Scontri violenti ai cortei studenteschi: 20 agenti al pronto soccorso

A Torino a causa dello scoppio di un ordigno artigianale sono rimasti feriti circa 15 agenti; il premier ha duramente condannato le violenze avvenute, per poi lanciare un appello a tutte le forze politiche affinché "smettano di proteggere e giustificare queste proteste"

Redazione
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Ieri era il “No Meloni Day”, uno sciopero studentesco nazionale indetto da Unione degli studenti, Link-Coordinamento universitario e Rete della Conoscenza, per protestare contro le politiche del governo e per ricevere un’istruzione pubblica gratuita, la tutela del benessere psicologico e più rappresentanza per gli studenti. Nella protesta presenti anche gli studenti universitari che chiedono “una didattica accessibile, saperi e ricerca slegati dall’uso militare, che il diritto allo studio universitario venga garantito” e protestano “contro la riforma Bernini”.

No Meloni Day, sciopero nazionale studentesco
No Meloni Day, sciopero nazionale studentesco

Nel corso delle manifestazioni, che si sono svolte in diverse città italiane, si sono verificati una serie di scontri tra gli studenti e le forze dell’ordine. A Torino, una parte dei manifestanti ha sfondato lo schieramenti di sicurezza e si sarebbe verificato un breve scontro con la polizia davanti alla Prefettura. Una quindicina di agenti sono rimasti feriti a causa dello scoppio di un ordigno artigianale che ha rilasciato delle esalazioni urticanti.

Sembrerebbe, inoltre, che un fantoccio del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sia stato incendiato e che le vetrine di un Burger King e di un McDonald’s siano state vandalizzate. Inoltre, sarebbe stato danneggiato un furgone dei reparti mobili della polizia, davanti alla sede Rai di via Verdi.

A Bologna, gli studenti si sono recati davanti alla sete della Cgil ed hanno imbrattato con vernice rossa tre manifesti con i volti del premier Giorgia Meloni, della ministra Annamaria Bernini e del ministro Valditara. Secondo gli studenti, infatti, il governo avrebbe “le mani sporche di fango” e “fomenta guerre e un genocidio“. Il corteo bolognese si è concluso poi in piazza San Francesco, dove è stato dato fuoco simbolicamente al testo della riforma Valditara.

Cortei, Meloni: “La politica condanni questi episodi indegni

Il Presidente del Consiglio ha pubblicato sui suoi social un posto in riferimento agli scontri e ai cortei in corso oggi. Meloni ha sottolineato come le violenze e il caso che ne è derivato avrebbero generato delle “scene inaccettabili ad opera dei soliti facinorosi“. Il premier ha espresso la sua solidarietà e vicinanza agli agenti coinvolti egli scontri e in essi rimasti feriti, per poi rivolgere un appello al centrosinistra, affinché “smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni“.

No Meloni Day, le dichiarazioni dei promotori

“Sotto lo slogan ‘Vogliamo Potere’, gli studenti chiedono una scuola che sia davvero inclusiva, libera da logiche di sfruttamento e subordinazione al mondo del lavoro e della guerra, e in grado di rispondere ai bisogni di chi la vive”, hanno dichiarato i promotori della mobilitazione. Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, ha spiegato che “oggi siamo in piazza in tutta Italia perché è in gioco il nostro diritto a un’istruzione degna, libera e davvero accessibile. Non vogliamo più essere ignorati nelle decisioni che riguardano le nostre vite e il nostro futuro”.

La Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari hanno annunciato che “questa mattina gli studenti sono in piazza in tutta Italia sotto lo slogan “Liberiamo il Paese“, in risposta a un Governo che non investe sulle nuove generazioni e che sottofinanzia l’istruzione”. Paolo Notarnicola, il coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, ha dichiarato: “Oggi manifestiamo contro le politiche di Valditara e del governo Meloni. A partire dalla legge bilancio, è evidente come l’istruzione pubblica non sia la proprietà ma vengono operati tagli. E si preferisce investire in armi”.

Le proteste a Roma

A Roma il corteo degli studenti e degli studenti universitari è partito da Piramide per arrivare al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Un portavoce ha urlato al megafono che si protesta “contro questa logica del merito che crea una scuola di serie A e B e favorisce discriminazioni e classismi”. Ha poi affermato che il governo frantuma giorno dopo giorno la libertà e il futuro dei ragazzi.

Alcuni dei cori che si sono alzati sono: “Se non cambierà lotta dura sarà”, “Siamo tutti antifascisti”, “Free free Palestine” e “Palestina libera fino alla vittoria”. Negli striscioni sono stati scritti i seguenti slogan: “Contro un governo di fascisti e sionisti”, “contro il governo della guerra, dei tagli e delle riforme dell’università”, “cacciamo il governo dei tagli e dell’alternanza- No Meloni Day” o “più diritti per gli studenti, più qualità per la scuola. Non vi crediamo più”.

Durante la protesta è stato fatto un minuto di rumore “per Giulia Cecchettin, per tutte le donne uccise brutalmente e contro la repressione di questo governo”, ha spiegato una studentessa. “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”, hanno poi urlato al megafono ricordando che il 23 novembre ci sarà una manifestazione indetta da Non una di meno in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25.

Le proteste a Bologna, Milano e Torino

A Bologna il corteo degli studenti ha sfilato nella zona universitaria scortato
da polizia e carabinieri in tenuta antisommossa con massima attenzione dopo i disordini di sabato scorso. Negli striscioni comparsi gli studenti hanno scritto slogan contro il governo e la guerra e a favore della Palestina. Su un cartello in particolare è stata ripresa la foto di Giorgia Meloni con la scritta “complice del genocidio“, mentre uno striscione recitava “riprendiamoci le nostre scuole – Contro guerra e governo Meloni”. Matteo del collettivo Osa ha dichiarato: “Oggi è la giornata dello studente, noi scendiamo in piazza tutti gli anni e portiamo in piazza i problemi di un sistema scolastico che non rispecchia le nostre esigenze”.

A Milano il supermercato Carrefour Express di via Visconti di Modrone è stato imbrattato di vernice rossa da alcuni studenti del corteo, per boicottare la catena e lo Stato di Israele. A Torino gli studenti hanno sfilato con cartelli raffiguranti le fotografie di esponenti politici italiani – tra cui Meloni, Schlein, Salvini – con il volto coperto da uno stencil che riproduce una mano rossa di sangue, e la didascalia “complice del genocidio”. In testa al corteo lo striscione con l’affermazione “le scuole sanno da che parte stare, contro governo e genocidio” e un altro con la scritta “ogni giorno è No Meloni Day”.

Le dichiarazioni del Pd

Irene Manzi, la responsabile nazionale scuola del Pd, ha commentato lo sciopero dichiarando che i dem sono vicini agli studenti che scioperano “contro il progetto di smantellamento della scuola pubblica del governo Meloni”. Ha spiegato che hanno depositato diverse proposte per la manovra “per valorizzare l’istruzione, cancellare i tagli previsti da Valditara e sostenere il diritto allo studio con misure di sostegno concreto a famiglie e studenti”. Ha concluso promettendo di portare “la voce dei ragazzi in Parlamento”, chiedendo al governo “di aprire un vero confronto nel merito sulle nostre proposte”.

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