Tensioni al G7 di Napoli, scontro con la polizia: manifestanti imbattano sede FdI

La manifestazione di Napoli ha messo in luce non solo il sostegno per la causa palestinese, ma anche una crescente frustrazione nei confronti delle politiche di sicurezza del governo

Redazione
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La manifestazione di Napoli contro il G7 e a favore della Palestina si è svolta nonostante non fosse stata autorizzata dalle autorità locali. I manifestanti, guidati dal centro sociale “Mezzocannone“, hanno preso d’assalto il centro cittadino con l’intento di raggiungere “a tutti i costi” piazza del Plebiscito. Da giorni, questi gruppi hanno lanciato sfide al governo e alle istituzioni, evidenziando la loro determinazione.

Un primo tentativo di sfondare le barricate di polizia si è verificato in via Toledo, una delle zone più centrali di Napoli. Qui, un gruppo di circa alcune centinaia di manifestanti ha tentato di oltrepassare gli sbarramenti utilizzando pannelli in legno come arieti contro le forze dell’ordine, facendo pressione per costringere la polizia a arretrare. Tuttavia, gli agenti, anche grazie all’impiego di fumogeni, sono riusciti a contenere la situazione e a respingere il primo assalto.

Napoli: l’assalto

Dopo questo tentativo, il corteo ha cambiato rotta, lanciando slogan come “polizia fascista” e “riprendiamoci questa c**** di piazza”, unendosi a cori contro Israele e le forze di polizia. I manifestanti sono riusciti a muoversi verso piazza del Gesù, dove è stata indetta un’assemblea. Qui, le voci della protesta si sono levate con slogan quali “Palestina libera, Palestina rossa”. Durante la manifestazione, si sono potute vedere bandiere di Potere al Popolo, del Cau (Collettivo autonomo universitario) e del centro sociale Ex Opg Je so pazzo, insieme a quelle palestinesi.

Un episodio significativo si è verificato quando un gruppo di manifestanti ha raggiunto la sede locale di Fratelli d’Italia, imbrattando l’asfalto con vernice bianca e scritte contro il decreto di sicurezza, inclusa la frase: “A pieno regime, no Ddl 1600”. Questa contestazione ha unito le piazze di Napoli, Roma, Bologna e altre città, con diversi gruppi antagonisti preoccupati per le nuove normative che potrebbero avere conseguenze serie sulle manifestazioni.

Le nuove disposizioni di legge contro le manifestazioni violente, in particolare, sono temute da questi gruppi, che vedono in esse una potenziale limitazione delle libertà di espressione e di protesta. La preoccupazione è che tali leggi possano portare a un giro di vite significativo, aumentando le conseguenze legali per coloro che partecipano a manifestazioni pubbliche.

La tensione tra i manifestanti e le forze dell’ordine, insieme alla mobilitazione di diversi gruppi politici e sociali, evidenzia una situazione complessa e di forte conflitto all’interno del panorama politico italiano. La protesta si configura quindi come un microcosmo delle sfide più ampie che il paese deve affrontare, sia in termini di diritti civili che di giustizia sociale.

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