Roma vieta cortei pro Palestina, Piantedosi: “Celebrazione di un eccidio”

Il ministro Piantedosi ha definito le manifestazioni pro Palestina in programma a Roma per ottobre come "la celebrazione di un eccidio"

Redazione
3 Min di lettura

La questura di Roma ha oggi deciso di vietare le manifestazioni organizzate da alcuni gruppi filo-palestinesi che avevano programmato per il 5 ottobre, in occasione dell’avvicinarsi del primo anno dall’attacco palestinese contro Israele che ha dato inizio alla guerra. Il provvedimento è stato notificato ai promotori di due diverse manifestazioni.

Roma, vietate manifestazioni pro Palestina
Roma, vietate manifestazioni pro Palestina

La decisione della questura di Roma

La decisione è stata presa per il timore che le manifestazioni si possano trasformare in una minaccia per l’ordine pubblico. Oggi al Viminale è stato affrontato l’argomento nel corso del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il ministro ha dichiarato che “ci siamo contraddistinti per aver consentito ogni manifestazione del libero pensiero, ma stiamo riflettendo sul fatto di autorizzare
la celebrazione di un eccidio
. Riteniamo che l’impronta di queste manifestazioni
costituisca un problema di ordine pubblico”.

Ha portato a questa decisione l’annuncio degli organizzatori di un corteo – Giovani palestinesi d’Italia, Associazione dei Palestinesi in Italia, Unione democratica arabo palestinese, Comunità palestinese d’Italia -, il quale comincia con la frase: “Il 7 ottobre è la data di una rivoluzione”.

Gli attivisti hanno scritto sui social per comunicare le manifestazioni: “Scendiamo in piazza a Roma per una manifestazione nazionale, per sostenere il popolo palestinese e il suo movimento di liberazione nazionale, per onorare gli oltre quarantamila martiri di Gaza e i suoi combattenti che da un anno lottano senza tregua, per onorare tutta la Palestina che resiste e insorge contro l’invasore e il suo Stato coloniale”.

La possibile minaccia all’ordine pubblico delle manifestazioni, è stata rilevata anche a causa del riscontro di proclami e fibrillazioni in rete che fanno emergere la possibilità di scontri in piazza. Quindi gli approfondimenti svolti dalla polizia e dall’intelligence hanno fatto emergere la necessità di vietare le manifestazioni.

Nei mesi passati si sono svolti regolarmente cortei e manifestazioni, ma si è ritenuto che l’avvicinarsi della data dell’anniversario dall’attacco potesse portare a un concreto inneggiare all’eccidio del 7 ottobre e al gruppo terroristico Hamas. Una decisione simile era stata presa anche a gennaio in concomitanza con la Giornata della Memoria. In quel caso il divieto dei cortei aveva causato tensioni in diverse città, soprattutto a Milano dove i manifestanti si scontrarono con le forze dell’ordine.

Diverse figure a partire dalla Comunità ebraica a esponenti del centrodestra avevano sollecitato di vietare la manifestazione.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo