Scandalo La Sapienza: 13 denunce di molestie sessuali da parte delle studentesse

La vita dello studente universitario è già pesante di per sé, se ci si aggiungono anche dei docenti con la mano morta la situazione si fa insostenibile. Ben 13 denunce sono state sporte contro La Sapienza di Roma, da parte di studentesse che avrebbero subito molestie sessuali

Redazione
3 Min di lettura

Dopo la notizia delle molestie sessuali all’Università di Torino, ora è arrivato il turno dell’Università più grande d’Italia e d’Europa: La Sapienza. Nel corso del 2023, l’università ha dovuto affrontare un’onda di denunce di abusi e molestie da parte di ben tredici studentesse e tirocinanti. Queste denunce hanno evidenziato un problema grave e ancora diffuso negli ambienti universitari, ma che in questo caso coinvolge, non solo l’ambiente accademico stesso, ma anche le aziende che ospitano i tirocini degli studenti.

La Sapienza, molestie dentro e fuori l’università

La rettrice dell’Università La Sapienza, Antonella Polimeni, ha reso noto questo allarmante bilancio durante la sua recente audizione davanti alla commissione Femminicidi. Le informazioni sono state raccolte dalla consigliera di fiducia dell’ateneo, incaricata di gestire e raccogliere segnalazioni di molestie sessuali, apprezzamenti verbali e abusi di potere all’interno dell’università.

Secondo quanto riportato, le prime cinque segnalazioni sono emerse nel primo semestre del 2023 e si sono verificate durante i tirocini presso strutture convenzionate con La Spienza. In risposta a queste denunce, Polimeni ha dichiarato che sono state immediatamente interrotte le collaborazioni con tali aziende, al fine di garantire la sicurezza degli studenti.

Eliminare un ente esterno scomodo è relativamente semplice, ma quando l’origine del problema del problema è interno, le cose si complicano. Il secondo semestre ha purtroppo registrato un aumento del numero di casi, con otto nuove segnalazioni, di cui sei riguardanti molestie sessuali, ed è emerso che in cinque di questi sei casi, le vittime erano studentesse o dottorande molestate da docenti o ricercatori dell’università. 

Le rassicurazioni dell’università

Durante l’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, la rettrice Polimeni ha sottolineato l’impegno dell’ateneo nel garantire un ambiente sicuro e inclusivo per tutti gli studenti e le studentesse. Ha ribadito l’importanza di utilizzare tutti gli strumenti disponibili, compresi il Comitato unico di garanzia e il Counseling psicologico, per affrontare e prevenire casi di molestie e violenza di genere.

Inoltre, Polimeni ha evidenziato la necessità di continuare gli sforzi di sensibilizzazione su questo tema, proponendo l’integrazione di corsi specifici sull’argomento nell’offerta formativa dell’ateneo, sia per gli studenti che per il pubblico esterno. Un’iniziativa certamente utile, eppure, data l’identità dei molestatori, non si direbbe che siano gli studenti ad aver bisogno di lezioni su come comportarsi in modo civile.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo