“Era davanti al suo hotel, le ho detto ‘spero di rivederti presto a Teheran’“, è questa l’ultima immagine che Maryam Rahmanian, fotografa free lance iraniana, ha di Cecilia Sala. Le due hanno collaborato nel corso degli ultimi reportage da Teheran, stringendo un legame che è andato anche al di fuori dei confini professionali. Due donne, con la stessa passione e con la stessa volontà di raccontare quello che accade quotidianamente in un Paese dalla situazione politica complessa, che hanno raccolto e condiviso importanti testimonianze, spesso correndo pericoli per noi lontani.
Cecilia Sala ha corso questi pericoli consapevolmente, in nome del diritto di cronaca e della libertà di espressione, per difendere diritti che troppo spesso vengono dati per scontati. Rahmanian, venuta a sapere dell’arresto della sua collega è divenuta consapevole che forse non la rivedrà più, o almeno non la vedrà a Teheran. “Questo è molto triste anche se oggi c’è posto solo per la felicità“, ha dichiarato la fotografa, sottolineando di essere stata colta da una gioia immensa nel sapere del rilascio di Sala.
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“Spero non debba più rivivere quello che ha vissuto qui“, ha dichiarato Rahmanian, sperando forse che nessuno debba più patire quanto ha vissuto la reporter e quanto ancora vivono tutti i detenuti di Evin, a Teheran. Proprio l’ultimo lavoro svolto dalle due professioniste potrebbe apparire come una sorta di presagio di quanto accaduto poi a Cecilia Sala. Sala e Rahmanian sono riuscite a intervistare Zeinab Musavi, la più famosa stand up comedian in Iran, finita a Evin proprio per una delle sue battute e poi incredibilmente liberata.
Caso Cecilia Sala, chi è Maryam Rahmanian
Maryam Rahmanian studia negli Stati Uniti ma torna in Iran per svolgere un lavoro complesso, soprattutto per una donna, e si dedica a scattare immagini della quotidianità dell’Iran, cercando di raccontare una vita diversa e far conoscere all’estero ciò che accade nel suo Paese. Con Sala ha collaborato a diversi progetti, riportando le vite di giovani iraniani, di futuri incerti e di storie spesso straordinarie se si pensa al contesto in cui nascono.
Nel 2020, Gettyimages le commissiona un reportage durante il Covid, per raccontare come la pandemia è vissuta in un Paese in cui faticano ad arrivare anche le mascherine e soprattutto i vaccini.
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