Salis non scuote Budapest: “Inutili le pressioni politiche dell’Italia”

"Il verdetto è già stato preso" ha dichiarato Roberto Salis, in risposta all'ostruzionismo ungherese che non ha intenzione di rendere Ilaria Salis una martire

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Il caso di Ilaria Salis, la maestra 39enne detenuta da 13 mesi in Ungheria, continua a far discutere. Stavolta a parlare più di tutti è stata l’Ungheria, che non sembra voler ammorbidire la sua visione sulla donna. “Nessun gruppo di estrema sinistra dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove arrivare e pianificare di picchiare qualcuno a morte” ha tuonato perentorio Zoltan Kovacs, segretario di Stato per le comunicazioni e le relazioni internazionali dell’Ungheria.

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Roberto Salis

Il verdetto è già stato deciso” ha quindi commentato sconsolato il padre della detenuta, consapevole forse più di tutti delle poche speranze che rimangono a sua figlia. Se non bastasse l’ultima decisione del giudice ungherese che segue il caso, che ha vietato la commutazione della pena di Salis nei domiciliari, ad incidere è soprattutto la posizione dell’Ungheria stessa.

Dall’inizio del caso il Paese governato da Viktor Orbàn ha sempre sottolineato come l’intervento della politica italiana non sia utile a nessuno, men che meno alla protagonista della vicenda. Il governo ungherese non ha possibilità di interferire sulla decisione dei giudici, perché i tribunali ungheresi sono soggetti indipendenti.

Budapest irritata per le interferenze di Roberto Salis

La delegazione dei deputati di centrosinistra presenti in aula durante l’ultimo processo a Ilaria Salis sembra non aver minimamente scosso il governo o tribunali ungheresi. Quello che ha realmente disturbato gli alti vertici del Paese è l’azione del padre di Ilaria Salis, con i suoi continui attacchi al sistema giudiziario dell’Ungheria.

Il padre di Ilaria Salis ha fatto il giro dei media europei dicendo di essere preoccupato per la sicurezza della figlia finché sarà in Ungheria” ha scritto Kovacs prima di commentare la “sorprendente” scelta del governo italiano di intromettersi in una questione prettamente ungherese. “Nessuna richiesta diretta da parte del governo italiano a quello ungherese renderà più semplice difendere la causa di Salis perché il nostro governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali“, ha chiosato quindi Kovacs.

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Il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjartò

A commentare la questione anche il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjartò che aveva dichiarato convinto: “Spero che questa signora riceva la meritata punizione in Ungheria“. Da qui il commento sconfitto di Roberto Salis, ormai consapevole della decisione già presa dal tribunale.

La candidatura nel Pd

Roberto Salis ha poi commentato l’ipotesi riguardante la candidatura di sua figlia alle prossime elezioni europee tra le fila del Partito democratico. Per ora si tratta solo di “ipotesi fantasiose” ma l’ingegnere Salis ci tiene a specificare che “ogni scelta deve essere presa nell’interesse di Ilaria, si deve essere sicuri che non vadano a suo svantaggio o che si rivelino un boomerang contro di lei“.

Secondo Roberto Salis, infatti, “se la candidatura venisse ritirata, o non dovesse andare in porto, le conseguenze per mia figlia sarebbero devastanti, disastrose“. Infatti secondo Budapest la possibilità di una candidatura della loro detenuta sarebbe “una provocazione assoluta“.

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