L’ennesima storia da incubo in un’Italia che sembra quella del 1920. A Torino, una famiglia che maltratta il figlio gay adolescente: insulti e botte nella speranza di renderlo “normale”. Una vicenda che si è conclusa fortunatamente con un allontanamento e la perdita della potestà genitoriale e non con l’omertà che, il più delle volte, caratterizza questi casi. La forza di un ragazzo che ha denunciato e che non ha creduto agli insulti dei genitori, ma che ha confidato nel lavoro delle forze dell’ordine e degli assistenti sociali.
Torino, le minacce del padre al figlio gay: “Ti butto giù dal balcone”
Gli abusi sono iniziati nel 2020, quando il padre del ragazzo di 14 anni ha deciso di leggere senza permesso il diario di suo figlio. La prima di innumerevoli violazioni della privacy che il giovane sarà costretto a subire da quel momento in poi. La scoperta delle preferenze sessuali così come della passione per la moda nutrita dal figlio, hanno provocato la furia del padre che, con uno schiaffo, ha dato inizio alle punizioni per quel figlio troppo poco virile.
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In preda alla rabbia, sostiene la procura, l’uomo avrebbe anche minacciato il figlio di cacciarlo di casa o, peggio, di buttarlo giù dal balcone. Poi, la confisca di tutti i videogiochi e la consegna di tutte le password dei social dell’adolescente, con cui il genitore avrebbe potuto controllare le attività di suo figlio, e in alcuni casi pubblicare al posto suo.
Anni di incubo che hanno fatto sprofondare il giovane in un vortice di disperazione. Infine, il colloquio con uno psicologo che avrebbe potuto trovare la terapia giusta per curarlo. L’esperto però si è rifiutato di seguire il caso ed ha tentato di spiegare al padre che l’omosessualità non è una malattia. Nemmeno questo ha convinto l’uomo, che ha preferito indurire ancora di più i suoi metodi: corse in piena notte, umiliazioni e molestie.
Torino, la denuncia dopo l’ultimatum
Il quattordicenne è stato costretto a leggere a voce alta i segreti che aveva confessato al suo diario e alcune volte gli è stato ordinato di togliere i pantaloni e mostrare i genitali per dimostrare di essere ancora uomo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata però l’ultima assurda costrizione a gennaio 2021: “hai un mese per dimostrarmi di essere andato a letto con una ragazza”. Il giovane non è riuscito più a sopportare i soprusi ed ha confidato tutto allo psicologo del suo istituto scolastico, il quale ha poi immediatamente avvertito le forze dell’ordine. Le accuse riguardano entrambi i genitori dell’adolescente: il padre accusato di abusi su minore e la madre di non essere intervenuta per fermarli. Il ragazzo è stato allontanato e affidato ad un nuovo nucleo famigliare, dove oggi sembrerebbe aver ritrovato la sua tranquillità.
Per quanto riguarda i genitori del giovane, il Pubblico Ministero ha disposto il rinvio a giudizio a gennaio. L’udienza preliminare è fissata per il 22 gennaio 2024 e in questa sede il giudice deciderà se mandarli o no a processo.
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