Nel carcere di Rieti detenuti in protesta da 24 ore: sicurezza a rischio

A lanciare l'allarme Moretti, Presidente dell'USPP: "La protesta sta mettendo in difficoltà tutto il funzionamento della struttura. Occorrono provvedimenti che permettano il ripristinino della sicurezza. Singolare che dopo tutto questo tempo la situazione non si normalizzi"

Lucrezia Caminiti
5 Min di lettura

Da più di 24 ore i detenuti di otto sezioni del carcere di Rieti si rifiutano di rientrare nelle celle, mettendo a repentaglio la sicurezza dell’intera struttura penitenziaria. La protesta, iniziata ieri pomeriggio, ha come motivo sempre gli stessi argomenti, che nessuno tranne chi lavora e vive il carcere, sembra davvero (voler) capire. A riportarli il Presidente dell’Unione Sindacati della Polizia Penitenziaria Lazio (USPP) Giuseppe Moretti: “I detenuti protestano per motivi legati al sovraffollamento, alla richiesta di indulto e a problematiche con l’area sanitaria e con la magistratura di sorveglianza“. Il Presidente dell’USPP, dopo aver assistito a numerosi episodi similari, ha espresso apertamente la sua preoccupazione e ha criticato il sistema del regime aperto, definendolo un fallimento.

Il motivo della protesta

Il carcere di Rieti, come molte altre strutture penitenziarie in Italia, soffre di un sovraffollamento cronico. I detenuti lamentano condizioni di vita insostenibili e chiedono interventi urgenti, tra cui un indulto che potrebbe alleviare la pressione all’interno della struttura. Inoltre, le problematiche con l’area sanitaria aggravano ulteriormente la situazione, rendendo difficile garantire adeguate cure mediche ai detenuti.

Stando agli ultimi dati forniti dal Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) il 30 aprile 2024, i detenuti presenti a Rieti sono 498 a fronte dei 289 posti disponibili. Con un tasso di affollamento pari al 172 per cento, il carcere di Rieti è il secondo istituto penitenziario del Lazio più affollato, al pari della casa circondariale di Civitavecchia, secondo dopo Regina Coeli che tocca un tasso pari al 180 per cento.

USPP, Moretti: “Rieti? L’ennesima riprova del fallimento del sistema del regime aperto”

Giuseppe Moretti ha dichiarato che “la protesta che stanno mettendo in atto i detenuti di otto sezioni detentive del carcere di Rieti è l’ennesima riprova del fallimento del sistema del regime aperto“. Il Presidente dell’USPP ha sottolineato come il personale sia impegnato da ieri pomeriggio per cercare di ripristinare l’ordine e la sicurezza, ma che la mancanza di risorse e di personale rende l’operazione estremamente difficile.

Cos’è il regime aperto

Per regime aperto si intende che, per i detenuti a media e bassa pericolosità, vengano potenziati gli spazi dedicati a lavoro, sport, attività ricreative e culturali, perché prevalga l’aspetto riabilitativo della pena. Il problema, secondo Moretti, non sarebbe nell’attività di socializzazione e impiego del lavoro, bensì nell’aspetto che vede i detenuti liberi all’interno della sezione detentiva, specialmente in concomitanza con una forte carenza di agenti di polizia penitenziaria all’interno delle case circondariali.

Il Governo adotta una linea dura contro le proteste..

La posizione del Governo in merito alle proteste da parte dei detenuti è chiara: in questi giorni, ha precisato che, in relazione al decreto carcere, non ci saranno sconti di pena o colpi di spugna come accaduto in passato. Insomma, l’obiettivo è mantenere una linea dura contro le proteste e non cedere alle richieste dei ristretti, nonostante le difficoltà evidenti all’interno del sistema penitenziario.

..Ma servono interventi urgenti per ripristinare la sicurezza

Anche se la posizione del Governo è intransigente Moretti ha ribadito la necessità di adottare dei provvedimenti urgenti per ripristinare le condizioni di sicurezza e consentire al personale di riprendere il controllo della situazione. La sua preoccupazione maggiore sta nel fatto che, dopo tante ore, la situazione non si sia ancora normalizzata. Il Presidente dell’USPP ha poi ringraziato il personale per aver agito con professionalità e senza creare ulteriori complicazioni, auspicando interventi di messa in sicurezza del sistema penitenziario.

Occorrono stanziamenti migliorativi e più congrui rispetto agli anni di destrutturazione del sistema carcerario subiti anche dal corpo di polizia penitenziaria oggi ridotto a pochissime unità rispetto a quelle che occorrerebbero“, ha dichiarato Moretti. La situazione al carcere di Rieti rappresenta una sfida significativa per le autorità e mette in luce la necessità di una riforma complessiva del sistema penitenziario italiano.

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