Strage famigliare a Nuoro, morti bimbo di 10 anni e il vicino: si cerca il movente

Al momento gli inquirenti sono impegnati a comprendere le motivazioni che avrebbero spinto l'uomo a compiere la strage famigliare; le vittime sembravano vivere una vita felice senza apparenti problemi

Redazione
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Francesco Gleboni, 10 anni, si è spento nella notte a causa delle gravi conseguenze causate dal proiettile che lo ha colpito alla testa, sparato dal suo stesso papà. A poche ore di distanza è stata dichiarata la morte cerebrale di Paolo Sanna, 69 anni, anch’egli colpito alla testa da un proiettile sparato da Roberto Gleboni, che nella prima mattina di ieri ha compiuto una strage famigliare a Nuoro, per poi togliersi la vita. Il bilancio delle vittime sale così a cinque, mentre i due feriti rimangono per il momento stabili.

Gli inquirenti lavorano al caso instancabilmente, nella speranza di comprendere il prima possibile quali possano essere i motivi che abbiano spinto l’uomo, un operario forestale incensurato, ad imbracciare la sua pistola per uccidere la sua intera famiglia. I colpi alla testa, esplosi verso sua moglie, i suoi tre figli, sua madre e un vicino di casa, lascerebbero infatti intendere, secondo gli inquirenti, l’intenzionalità di uccidere. Gleboni, subito dopo aver sparato al volto a sua madre, al momento in condizioni stabili, ha deciso di rivolgere l’arma contro se stesso e togliersi la vita.

Oltre alla madre dell’uomo, è ancora in vita il figlio 14enne, ferito solo di striscio dalla violenza del padre. Potrebbe essere proprio la sua testimonianza a chiarire i motivi del folle gesto di suo padre. I vicini di casa, infatti, hanno descritto le vittime come una famiglia modello, molto unita e soprattutto apparentemente felice.

Nuoro, i dubbi sul movente

Gli inquirenti, oltre ad ascoltare le testimonianze dei due famigliari sopravvissuti, sono impegnati negli interrogatori di altri conoscenti e membri della famiglia che possano far luce sulla terribile tragedia. Per il momento non sembrerebbero esserci moventi credibili, viste anche le dichiarazioni dei vicini di casa e il ritrovamento della tesi di laurea della figlia maggiore, dedicata proprio al papà, con la scritta: “Sei l’amore della mia vita“.

Una famiglia spezzata apparentemente senza un motivo da un uomo che fino al momento della strage non aveva dato alcun segno di instabilità. I conoscenti lo descrivono come un uomo tranquillo e disponibile, devoto alla famiglia e con una grande passione per le armi da caccia. Gli inquirenti ora sono in attesa dell’autopsia dei corpi delle vittime, che potrebbero in qualche modo rivelare nuovi dettagli sulla vicenda.

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