Suicidi nelle carceri, l’allarme dell’Uilpa: “È il 17esimo da inizio anno”

L'uomo è stato ritrovato impiccato nel bagno della sua cella, a Latina; l'Uilpa lancia un appello alle istituzioni: "Bisogna migliorare le condizioni psico-fisiche dei detenuti delle carceri italiane"

Redazione
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È stato rinvenuto nel carcere di Latina il corpo senza vita di un detenuto di origine indiana. L’uomo aveva 36 anni ed era in attesa della sentenza di primo grado per delle accuse di un reato a sfondo sessuale che lo avevano coinvolto e condotto alla sbarra. Il cadavere è stato trovato impiccato, nel bagno di una cella della Casa Circondariale di Latina. Dall’inizio dell’anno è il 17esimo caso di suicidio: l’Uilpa lancia l’allarme, e si rivolge alle istituzioni.

Suicidi nelle carceri, l’Uilpa: “La strage continua”

Un’appello all’indifferenza, quello lanciato dall’Uilpa Polizia Penitenziaria, che avanza una richiesta esplicita e specifica per arginare il problema che affligge le carceri italiane: un decreto che aumenti le assunzioni che favorisca un deflazionamento della densità detentiva e che introduca percorsi sanitari per i malati di mente e di supporto per i tossicodipendenti.

Carceri
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È evidente a tutti che continuando così si arriverà a un numero di morti di carcere impensabile per qualsiasi paese civile, e ciò è davvero inaccettabile” afferma Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa. “La strage evidentemente continua, mentre dalla politica maggioritaria e dal Governo non si intravedono soluzioni. Neppure il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, audito mercoledì scorso dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha potuto indicare soluzioni concrete e immediate dopo aver ammesso le oggettive difficoltà del sistema” ha continuato.

Nessun tentativo delle autorità penitenziarie del carcere sono state sufficienti a rianimare il corpo del giovane uomo, ormai senza vita. Invisibile è la sofferenza dei carcerati che scompaiono agli occhi della società.

Suicidi nelle carceri: l’appello alle istituzioni

La Consulta ha da poco preso in mano la situazione in merito alla questione dell’affettività nelle carceri, e a quella del sovraffollamento. Ma nessuna deliberazione in merito alle condizioni psico-fisiche dei detenuti. Per questo l’appello dei sindacati è alle istituzioni, e non solo quelle del Lazio perché questi numeri, sin da inizio anno, preannunciano una tendenza in crescita: è emergenza.

In realtà il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel suo intervento alla Camera del primo febbraio 2024 aveva dichiarato: “Tra le misure per ridurre i suicidi in carcere, sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Ordine degli psicologi per definire un più strutturato coinvolgimento degli esperti nel trattamento e nell’osservazione dei detenuti a rischio; rafforzato il budget per i loro compensi“.

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