Cecilia Sala, Iran nega ritorsione per caso Abedini: “Nessun collegamento con altre questioni”

"La giornalista italiana è detenuta per violazione delle leggi italiane", ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri iraniano, aggiungendo che invece "la misura presa dagli Stati Uniti contro Abedini è una sorta di presa di ostaggi"

Redazione
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Teheran, città in cui Cecilia Sala si trova detenuta, ha nuovamente deciso di commentare la vicenda riguardante la reporter italiano, ribadendo l’inesistenza di collegamenti sul caso Sala con quello dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini, detenuto nel carcere di Opera a Milano. “La sua carcerazione non è una ritorsione per l’arresto di Abedini e speriamo che il caso venga risolto presto“, ha infatti sostenuto la portavoce del governo di Teheran Fatemeh Mohajerani, durante un punto stampa, per poi aggiungere: “Questo arresto non ha nulla a che vedere con altre questioni“.

Iran: “In corso indagine sul caso Sala

Dopo giorni di silenzio, il caso Cecilia Sala è tornato a far discutere e soprattutto a preoccupare. Ieri, l’Iran ha deciso di prendere la parola su quanto accaduto per chiarire la questione una volta per tutte. L’arresto di Sala non sarebbe direttamente collegato alla detenzione dell’ingegnere iraniano Mohammed Abdeini Njafabadi, perché “la giornalista italiana è detenuta per violazione delle leggi italiane“, mentre secondo Teheran, “la misura presa dagli Stati Uniti contro Abedini è una sorta di presa di ostaggi“.

Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, che ha poi voluto sottolineare come Teheran auspichi che l’Italia non si faccia in alcun modo influenzare gli Usa sulle modalità con cui gestire la possibile estradizione di Abedini. Quest’ultimo, si trova nel carcere di Opera, a Milano, dopo il suo arresto all’aeroporto di Malpensa, perché ricercato dagli Stati Uniti. Abedini è accusato di aver cospirato, trasportando parti elettroniche fino in Iran e per aver sostenuto nella loro opera le Guardie della rivoluzione, ritenute dagli Usa una organizzazione terroristica.

Mohammad Abedini Najafabadi
Mohammad Abedini Najafabadi

Il ministro degli Esteri iraniano, poi, ha sostenuto che l’arresto di Sala è al centro di un’indagine portata avanti dall’Iran e sui cui può esprimersi solamente la portavoce della magistratura, Asghar Jahangir. Per quanto riguarda gli Usa, invece, il ministro ha aggiunto che le minacce di attacco dei siti nucleari “sono contrarie alla Carta delle Nazioni Unite, alla pace e alla sicurezza internazionale” e proprio per questo le Nazioni Unite dovrebbero intervenire. Il riferimento è alla proposta del consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, che ha presentato a Biden un piano di attacco dei siti nucleari di Teheran, da usare nel caso in questa decidesse di dare avvio alla costruzione di un’arma nucleare.

Il Financial Times sul caso Sala

L’arresto di Cecilia Sala ha attirato l’attenzione internazionale, a causa delle implicazioni che la vicenda può portare con sé. Il Financial Times ha quindi presentato un’analisi della situazione, sottolineando come la visita lampo di Giorgia Meloni si inserisca all’interno di quella che può essere considerata “la sua sfida diplomatica più dura da quando ha assunto l’incarico“.

La testata ha infatti chiarito come questa sia segnata in particolare dalle “proteste politiche interne” legate proprio alla detenzione della reporter e come per sbloccare la situazione sia però necessario mantenere un rapporto quasi idilliaco con il leader degli Stati Uniti. Questo primo viaggio a Mar-a-lago, secondo la testata, non sarebbe altro che il tentativo di consolidare i rapporti con Trump prima del suo insediamento ufficiale.

Proprio la costruzione di un rapporto di reciproca fiducia e di alleanza, potrebbe permettere a Giorgia Meloni, o almeno questo è l’auspicio di FdI, di consolidarsi come “uno degli interlocutori europei chiave di Trump“. Restano, però, a creare qualche difficoltà le idee di Trump su Nato e Ucraina, che ovviamente non sono allineate con quelle portate avanti dalla presidente della commissione Ursula Von der Leyen, altro importante pezzo dello scacchiere della geopolitica internazionale.

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