Terrorismo, arrestato 38enne legato a gruppo criminale turco: coinvolto in attentati in Europa

Il gruppo di cui il sospetto avrebbe fatto parte sarebbe legato all'omicidio di un cittadino turco avvenuto lo scorso 10 marzo a Berlino. Si indaga anche sulla possibile correlazione tra i membri e l'attentato ad una fabbrica di alluminio in Turchia

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Avrebbe fatto parte di un gruppo di cittadini turchi intenti a organizzare e portare a termine atti di terrorismo in tutta Europa, l’uomo di 38 anni che oggi è stato arrestato dalla Polizia di Stato di Milano, su delega della Procura. L’accusa nei suoi confronti è di associazione a delinquere aggravata dalla transnazionalità e finalizzata alla commissione, detenzione e porto abusivo di armi, traffico internazionale di armi, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, omicidi, stragi e altro.

Un caso complesso, sgominato dalle indagini portate avanti dagli investigatori della Sisco di Milano, dalla Squadra Mobile di Como e dal Servizio Centrale Operativo di Roma, che si sono concentrate sulle presunte azioni di un’associazione transnazionale composta prevalentemente da cittadini turchi. Secondo quanto si apprende, l’indagato sarebbe giunto in Italia verso la metà di maggio nel 2024, insieme ad altri connazionali, allo scopo di proteggere il boss del loro gruppo da eventuali attentati di gruppi rivali e per occuparsi delle sue necessità economiche, organizzative e logistiche.

Il gruppo di cui il sospetto avrebbe fatto parte, inoltre, sarebbe legato all’omicidio di un cittadino turco avvenuto lo scorso 10 marzo a Berlino. Si indaga anche sulla possibile correlazione tra i membri e l’attentato ad una fabbrica di alluminio in Turchia, sventato lo scorso marzo grazie allo scambio informativo tra la Polizia di Stato tramite l’Interpol e la polizia turca del Kom.

Terrorismo, l’uomo arrestato è un parente di un presunto boss

L’arresto odierno avrebbe avuto una certa risonanza anche per il legame di parentela esistente tra l’indagato e Baris Bayoun, ritenuto il boss della mafia turca e uno degli uomini più ricercati da Ankara. Quest’ultimo è stato arrestato in Italia lo scorso maggio, grazie ad una operazione coordinata dalla Procura di Milano e con la collaborazione di Germania, Olanda, Svizzera, Serbia e Turchia.

Secondo le indagini, Bayoun sarebbe stata la mente dietro agli attentati terroristici, sia sventati che messi in atto. Nello specifico, l’attacco alla fabbrica di alluminio avrebbe avuto lo scopo di colpire la famiglia dei Sarallar, ovvero un gruppo criminale avversario, oltre ad “interferire con lo status quo esistente in Turchia“. Sembrerebbe, quindi, che il gruppo criminale abbia un “programma politico“, che coinvolge sia lo Stato sia il tentativo di “destabilizzazione” delle istituzioni, passando attraverso all’imposizione del “terrore nella popolazione“.

Grazie alle indagini portate avanti in questi mesi, è stato possibile scoprire che Bayoun, nel periodo della carcerazione, avrebbe continuato ad impartire compiti ai suoi uomini, tramite “pizzini” consegnati durante le visite in carcere.

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