“Gli inascoltati” in protesta al Campidoglio: “Gualtieri scendi e confrontati con noi” VIDEO

Oggi al Campidoglio è andata in scena la protesta contro le decisioni "unilaterali" prese dal sindaco Gualtieri in vista del Giubileo 2025: dai mega impianti per i rifiuti fino al porto di Fiumicino

Lucrezia Caminiti
7 Min di lettura

Dalle periferie fino a sotto la finestra del Sindaco di Roma, al Campidoglio. Moltissime associazioni, comitati e residenti sono scese in Piazza oggi pomeriggio per far sentire la propria voce, stanchi di subire le politiche portate avanti da Roberto Gualtieri, primo cittadino di Roma e commissario straordinario al Giubileo 2025. A protestare i comitati contro i rifiuti, le palestre popolari, Fiom e Cgil di Roma e Lazio, l’Arci di Roma, la rete Caio, la Cub, i Tavoli sul Porto di Fiumicino.

Un esercito di cittadini “inascoltati” che da anni chiedono un confronto, un dialogo democratico che possa riqualificarli. Non più cittadini di serie B che subiscono decisioni univoche della politica della capitale, ma cittadini di serie A. Cittadini presi realmente in considerazione da una città che è la loro casa quanto quella di qualsiasi altro cittadino romano.

Comitato contro i rifiuti: “Gualtieri hai infranto le promesse fatte in campagna elettorale”

Preoccupati per i loro territori e per la loro salute i residenti di Santa Palomba e Castelli Romani insieme ai cittadini di Casal Selce e dintorni. Entrambi denunciano le possibili conseguenze ambientali che potrebbero verificarsi con la costruzione di due maxi-impianti adibiti allo smaltimento dei rifiuti: a Santa Palomba l’inceneritore che dovrebbe bruciarne 600mila tonnellate l’anno e a Casal Selce il biodigestore anaerobico, in grado di trattarne 120mila.

Alessandro Lepidini del Comitato no inceneritore

Ai megafoni in Piazza del Campidoglio è intervenuto Alessandro Lepidini, portavoce del comitato No inceneritore a Santa Palomba: “Siamo qui per farci ascoltare da un sindaco che nel suo programma elettorale non prevedeva il termovalorizzatore e che oggi è diventato il frontman dell’incenerimento dei rifiuti. Quelle che racconta sono menzogne, l’inceneritore non è amico dell’ambiente, lo inquina e pregiudica la salute dei cittadini. Oggi ci ritroviamo privi di qualsiasi tutela ma non possiamo accettare le decisioni prese da un singolo e restare in silenzio“.

I romani sono stati ingannati – ha continuato a spiegare Lepidini – credono nella falsa narrazione salvifica dell’inceneritore: non è così che si risolve il problema dello smaltimento dei rifiuti. Basterebbe fare il recupero di materia, ma con impiantistica diffusa e di piccole dimensioni, concordata con i territori ma soprattutto fare una cosa semplice, che questa città non ha mai fatto, tariffazione puntuale dei rifiuti, cioè pagare quanto si butta. Qui bisogna ridurre i rifiuti, non incentivarne la produzione”.

Dello stesso avviso anche i residenti di Casal Selce, terrorizzati a loro volta dalla pregressa storia di Malagrotta e che chiedono al sindaco Gualtieri di riconsiderare la localizzazione del biodigestore anaerobico, impianto che dovrebbe occupare una superficie di 12 ettari: “Dopo 50 anni di Malagrotta non si può accettare un altro impianto del genere. Sindaco, in campagna elettorale hai detto che non avresti messo alcun impianto, invece ce ne ritroviamo 5, con il biodigestore a due chilometri dalla più grande discarica, quella di Malagrotta”.

In attesa del responso del ricorso al tar, che si avrà il 5 giugno, Casal Selce e dintorni chiede di uscire dall’ombra dei cittadini “inascoltati” ma, soprattutto, di vedere rispettato il proprio territorio, sottoposto a vincoli paesaggistici in quanto “agro romano tutelato” e “Paesaggio Agrario di Rilevante Valore”.

Fiumicino, “luogo inadatto alla realizzazione di un enorme porto da navi da crociera”

David Di Bianco, Associazione I tavoli del porto

Altra questione sollevata in piazza, quella della realizzazione di un enorme porto da navi da crociera a Fiumicino, “luogo completamente inadatto alla realizzazione di un’infrastruttura del genere”. Così ha spiegato David Di Bianco, Portavoce dell’associazione “I tavoli del porto” che dal 2019 lotta contro la decisione di Gualtieri: “Siamo contro ad un progetto del genere, in un luogo bellissimo che è il vecchio faro di Fiumicino, caro ai fiumicinesi e a tanti romani. Qui si vuole realizzare un porto che va a distruggere la foce del Tevere, il litorale romano nel suo insieme. Le criticità non mancano, non ci sono i fondali adatti, bisogna fare dei dragaggi di milioni e milioni di metri cubi il che deturperà per sempre il litorale romano e farà saltare l’equilibrio della costa da Fiumicino verso Ostia e da Fiumicino al Nord verso Focene e Fregene, già oggi aggredite dal fenomeno dell’erosione”.

Una cementificazione vera e propria della foce del Tevere” spiega Di Bianco: “I porti che si vogliono realizzare sono ben 2. Uno è già stato cantierato e sono già iniziati i lavori da parte dello Stato e da parte dell’autorità portuale. Il nuovo porto privato, quello al faro, sorgerebbe a circa un km di distanza da quello pubblico dell’autorità portuale, quindi un pubblico e un privato che si fanno competizione. Una infrastruttura del genere non può essere gestita da un privato, in Italia la portualità è competenza dello Stato”.

Non si può pensare che con dei poteri straordinari è possibile trasformare un progetto che era per un porto turistico in un progetto per un porto crocieristico, che è tutt’altra materia e che risponde a tutt’altre leggi e a tutt’altro impatto sul nostro tessuto ambientale sociale. Chiediamo al sindaco di Roma di stralciare il progetto dal decreto Giubilieo perché, oltre a non essere pronto per quella data, non c’entra nulla con il Giubileo stesso” conclude.

Su questo progetto attualmente c’è grande incertezza. È in una fase di valutazione di impatto ambientale, dove le commissioni del ministero dell’ambiente hanno dato uno stop grazie alle segnalazioni delle criticità che i cittadini di Fiumicino hanno sollevato nei confronti del progetto.

Dopo tutte le urla, i fischietti e le numerose richieste di “affacciarsi” a parlare con i cittadini, oggi pomeriggio dal sindaco nessuna risposta.

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