Un recente studio, guidato dall’Università di Bristol e pubblicato su Nature Ecology & Evolution, ha gettato nuova luce sulla nascita del primo ecosistema terrestre, rivelando che la vita sulla Terra era già fiorente poche centinaia di milioni di anni dopo la formazione del pianeta. Il protagonista di questa scoperta è Luca, acronimo di Last Universal Common Ancestor, considerato l’antenato comune da cui discende tutta la vita cellulare moderna, dai batteri agli esseri umani.
Luca esisteva 4,2 miliardi di anni fa
I ricercatori hanno analizzato i geni di diverse specie viventi, confrontando le mutazioni nelle loro sequenze genetiche. Utilizzando un modello genetico, simile a un’equazione della velocità in fisica, hanno calcolato che Luca esisteva circa 4,2 miliardi di anni fa, solo quattrocento milioni di anni dopo la formazione della Terra. “Non ci aspettavamo che Luca fosse così antico”, ha affermato Sandra Álvarez-Carretero, coautrice dello studio, “ma i nostri risultati sono in linea con le moderne opinioni sull’abitabilità della Terra primitiva”.
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Il team ha inoltre modellato le caratteristiche fisiologiche delle specie viventi per comprendere meglio la biologia di Luca. Edmund Moody, primo autore dello studio, ha sottolineato l’importanza di modelli evolutivi complessi per conciliare la storia evolutiva dei geni con la genealogia delle specie. Tom Williams, coautore della ricerca, ha aggiunto che questo approccio ha permesso di valutare con una certa sicurezza come vivevano i Luca.
Il risultato più sorprendente dello studio è la scoperta che Luca possedeva un sistema immunitario precoce, dimostrando che già 4,2 miliardi di anni fa il nostro antenato era impegnato in una corsa agli armamenti con i virus. Davide Pisani, coautore del lavoro, ha dichiarato: “Luca era un organismo complesso, non troppo diverso dai procarioti moderni“.
Luca non viveva da solo
La ricerca suggerisce inoltre che Luca non vivesse da solo. “I suoi rifiuti sarebbero stati cibo per altri microbi, creando un ecosistema di riciclaggio,” ha spiegato Tim Lenton, coautore della ricerca. Questo studio non solo illumina l’origine della vita sulla Terra, ma offre anche spunti per future ricerche sull’evoluzione dei procarioti e sugli archei, organismi meno studiati.
Anja Spang del Royal Netherlands Institute for Sea Research ha sottolineato l’importanza dei metodi interdisciplinari utilizzati nello studio, che hanno rivelato intuizioni sulla Terra e sulla vita primitiva altrimenti irraggiungibili. Philip Donoghue, coautore dello studio, ha concluso che i risultati dimostrano la rapidità con cui si instaurò un ecosistema sulla Terra primitiva, suggerendo che la vita potrebbe prosperare anche su biosfere simili alla nostra in altre parti dell’universo.
Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione delle origini della vita, ma apre nuove prospettive per la ricerca futura, alimentando la speranza di trovare forme di vita in altri angoli del cosmo.
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