Sede Apostolica vacante: Farrell Camerlengo, il decano è il cardinal Re e il ruolo di Parolin

Il cardinale Camerlengo, assumendo le funzioni del governo ordinario della Chiesa, convoca i Cardinali elettori, e trascorsi dai quindici ai venti giorni, dal 2013 anche prima se tutti i cardinali elettori sono giunti in Vaticano e se votano a maggioranza, gli stessi si riuniscono in Conclave per l'elezione del nuovo Papa

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Apostolica sedes vacans“, questa la comunicazione ufficiale apparsa sul sito del Vaticano dopo la morte di Papa Francesco. Il momento della Sede Apostolica Vacante indica non solo un periodo di tempo in cui la Chiesa cattolica romana resta senza Papa, ma anche una serie di avvenimenti, di riti e di atti che hanno luogo in tale periodo. La Sede diventa vacante con la morte del Pontefice e cessa di esserlo con l’elezione del nuovo Papa.

Sono il Camerlengo di Santa Romana Chiesa, il cardinale statunitense Kevin Farrell, e il decano del collegio cardinalizio, il bresciano Giovanni Battista Re, che assumono temporaneamente il comando della “barca di Pietro“. Quando a Roma si aprirà il Conclave, poi, sarà il collegio elettorale a prendere eventuali decisioni cruciali in attesa che torni la normalità con l’elezione del nuovo vescovo di Roma.

Il decesso del Santo Padre è strettamente legata ai riti delle Esequie mentre la elezione del nuovo Papa ai riti del Conclave, tra le Esequie e il Conclave, si tengono per tradizione le Congregazioni generali e particolari dei Cardinali.

Nel periodo della Sede vacante acquistano rilievo oltre al Collegio dei Cardinali, alcune figure particolari come il Cardinale Camerlengo di Sacra Romana Chiesa, il Cardinale Decano, il Segretario del Collegio di Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie.

I ruoli di queste persone come anche gli atti da compiere durante tale periodo sono regolati dalla tradizione codificata secondo le disposizioni emanante dal Romano Pontefice, che potrebbe aver prescritto delle norme da osservare durante la Sede vacante.

Cosa accade in Vaticano con Sede Vacante

Dopo il decesso del Papa, il governo della Chiesa è dunque affidato al Collegio dei Cardinali, i quali in maniera del tutto consultiva suppliscono all’autorità papale. Si tratta degli affari pubblici della Chiesa, ad esempio preparare i funerali del pontefice e stabilire la data di inizio Conclave, ma nulla di ciò che spetta esclusivamente al pontefice può essere discusso né tanto meno deciso.

Ad assumere un ruolo effettivo sono due figure che, quando il Papa è in carica, svolgono una funzione secondaria, sostanzialmente cerimoniale se non teorica. Si tratta del Camerlengo di Santa Romana Chiesa e il Decano del collegio cardinalizio.

Il Cardinale Camerlengo assume di fatto le funzioni del governo ordinario della Chiesa, in questo pontificato, il cardinale statunitense, Kevin Farrell. Secondo le procedure previste, il Camerlengo deve accertare la morte del Pontefice alla presenza del Decano del Collegio cardinalizio, del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, dei familiari del Papa defunto e del direttore della Direzione di Sanità e Igiene. Una volta accertato il decesso, di norma verrebbero apposti i sigilli alla camera e allo studio del Pontefice, cosa che non accadrà in quanto Papa Francesco risiedeva presso Casa Santa Marta. Il Camerlengo annuncia così il decesso al Cardinale Vicario di Roma, per poi comunicarlo anche al popolo romano.

Il Decano del Collegio dei Cardinali, Giovanni Battista Re, ha ricoperto gli incarichi-chiave sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, nel ruolo di Sostituto agli affari generali della Segreteria di Stato e prefetto della congregazione dei Vescovi. Il Decano, coadiuvato dal segretario del collegio e sostituito, eventualmente, dal sottodecano, l’italo-argentino Leonardo Sandri, ha il compito di dare la notizia della fine del pontificato a tutti i Cardinali, oltre che al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, e convoca le Congregazioni generali dei cardinali, ossia il “congresso” che prepara il Conclave.

