Apple e Meta puniti ancora dall’Europa: ecco perchè

La Commissione ha valutato, oltre alla non conformità, anche la gravità e della durata dell’inadempienza. Sono tenute a conformarsi entro 60 giorni e multa totale di 700 milioni di dollari

4 Min di lettura

Apple e Meta hanno violato le regole del Digital Markets Act, l’impianto normativo con il quale l’Unione europea regolamenta il comportamento delle grandi imprese digitali. Le ammende toccano i 500 milioni per Apple e i 200 milioni per Meta, ma perché sono così alte? La Commissione ha valutato, oltre alla non conformità, anche la gravità e della durata dell’inadempienza.

Da oggi, Apple e Meta sono tenute a conformarsi alle decisioni della Commissione entro 60 giorni, pena l’applicazione di sanzioni pecuniarie periodiche.

Il caso Apple

L’Apple Store avrebbe violato l’obbligo previsto di offrire ai consumatori la possibilità di scegliere un servizio che utilizza meno dati personali e per questo si parla di un’ammenda di 500 milioni di euro.

I consumatori non possono beneficiare appieno di offerte alternative e più economiche, poiché Apple impedisce agli sviluppatori di applicazioni di informare direttamente i consumatori di tali offerte. L’azienda non è riuscita a dimostrare che queste restrizioni siano oggettivamente necessarie e proporzionate” si legge nel comunicato.  La Commissione ha riscontrato la non conformità in quanto Meta non offriva agli utenti la possibilità specifica di optare per un servizio che utilizzi meno dati personali e per questo risulta equiparabile al servizio di “pubblicità personalizzata“.

La sentenza per Meta

Invece, Meta non è risultata conforme al modello “consenso o pagamento, un modello pubblicitario binario per cui gli utenti dell’Ue di Facebook e Instagram potevano scegliere se acconsentire alla combinazione dei dati personali per la pubblicità personalizzata o pagare un abbonamento mensile per un servizio senza pubblicità.  L’ammenda per Meta ammonta a 200 milioni di euro.

Il primo modello di Meta è stato introdotto nel 2023 e l’ultimo nel 2024. A novembre dell’anno scorso, dopo numerosi scambi con la Commissione, Meta ha introdotto un’altra versione del modello di pubblicità personalizzata gratuita, offrendo una nuova opzione che presumibilmente utilizza meno dati personali per visualizzare gli annunci pubblicitari.

La Commissione sta attualmente valutando questa nuova opzione e prosegue il dialogo con Meta, chiedendo alla società di fornire prove dell’impatto che questo nuovo modello pubblicitario ha nella pratica.

Le dichiarazioni e l’indagine aperta su X

Non sono mancate le prime risposte, come quella di Joel Kaplan, Chief Global Affairs Officer di Meta: “Il fatto che la Commissione ci costringa a cambiare il nostro modello di business equivale, di fatto, a imporre a Meta un dazio da miliardi di dollari“.

Allo stesso tempo, un rappresentante di Apple ha annunciato ricorso, sostenendo che “gli annunci di oggi sono l’ennesimo esempio di come la Commissione abbia ingiustamente preso di mira Apple (…) Nonostante gli innumerevoli incontri, la Commissione continua a spostare i paletti ad ogni passo“.

Rimane ancora aperta la battaglia politica su X, in corso dal dicembre del 2023. Secondo il Digital Services Act, la società starebbe violando le regole europee perché non sufficientemente trasparente sia per la pubblicità sia per la mancanza di mitigazione dei rischi di manipolazione dell’informazione.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo