Il senso di colpa per le abbuffate festive non è sano (ed è anche inutile)

Giudizi, commenti e occhiate giudicanti possono rovinare le festività anche alle persone meno fragili. Le abbuffate non cambiano il valore di una persona e le punizioni post-festività risultano solo dannose e poco utili

Redazione
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Il periodo delle festività, che siano natalizie o pasquali porta sempre con sé un aumento del numero di persone che improvvisamente iniziano a sentirsi inadeguate. Non è trascurabile, infatti, il numero di iscritti nelle palestre che si alza vorticosamente nella prima settimana di gennaio e il numero di runner improvvisati che risorgono durante la primavera. Il senso di colpa che nasce dalle abbuffate e dal conseguente aumento di peso sta diventando una patologia a livello quasi globale.

Improvvisamente sembra quasi sparire tutto ciò che non rientri nella sfera dell’apparenza, dell’aspetto fisico e delle abitudini quotidiane, che spesso diventano argomenti di giudizio e di senso di colpa. Se a Natale le abbuffate si quadruplicano rispetto al resto dell’anno, a Pasqua entriamo in contatto con quantità di dolci e cioccolato imparagonabile rispetto al resto dell’anno. Cosa fare? Consumarlo tutto nel minor tempo possibile nella speranza di dimenticare che l’abbuffata sia accaduta? Centellinarlo giorno per giorno, concedendosi un pezzo di tanto bramato cioccolato solo quando si pensa di meritarlo? O buttarlo per evitare di cadere in tentazione?

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Il senso di colpa dopo le feste è inutile

Ogni risposta potrebbe essere giusta o sbagliato, quello che conta è ascoltare il proprio corpo, i propri bisogni e dimenticare tutto ciò che può influenzarci dall’esterno. Non sarà un pranzo di Pasqua più abbondante a rovinare le proprie abitudini alimentari e non sarà un’abbuffata di cioccolato a renderci persone peggiori.

Sì alle giuste concessioni senza senso di colpa durante le festività

Una tavola piena di parenti e amici può diventare un incubo per chi non è abituato a consumare i suoi pasti in compagnia. Commenti poco piacevoli, occhiate giudicanti o magari semplicemente il timore che gli altri possano giudicarti per come o quanto mangi, sia che sia troppo o troppo poco. Le festività pasquali si avvicinano alla conclusione ed ora chi più, chi meno, dovrà fare i conti con ciò che è accaduto in questi due giorni.

Ci sarà chi penserà di aver esagerato e chi invece si pentirà di non aver preso una seconda fetta di quella squisita pastiera che tutti stavano apprezzando. In pochi si sentiranno soddisfatti e questo dimostra come i problemi alimentari possano nascondersi ovunque, anche nei soggetti meno fragili. L’obiettivo di queste feste sarà ricordare che il ciclo del metabolismo umano non funziona su un semplice orologio di 24 ore. Evitare di fare colazione il giorno dopo una grande abbuffata non servirà a nulla, così come cercare di non esagerare durante il pranzo di Pasqua non ci salverà dalla possibilità di ingrassare.

Il senso di colpa legato al cibo non è sano ed è anche inutile. Non è mai troppo tardi per iniziare un salutare percorso di alimentazione, così come non è mai sbagliato concedersi qualche strappo alla regola. Sedersi a tavola e mangiare non è un peccato e prendere peso dopo le feste non merita un periodo punitivo fatto di privazioni.

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