Il processo svoltosi nei riguardi dell’inquietante Setta delle Bestie ha visto oggi pronunciata la sentenza in Corte d’assise a Novara, con l’assoluzione di 25 persone ed una sola condanna di 6 anni per violenza sessuale.
Una psicosetta con base operativa a Cerano, nel Novarese, che era stata scoperta al termine di una complessa indagine iniziata nel 2020 dalla Polizia di Stato con l’operazione “Dioniso“. L’inchiesta aveva portato ad indagare 26 persone, tra cui l’erborista milanese, Gian Maria Guidi, al vertice dell’organizzazione, deceduto a 79 anni prima del rinvio a giudizio e accusato di aver soggiogato per oltre trent’anni giovani donne, anche minorenni. Insieme al cosiddetto “Dottore”, agivano nella setta anche l’ex convivente Barbara Magnani e le psicologhe Andrea Bella e Manuela Tagliaferri.
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Le indagini sulla Setta delle Bestie
Le indagini erano iniziate in seguito alla denuncia di Giulia, 36enne che oggi vive nel Braidese, minorenne all’epoca dei fatti, che, dopo una lunga terapia psicologica sostenuta grazie all’associazione saviglianese “Mai+Sole”, aveva trovato il coraggio di raccontare il suo calvario fatto di violenze, abusi e torture, sempre negati dagli imputati. Entrata nella setta all’età di soli sette anni, spinta da un famigliare, la vittima aveva chiesto i danni, esprimendo la volontà di aiutare le persone a rischio.
Tra frustate, bruciature con cera bollente, arti legati, tatuaggi praticati a freddo, riti e lavori imposti, la Setta delle Bestie operava in una villa nei boschi nell’Ovest Ticino novarese, nascondendo una realtà fatta di incontri sessuali promiscui aperti alla partecipazione di molti, presunti abusi e torture che si svolgevano in numerosi altri appartamenti sparsi fra Milano, Vigevano, in provincia di Pavia e Rapallo.
A luglio 2024, il pm Silvia Baglivo aveva chiesto quasi 230 anni di carcere complessivi per i 26 indagati con il reato di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e alle violenze, con pene dai 7 ai 18 anni di reclusione a seconda del ruolo avuto da ciascuno.
Alla lettura della sentenza svoltasi nella giornata odierna, due delle tre ragazze che avevano raccontato le vicende avvenute nella villetta, sono scoppiate in lacrime. La violenza sessuale risale alla primavera 2012 e il processo, a porte chiuse, era partito nel febbraio 2023. Inoltre, alcuni dei reati sono andati in prescrizione, mentre per altri il fatto non sussiste, ma la Procura ha già annunciato il ricorso in appello.
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