Mirjiam e Gloria sono due donne ex componenti della Comunità Ignazio di Loyola che hanno deciso di raccontare la loro storia. Il sacerdote gesuita Marko Rupnik ha loro inflitto abusi sessuali, fisici e psicologici. Oggi le due vittime – all’epoca dei fatti appena 20enni – hanno deciso di raccontare la loro terribile storia durante la conferenza stampa presso la sede della Stampa Estera a Roma.
Caso Rupnik: le parole delle due ex suore
“Ci siamo conosciute in comunità eravamo tutte ragazze giovani, piene di ideali ma proprio questi ideali insieme alle nostra formazione all’obbedienza sono stati sfruttati per abusi di vario genere: di coscienza, di potere, spirituali, psichici, fisici e spesso anche sessuali – afferma Mirijiam – Ci siamo trovate davanti a un muro di gomma, che il muro si sgretoli“. Le due donne, una di origini slovena e l’altra italiana, raccontano del primo incontro con Rupnik: un uomo rispettato e considerato come padre spirituale di riferimento.
“All’inizio mi sono sentita disorientata, confusa perchè Rupnik è entrato nel mio mondo spirituale deformando anche la mia relazione con il Signore, è entrato con l’autorità del padre spirituale, del confessore e anche come garante del carisma della nascente comunità“. Una storia fatta di abusi fisici e psicologici, in cui dominavano manipolazione e plagio. “Rupnik è in grado di manipolare molte persone attorno a sé creando una rete di contesto molto ampia, era un contesto abusante” aggiungono.
Mirjiam e Gloria vogliono che la verità si celi innanzi alla giustizia: “Il torto che abbiamo subito, che ci sia data anche una visibilità perché noi siamo tante ma ci chiedono il silenzio, di scomparire in qualche modo, ci discreditano e non è più accettabile” ha affermato Gloria. Secondo le due ex suore che sono venute oggi allo scoperto, sono circa una ventina le religiose abusate all’interno della Comunità negli anni su un totale di 40 membri.
