvocate di Bujar Fandaj: “l’accusa non regge”

"Venite, ho fatto una cosa brutta", questa la frase pronunciata da Bujar Fandaj ai carabinieri, che secondo le due avvocate non può avere valore di confessione

Redazione
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Le due avvocate di Bujar Fandaj, presunto assassino di Vanessa Ballan, hanno presentato un’istanza al Tribunale del Riesame di Venezia contro l’ordinanza di custodia cautelare del loro assistito. La motivazione della richiesta risiederebbe nell’impianto accusatorio che in parte si reggerebbe sulla frase pronunciata da Fandaj ai carabinieri: “Venite, ho fatto una cosa brutta“. Secondo le due legali tale frase non avrebbe il valore di una confessione.

La giovane di 27 anni è stata uccisa brutalmente a coltellate a Treviso. Il cadavere è stato trovato in una pozza di sangue sull’uscio della sua abitazione. All’arrivo, gli agenti hanno trovato il marito sotto shock vicino alla salma. La coppia, insieme da 11 anni, aveva una figlia di 4 anni. Inoltre, la giovane donna era incinta da pochi mesi.

Al presunto killer è stato convalidato l’arresto. Secondo la ricostruzione fatta dal marito della donna e da alcuni testimoni, Fandaj si era allontanato a piedi dal luogo in cui ha ucciso Ballan e sottoposto a fermo per omicidio aggravato. Detenuto nel carcere di Treviso, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato.

Treviso, la richiesta delle avvocate al Tribunale del Riesame

La frase pronunciata da Bujar Fandaj ai carabinieri di Treviso ha per la Procura valore di confessione, ma non è così per le due legali dell’indagato che ritengono che l’accusa non regga. Anche se il caso si basa su varie prove e non solo su tale frase, le avvocate ritengono che questa possa essere un appiglio per dimostrare che nella ricostruzione della dinamica dell’omicidio ci siano alcune falle e quindi che queste si ripercuotano anche sul peso della misura cautelare. Non è escluso che le due legali decidano di far rilasciare alcune dichiarazioni al loro assistito, ovviamente a seguito dei funerali di Vanessa Ballan.

Treviso: il 29 dicembre i funerali per Vanessa

I familiari della vittima non hanno consentito la presenza di operatori video e fotografi all’interno della chiesa. “Pur nel pieno rispetto del diritto all’informazione, comunico la volontà delle famiglie Ballan, Argentin e Scapinello, unite nel dolore e nel silenzio, di non consentire la presenza di operatori video e fotografi di testate giornalistiche all’interno del Duomo di Castelfranco Veneto durante il funerale di Vanessa Ballan“, ha fatto sapere in una nota l’avvocato Simone Guglielmin. Per la giornata del 29 dicembre in Veneto è stato proclamato il lutto regionale.

Treviso, l’autopsia per chiarire la dinamica dell’omicidio

L’esame autoptico è necessario per confermare che Vanessa Ballan sia deceduta a causa delle coltellate ricevute. Sarà però anche fondamentale per comprendere la dinamica degli eventi che ha portato al suo decesso. Marco Martani, procuratore capo della Repubblica di Treviso, ha infatti confermato che sul corpo della vittima c’erano anche segni di violenza ulteriori alle coltellate. Sono otto i fendenti, sei profondi e due superficiali che hanno provocato la morte della giovane.  Su otto, due hanno lesionato entrambi i polmoni mentre una coltellata ha trapassato da parte a parte il cuore. L’assassino avrebbe addirittura girato l’asse della mano che impugnava l’arma, per essere certo che il colpo fosse letale. Il pubblico ministero, Michele Permunian, ha disposto un test di paternità sul bambino che Vanessa portava in grembo da appena due mesi. Il sospetto è che il kosovaro possa essere il padre.

Sul volto c’erano segni di percosse violente” ha dichiarato il procuratore, che ha anche aggiunto che sulle braccia della vittima erano presenti ferite, riconducibili ad un tentativo di proteggersi e di respingere l’aggressore.

Il fermo per Bujar Fandaj è stato convalidato con disposizione della custodia cautelare in carcere, a causa del pericolo di fuga ravvisato dal giudice. Il reato imputato a Fandaj è omicidio volontario plurimo e pluriaggravato.

Treviso, la dinamica del delitto

La donna si chiamava Vanessa Ballan, aveva 27 anni e faceva la commessa all’Eurospin di Castelfranco. Viveva in una frazione del comune di Riese Pio X ed è stata ritrovata senza vita dal marito Nicola Scapinello che, al momento dell’omicidio, non era in casa. L’allarme è stato dato poco dopo le 14 di martedì da un vicino di casa, che ha avvertito il 118, giunto sul posto assieme ai carabinieri. Secondo le prime ricostruzioni la donna è stata picchiata al volto e poi colpita con almeno sette coltellate al torace. La brutale aggressione è avvenuta davanti alla porta di casa.

Treviso: chi è il killer

Sono fatto così, io ti do subito cuore, trasparenza e sincerità. Ma non pensare mai di fottermi, perché se mi cadi dal cuore non ci risali più“. Questo è uno dei messaggi che Bujar Fandaj, 41enne kosovaro sospettato dell’omicidio di Vanessa Ballan, ha postato durante la fuga. Il killer viveva in Veneto da due anni ed era il titolare di un’impresa di pittura, la 7Colors.

Fandaj aveva conosciuto la vittima all’Eurospin, dove la donna lavorava come commessa, e i due avrebbero avuto una breve storia, poi interrotta con il ritorno di lei dal marito. Nonostante i due si fossero lasciati, lui continuava a perseguitarla, andando al supermercato, e minacciandola. La situazione era talmente diventata ingestibile che Vanessa Ballan lo aveva denunciato per stalking.

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