Sciopero taxi fino alle 22: la rabbia dei tassisti

Per il Codacons si parla di inutilità dello sciopero: "I cittadini non avvertiranno alcuna differenza rispetto a qualsiasi altro giorno della settimana"

Redazione
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In tutta Italia è stato indetto uno sciopero dei taxi dalle 8 fino alle 22 di oggi. Dalle 11 alle 17 si terrà infatti una manifestazione dei tassisti a Piazza San Silvestro a Roma. L’astensione dal lavoro ha messo d’accordo tutti i sindacati e le sigle tranne il 3570 di Loreno Bittarelli che auspicano “la partecipazione di tutta la categoria a difesa del proprio lavoro, per contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù di algoritmi e multinazionali”.

Sciopero taxi: quali sono le richieste dei tassisti

I tassisti chiedono all’esecutivo regole certe per il settore e cercheranno di spiegare le loro ragioni. Il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese, spiega: “La nostra non è e non deve sembrare una difesa corporativa, scenderemo in piazza anche a tutela dell’utenza. Oggi gli utenti possono contare infatti su tariffe certificate, domani, senza decreti attuativi adeguati e quindi senza regole non è detto: se cresce la domanda di servizi taxi e ncc gli algoritmi delle multinazionali vanno alle stelle; in situazioni di emergenza o per calamità naturali i prezzi, come abbiamo visto, sono lievitati anche del 400%”.  

Sciopero taxi: la posizione di Codacons

Il segretario nazionale di Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe chiarisce che lo sciopero è stato indetto “per chiedere al governo di scrivere e approvare decreti che servano ad attuare lo spirito della legge quadro di settore, non a capovolgerlo per accogliere le pressioni di chi vuole fare profitto con la mobilità“. Per il Codacons si parla di “inutilità” dello sciopero: “I cittadini non avvertiranno alcuna differenza rispetto a qualsiasi altro giorno della settimana perché i taxi sono già abitualmente introvabili nelle principali città italiane“. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, afferma che si tratta del “solito sciopero immotivato e preventivo per mantenere i privilegi di casta“.

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