A lui spetta anche il cruciale compito di stabilire l’agenda, con i temi all’ordine del giorno, e indicare i “relatori” che interverranno ed è sempre lui, se ha meno di 80 anni, che guida i lavori al chiuso della Cappella Sistina, quando i cardinali elettori votano. Alla scadenza del loro primo quinquennio, a febbraio 2025, Francesco ha confermato sia Re che Sandri nel loro ruolo, e poiché tanto il decano quanto il sotto-decano hanno più di 80 anni, a guidare il Conclave è il più anziano dei cardinali dell’ordine dei vescovi, ossia il cardinale Pietro Parolin.

Papa Francesco, secondo quanto era stato comunicato negli ultimi anni, avrebbe dato disposizioni ben precise sul come procedere ai riti e agli atti post mortem. Ad esempio, avrebbe più volte indicato la Basilica di Santa Maria Maggiore come luogo della sua sepoltura e non in Vaticano.

Ad ogni modo, in casi canonici in questi momenti successivi alla morte del Pontefice si compiono riti ed atti di profonda simbologia. Viene spezzato, da Giovanni Paolo II viene detto “annullato”, il cosiddetto l'”Anello del pescatore” simbolo di San Pietro, ed annullato il sigillo del Pontefice deceduto. Il portone di bronzo del Palazzo Apostolico viene chiuso per metà, come antichissimo segno di lutto, e la campana di San Pietro comunica con rintocchi a martello il decesso. La salma viene composta dai medici e rivestita dei paramenti papali, ossia la mitria bianca, la casula di colore rosso, in quanto colore del lutto per i Pontefici Romani e il pallio.

Nei successivi nove giorni, si celebrano i Novendiali, ovvero le esequie in suffragio dell’anima del defunto, mentre per tre giorni il corpo viene esposto all’omaggio dei fedeli nella basilica di San Pietro. Riguardo questo passaggio, Papa Francesco aveva espresso la volontà di non mostrarsi.

Vengono poi estratti a sorte i tre cardinali assistenti, fra i presenti al Conclave, per ogni ordine ecclesiastico, Vescovi, Presbiteri, Diaconi. Infine, si celebrano i funerali solenni. Dopo la Missa poenitentialis, le spoglie vengono poste in un’unica cassa in legno – con la riforma del 2024 è stata abbandonata la tradizione che prevedeva tre casse di cipresso, piombo e noce. – e tumulate all’interno delle Grotte Vaticane o in altro luogo prescelto dal pontefice defunto, quindi Santa Maria Maggiore.

Infine il Camerlengo convoca i Cardinali elettori, e trascorsi dai quindici ai venti giorni, dal 2013 anche prima se tutti i cardinali elettori sono giunti in Vaticano e se votano a maggioranza, gli stessi si riuniscono in Conclave per l’elezione del nuovo papa.

Le Sedi apostoliche vacanti più lunghe di due anni

Sono quattro i casi in cui le Sedi apostoliche sono rimaste vacanti per più di due anni. Tra la morte di Clemente IV nel 29 novembre del 1268, sono trascorsi 2 anni, 10 mesi e 3 giorni prima che venisse eletto Gregorio X il 1° settembre del 1271.

Mentre sono passati poco più di due anni sia tra il decesso di Papa Niccolò IV nel 1292 e l’elezione di Celestino V nel 1294, che dalla morte di Clemente V il 20 aprile del 1314 e l’elezione di Giovanni XXII risalente al 2 agosto 1316. Sono serviti invece 2 anni, 5 mesi e 7 giorni per raggiungere la fumata bianca di Martino V nel 1417, dopo il decesso di Gregorio XII.

I tempi più recenti invece, dall’annuncio della morte di Papa Giovanni Paolo II del 2 aprile 2005 all’elezione di Benedetto XVI, sono trascorsi appena 17 giorni. Mentre, 13 giorni dalla morte di quest’ultimo all’inizio del pontificato di Papa Francesco del 13 marzo 2013.

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