Sono 6 milioni gli italiani in fuga dal Paese, Zuppi: “Significa che qui i giovani non trovano ciò che cercano”

Dal 2006 è aumentata l’emigrazione degli italiani all’estero, soprattutto tra gli under 34. Per Mattarella “deve essere una scelta, se si è costretti si tratta di una patologia a cui dover porre rimedi”

Redazione
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I residenti in Italia diminuiscono, mentre quelli che volano all’estero aumentano. È quanto emerge dalla XVIII edizione del Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, secondo cui la presenza di italiani all’estero sarebbe aumentata del 99,3% dal 2006, quella dei minori del 78,3% e degli over 65 del 109,8%.

Secondo i dati infatti, al 1 gennaio 2023 gli iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero erano circa 5 933 418 ovvero il 10% dei residenti in Italia. Poco meno della metà (46,5%) dei quasi 6 milioni di italiani residenti all’estero proviene dal Sud Italia, il 37,8% del Nord, mentre e il 15,8% del Centro, è quanto emerge nel Rapporto.

Negli ultimi 20 anni, quindi, e poi ancora di più nell’ultimo decennio, abbiamo assistito non solo a un revival del fenomenosi legge – ma a un drastico cambiamento dello stesso. Rispetto alle caratteristiche tradizionali – origine meridionale, protagonismo dell’oltreoceano, emigrazione familiare – la mobilità degli italiani più recente, caratterizzata da partenze dalle regioni del Centro-Nord dopo, nella maggior parte dei casi, un periodo più o meno lungo di mobilità interna Sud-Nord, sta riscrivendo la storia dell’Italia legata ai flussi migratori dei suoi residenti”.

Tra i dati riportati emerge anche una novità per quel che riguarda le motivazioni per cui il tasso di italiani oltre i confini nazionali stia aumentando così rapidamente. Se infatti sino ad alcuni anni fa la motivazione primaria era l’espatrio, dall’anno scorso sono aumentati coloro che nascono all’estero da cittadini italiani.

Gli italiani all’estero sono sempre più giovani

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La comunità di italiani all’estero non solo aumenta progressivamente di anno in anno, ma diventa anche sempre più giovane. Si stima che il 21,7%, più di 1 milione e 200 mila, degli italiani che vivono all’estero abbiano tra i 18 e i 34 anni.

Questi dati sarebbero motivati da “un’Italia sempre più resiliente”, in cui i giovani soffrono sempre di più. In particolare per quanto riguarda il lavoro e l’istruzione.

Risulta infatti che circa 1 milione e 700 mila dei giovani residenti in Italia non lavorerebbe né studierebbe e nono sono nemmeno inseriti in un qualsiasi percorso di formazione. E chi lavora, rispetto al resto d’Europa, guadagna circa 3 700 euro in meno dei colleghi all’estero.  

Chi se ne va e chi ritorna

Se in molti decidono di lasciare il Paese per cercare maggiori opportunità all’estero, c’è anche chi, al contrario, dopo essere stato per un periodo all’estero decide di ritornare in Italia.

Secondo il Rapporto italiani nel mondo 2023, “Durante il decennio 2012-2021, il numero dei rimpatri dall’estero dei cittadini italiani è più che raddoppiato passando dai 29 mila nel 2012 ai circa 75 mila nel 2021. Una tendenza che, dopo una sostanziale stabilità nei primi quattro anni del decennio, appare in continuo aumento”. Nel 2021 la maggior parte di coloro che sono rientrato in patria lo ha fatto con un titolo di studio preso all’estero.

“Partire deve essere una libera scelta, non un obbligo”

Mentre il Cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, si mostra preoccupato per i dati in aumento in quanto “vuol dire che non trovano (i giovani) qui quello che cercano e lo trovano altrove”, il presidente Sergio Mattarella sostiene che lavorare all’estero per i giovani non può essere che una grande opportunità di crescita umana e professionale. “Deve – però – essere una libera scelta e non un obbligo di fatto”.

Se, dopo un percorso formativo in Italia, si è costretti a lasciare il territorio nazionale per mancanza di occupazione o di soddisfacenti prospettive e, soprattutto, una volta acquisite preziose conoscenze ed esperienze non si riesce più a tornare, si è ad una patologia alla quale bisogna porre rimedio” – aggiunge durante il suo discorso alla presentazione della nuova edizione del Rapporto italiani all’estero.

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

Quando non si riesce a riportare nel nostro Paese professionalità, esperienze e risorse umane è l’intera comunità che viene impoverita. Individuare percorsi concreti per garantire, a chi lo desidera, il ritorno in Italia in condizioni di lavoro soddisfacenti è una sfida fondamentale – conclude Mattarella – che le istituzioni e la politica devono saper raccogliere”.

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