Terra dei fuochi, la Cedu condanna l’Italia. Patriciello: “Tante calunnie subite, ma siamo andati avanti”

Secondo la Corte europea dei diritti dell'uomo, lo Stato italiano non avrebbe tutelato i suoi cittadini, pur essendo consapevole della situazione presente nelle aree tra Napoli e Caserta. Il processo fa riferimento ai 41 ricorsi presentati da associazioni e privati cittadini

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Una svolta attesa da anni è finalmente giunta nel caso della cosiddetta “Terra dei fuochi“, ovvero la vasta area compresa tra le provincie di Napoli e Caserta interessata dal fenomeno delle discariche abusive e dell’abbandono incontrollato di rifiuti urbani e special, in cui si sono verificati numerosi roghi tossici. Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, con sede a Strasburgo, l’Italia sarebbe colpevole di non aver tutelato adeguatamente i suoi cittadini, pur essendo consapevole della situazione esistente in queste zone.

La Corte ha quindi stabilito che il nostro Paese dei introdurre, con una certa urgenza, misure generali che siano in grado di gestire ed affrontare in maniera adeguata il fenomeno dell’inquinamento. La Cedu ha infatti riconosciuto un rischio “imminente, sufficientemente grave, reale e accertabile“, che necessita quindi di un tempestivo intervento delle autorità, al dine di tutelare i residente di aree in cui i “progressi nel l‘impatto dell’inquinamento sono stati lenti, quando invece occorreva celerità“.

Terra dei fuochi
Terra dei fuochi

Tra i primi a commentare la sentenza della Corte di Strasburgo c’è Don Maurizio Patriciello, parroco della Chiesa del Parco Verde di Caivano, da sempre in prima fila nella battaglia per il contrasto dell’inquinamento da roghi tossici. “Quante calunnie abbiamo dovuto subire; quante minacce; quante derisioni; quante offese; quante illazioni“, ha scritto sui social l’ecclesiastico, ricordando come, nonostante le difficoltà incontrate, la popolazione della “Terra dei fuochi“, abbia sempre continuato per la sua strada, cercando di ottenere verità e giustizia.

Il caso della Terra dei fuochi

Secondo quanto riporta l’Arpa Campania, il problema principale della cosiddetta “Terra dei fuochi” sono proprio i roghi tossici, che hanno da sempre destato una certa preoccupazione tra le comunità locali, a causa dei fumi sprigionati da questi ultimi, che possono riversarsi anche sui terreni agricoli. Sono più di due milioni i residenti che vivono in queste aree e che rischiano dunque di pagare il prezzo della tossicità di questi roghi.

Al fine di risolvere la situazione, le amministrazioni comunali interessate hanno aderito al cosiddetto “Patto della Terra dei fuochi“, in cui i cittadini hanno sottoscritto un documento con cui si sono impegnati ad adottare misure di contrasto a questi fenomeni. Inoltre, con lo stesso documento i sindaci hanno deciso di attivarsi per la rimozione dei rifiuti, sulla base delle linee guida fornite da Arpac.

Terra dei fuochi, la sentenza della Cedu

Secondo quanto dichiarato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, lo Stato italiano non sarebbe stato in grado di dimostrare di aver adottato tutte le azioni penali necessarie a combattere lo smaltimento illegale di rifiuti nell’area della Terra dei Fuochi. La Cedu, inoltre, contesterebbe la mancata strategia di comunicazione “completa e accessibile“, necessaria ad informare il pubblico “sui rischi potenziali o reali per la salute e sulle azioni intraprese per gestire tali rischi“.

Nello specifico, la sentenza emanata oggi dalla Corte riguarda i 41 ricorsi presentati da individui e 5 associazioni. In parte, la Cedu ha accettato alcune delle obiezioni del governo ed ha rigettato numerosi ricorsi. Infatti, secondo i giudici europei, le associazioni “non sono direttamente interessate” dalle violazioni che comportano un pericolo per la salute dovuto all’esposizione a sostanze inquietanti. Quindi, mancherebbe la legittimazione ad agire per conto dei loro membri. Invece, le richieste di diversi singoli sono state rigettate perché non sarebbero state presentate prove sufficienti che i loro parenti vivessero in aree interessate dal fenomeno dell’inquinamento.

Terra dei fuochi, le reazioni della politica

La sentenza della Cedu ha ovviamente attirato l’attenzione della politica italiana. Sul caso è intervenuto il parlamentare di FdI Gerolamo Cangiano, vicepresidente della Commissione Ecomafie, che ha sottolineato come quanto avvenuto oggi sia “un ulteriore richiamo alla necessità di un’azione incisiva e immediata per affrontare un’emergenza che i cittadini campani vivono da decenni sulla propria pelle“. Il vicepresidente ha poi evidenziato come la lotta ai reati ambientali e alla salvaguardia della salute pubblica sia per il governo Meloni una “priorità assoluta“.

Molto più dure le parole del deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino, che ha chiesto che “il governo si attivi con tutte le istituzioni e gli enti competenti per porre in essere misure a sostegno delle popolazioni locali“. Allo stesso modo, poi, secondo il responsabile dem è necessario che lo Stato italiano pianifichi adeguate risorse con la consapevolezza “di proiettarle nel medio e nel lungo periodo“.

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