La Rai ha deciso di mettere i lavoratori in smart working a causa del rilevamento di amianto presente nella sede di viale Mazzini a Roma. Questa decisione è stata presa a seguito dell’ultima comunicazione dell’ASL. Per ora, in via precauzionale, i lavoratori sono stati messi in smart working, dovrebbero tornare in sede il 29 gennaio.
A dare la comunicazione l’amministratore delegato Giampaolo Rossi che ha spiegato che in questi giorni verrà fatta una ricognizione degli spazi e si valuterà se dover trasferire alcuni uffici. Il problema si presenta per quelle attività che non possono essere svolte altrove.
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Sede rai in smart working: le parole di Giampaolo Rossi
In una nota diffusa, Giampolo Rossi ha annunciato: “La Rai preso atto dell’ultima comunicazione fatta pervenire da ASL RM1 e dopo aver messo in atto tutte le procedure in merito alla sicurezza sui luoghi di lavoro e monitorando quotidianamente con le autorità competenti lo stato delle infrastrutture, – così, aggiunge- ha deciso di estendere, in via del tutto precauzionale e a maggior tutela dei dipendenti presenti nella sede di Viale Mazzini 14 il regime di smart-working“.
Dunque, al momento si penserà ad una ricognizione degli spazi e ad un trasferimento momentaneo di alcuni uffici che hanno bisogno di lavorare in presenza, soprattutto per quanto riguarda gli studi televisivi.
Amianto in Rai: la decisione
L’ASL di Roma1 ha stabilito che nella sede di via Mazzini è presente dell’amianto, dunque, per il benessere e la salute dei dipendenti sono stati messi tutti in smart working finché non verrà trovata una soluzione. Ad oggi, coloro che hanno bisogno di lavorare in presenza sono stati trasferiti nella sede in via Alessandro Severo.
Nel frattempo, gli altri potranno lavorare da casa, una scelta dovuta e che per proseguirà fino alla fine del mese. Infatti, Rossi ha chiarito che spera che entro il 29 gennaio ci potrà essere il ritorno in presenza o venga trovata una buona alternativa.
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