Il saluto romano è reato ma non quando è commemorativo: la sentenza della Cassazione

La corte di Cassazione ha emesso sentenza sui fatti di Acca Larentia e sul saluto romano. Non è reato se in funzione commemorativa

Redazione
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Dopo i fatti di Acca Larentia la Cassazione ha preso posizione: il saluto fascista – o romano – nella sua espressione commemorativa non è reato. Per essere riconosciuto come penalmente perseguibile, il gesto dovrebbe accompagnarsi alla volontà di ricostituire il partito fascista.

Saluto romano: una ‘vittoria’ per CasaPound

Immediata la reazione alla sentenza della Cassazione di CasaPound:  “La decisione della Cassazione che annulla la sentenza di condanna per le otto persone identificate che hanno partecipato alla commemorazione di Sergio Ramelli nel 2016 è una vittoria che finalmente mette fine a una serie di accuse che non avevano alcun senso, con buona pace di chi, ad ogni “presente”, invoca condanne e sentenze esemplari” si legge in una nota del movimento.

Le Sezioni Unite della Corte suprema hanno deciso che nel corso della manifestazione di Acca Larentia, il saluto romano consisteva nella risposta alla chiamata del presente. Ciò integra il delitto previsto dalla legge Scelba “ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea ad integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione”.

Saluto romano: le parole di La Russa

Sui fatti di Acca Larentia e la sentenza sul saluto romano il presidente del Senato, Ignazio La Russa cela – e non cela – la sua soddisfazione. Fonti interne all’Istituzione fanno sapere che la decisione delle Sezioni unite non è passata inosservata e anzi si commenta da sola“.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa

In udienza l’avvocato generale Pietro Gaeta, aveva affermato: “Acca Larentia con cinquemila persone è una cosa diversa da quattro nostalgici che si vedono davanti ad una lapide di un cimitero di provincia ed uno di loro alza il braccio. La nostra democrazia giudiziaria è forte e sa distinguere. È ovvio che il saluto fascista sia una offesa alla sensibilità individuale”, ma diventa reato “quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico”.

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