Posidonia Oceanica: la scommessa del progetto Foresta Blu per il futuro del Mediterraneo

Nuova innovazione per reinnestare la pianta grazie alle biostuoie di cocco

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È stata scoperta una pianta che somiglia ad un’alga nel mar Mediterraneo. Il suo nome è Posidonia Oceanica, recentemente trovata nonostante esista da centinaia di migliaia di anni. Purtroppo è una pianta a rischio. In sostegno è stato elaborato un progetto denominato Foresta Blu. Il piano, curato da Coop in associazione con Lifegate e le Università di Bari e Genova, aveva l’obiettivo di prendersi cura del polmone del Mediterraneo. Il programma ha inizio tra maggio e giugno 2024. In primo luogo sono stati prelevati 200 mq di pianta che sono stati reinnestati nel mare che bagna l’isola di Bergeggi in provincia di Savona.

La professoressa Monica Montefalcone dell’Università di Genova, insieme al direttore del supporto tecnico dell’ISSD Stefano Acunto, spiegano che verrà utilizzata un’innovazione per impiantare la pianta. Una rete di biostuoie di cocco sistemate sui fondali aiuteranno a ricostruire pezzi di Posidonia degenerati. Il percorso della durata di 24 mesi verrà monitorato. 

Posidonia Oceanica: i progetti

Il luogo scelto per la sperimentazione è l’Area Marina Protetta di Bareggi presieduta da Davide Virzi. In passato, nel 2023 l’esito dell’esperimento era andato a buon fine e la pianta aveva ripreso per oltre il 70% dello spazio dopo soli 12 mesi. Secondo i programmi nel 2024 verranno trovate le aree dove la poseidonia è degenerata per poter ripetere il percorso dallo stesso team nel 2025 prevedendo un ripristino di 100 metri quadrati. A protezione della pianta, per evitare un ulteriore degrado verrà inoltre inserita una porzione di un campo di boe per impedire gli ancoraggi. 

Posidonia Oceanica: altre zone di ripristino

La pianificazione non si ferma qui. In una vasta zona del Mar Adriatico, dove la pianta è completamente scomparsa, si procederà con il recupero i primi giorni di luglio 2024 nel mare di Monopoli, Torre Guaceto e Savelletri, in Puglia. Inizialmente verranno rilevate le piante preesistenti per verificarne la loro situazione attuale. Importante sarà anche la campagna di sensibilizzazione a bordo di barche a vela Anywave. Progetto a cura di ricercatori dell’Università di Bari. E’ importante sottolineare l’estrema importanza di questa pianta endemica del Mar Mediterraneo, per la creazione dei prati marini detti Posidonieti, micro ecosistemi essenziali per la biodiversità e l’assorbimento dell’anidride carbonica. 

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