Saman Abbas, la madre dà il consenso all’estradizione

Nazia Shaheen era stata arrestata in Pakistan il 31 maggio. Sulla donna c'era un mandato di cattura internazionale

Redazione
3 Min di lettura

La madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen arrestata in Pakistan il 31 maggio per l’omicidio della figlia, ha dato il consenso all’estradizione e non ha fatto istanza di essere rilasciata con cauzione. A dicembre la 51enne è stata condannata all’ergastolo dalla Corte di assise di Reggio Emilia, accusata dall’indagine della Procura e dei carabinieri. Sulla donna c’era un mandato di cattura internazionale. È stata trovata in un villaggio ai confini con il Kashmir, nell’ambito delle attività d’indagine poste in essere in collaborazione con Interpol e la Polizia Federale pachistana.  

Saman Abbas: cosa è successo

Saman Abbas era una ragazza di appena 18 anni di origine pakistana che viveva con la famiglia a Novellara, in provincia di Reggio Emilia dal 2016. Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021, la giovane è scomparsa. Ad allertare le forze dell’ordine dopo la scomparsa della giovane era stato il suo fidanzato. La ragazza è stata uccisa per essersi opposta alla volontà dei familiari di sposarsi con un cugino in patria.

La vicenda era iniziata già un anno prima, quando Saman si era rivolta ai servizi sociali per denunciare i genitori per maltrattamenti e per il reato di induzione al matrimonio. La ragazza, quindi, era stata portata in una struttura protetta per minori fino all’11 aprile 2021, quando era tornata a casa per recuperare i documenti e il passaporto.  Il 5 maggio 2021 i carabinieri sono andati nella casa degli Abbas, davanti all’azienda agricola dove lavorava il padre di Saman, Shabbar. I genitori però non c’erano e gli agenti erano riusciti a parlare solo con il fratello minorenne della ragazza e con lo zio Danish.

I due hanno raccontato che Saman e i genitori erano dovuti rientrare in Pakistan a causa di una zia che stava male. I militari hanno poi ascoltato il fidanzato, che ha detto di aver ricevuto un messaggio vocale attorno alle 23.30 del 30 aprile 2021 in cui Saman gli spiegava di avere timore per la sua vita e di aver sentito i genitori parlare di “un piano per ucciderla”.

Nel processo davanti alla Corte d’Assise di Reggio Emilia ci sono 5 imputati, accusati di omicidio e soppressione di cadavere: il padre Shabbar Abbas (nel frattempo estradato), lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, tutti detenuti e presenti, e la madre Nazia Shaheen (latitante in Pakistan). La sentenza arriva dopo oltre 4 ore di camera di consiglio: ergastolo ai genitori, 14 anni allo zio, assolti i cugini, per i quali viene ordinata l’immediata liberazione.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo