Dopo Napoli, Bologna, Genova, Firenze, e l’atto vandalico sul muro esterno di Palazzo Labia sede Rai a Venezia, le proteste sono arrivate a Roma, nella Capitale. Un migliaio di studenti hanno preso parte alla manifestazione sotto la sede Rai di Roma a viale Mazzini, esprimendo solidarietà e vicinanza al popolo palestinese. “Stop al genocidio” si sente urlare dai megafoni, tra striscioni che recitano slogan contro il governo, contro “TeleMeloni”, contro una guerra ingiusta.
Il modo di comportarsi della Rai, dopo le affermazioni di Ghali sul palco di Sanremo a proposito della guerra tra Israele e Palestina, ha acceso in tutto il Paese un’ondata di proteste contro le censure in televisione: il pensiero unico filo-israeliano mandato in onda in molti servizi Rai ha scatenato proteste ed ha fatto alzare la voce allo #stopgenocidio.
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Dopo il comunicato stampa dell’ad Sergio, fatto leggere da Mara Venier, si è segnato un punto di non ritorno, una grave macchia nera indelebile sulla reputazione della Rai e dell’informazione italiana in generale. Gli studenti, una serie di sigle sindacali vicine alla causa palestinese e della sinistra, Spin Time e Rete degli studenti Medi oggi, sono in strada, per scagliarsi contro questo servizio pubblico, contro le politiche di censura e per chiedere le dimissioni dell’ad Rai Roberto Sergio.
Roma, rappresentate di Spin time: “Questo massacro va fermato”
Il primo a prendere parola davanti ai cancelli della Rai, per gridare a gran voce i motivi della protesta, è stato un rappresentante di Spin time, lo spazio sociale che si trova nella realtà occupativa al centro di Roma: “La Rai è un servizio pubblico, e stiamo qua per protestare contro quello che sta avvenendo in Palestina, un vero e proprio massacro. Non so come le definite voi 30.000 morti in 3 mesi di calvario per un popolo abituato da 70 anni a subire violenza. La comunità internazionale deve cominciare a dire basta. Va fermato questo massacro – ha continuato – e se non lo diciamo con l’informazione pubblica come lo dobbiamo dire? Se anche l’informazione pubblica diventa serva dei meccanismi e ragionamenti che si fanno a livello internazionale. La giusta difesa del popolo israeliano va accompagnata alla giusta rivendicazione di uno stato per i palestinesi. Subito. Ghali ha solo rappresentato un enorme sentimento popolare che va rispettato. Rai deve preservare questo diritto“.
Roma, Giovanna Cavallo: “Chiediamo che la RAI torni ad essere la tv del popolo”
Subito dopo, a prendere la parola l’attivista che da anni si batte sulle questioni dei migranti, Giovanna Cavallo: “Vergogna della Rai, dell’ad Sergio. Una televisione che ha dovuto chiedere scusa per le protesta dei rappresentati israeliani, ma quali scuse? Vi dovreste scusare voi con tutti gli italiani, a nome di chi sono queste scuse? Non parlate per noi. Non è in nostro nome l’atteggiamento del governo, dell’Europa. Chiediamo che la Rai, la televisione di Stato, torni ad essere la tv del popolo, dei cittadini che abitano in questo paese. Nel mondo che si divide tra oppressori e oppressi sappiamo da che parte stare. Voi?”
Roma, conclusione della manifestazione
Dopo vari interventi, il corteo dalla sede della Rai in via Mazzini si è spostato fino agli Studi Rai via Teulada. Qui ha concluso la manifestazione un ragazzo 27enne, restituendoci una preziosa testimonianza: “Voglio parlarvi di una cosa. Ho due amici che hanno studiato con me alla scuola di medicina in Egitto ed entrambi sono morti lo scorso ottobre durante il bombardamento dell’ospedale in cui lavoravano. Si erano laureati l’anno scorso e volevamo fare una vacanza insieme, ma questa vacanza non c’è mai stata. Spero che ora vivano una bella vita in paradiso. Tutti gli uomini nascono per morire, lo sappiamo, portiamo questa certezza con noi e io posso morire oggi e tu domani. Non conta quando, ma solo una cosa è davvero importante, che il tuo cuore sappia di far parte della resistenza palestinese. Tutti voi lo siete qui, in un paese europeo. Io ho 27 anni, ho viaggiato in molti paesi dell’Europa, ma questa è la popolazione migliore, gli italiani sono i migliori in Europa. Voi siete parte della resistenza palestinese, voi siete la Palestina. Voi siete palestinesi”.
Così si è conclusa la manifestazione oggi a Roma, in un clima pacifico, senza scontri, ma solo con una grande e sentita richiesta di pace: “Stop alla guerra, free Palestine“.
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