“Chi cerca di diventare un campione combatte una guerra continua: è uno sport molto educativo che mi ha insegnato molto“, queste le parole di Lea Pericoli che la raccontano non solo sul campo ma anche sul piano personale nell’affrontare la vita, le sfide e le difficoltà. La tennista italiana è deceduta oggi, tra l’affetto dei suoi cari, come annuncia Federtennis. Nella memoria collettiva, lascia a 89 anni il segno di una donna tenace e combattiva, che va contro ogni stereotipo. Con il medesimo spirito ha affrontato e sconfitto due tumori: un carcinoma all’utero nel 1973 e un cancro al seno nel 2012.
Campionessa da record del tennis italiano, con 27 titoli all’attivo nei campionati nazionali in singolare, doppio e doppio misto. Regina di eleganza e stile, tanto da essere soprannominata “la Divina” dal tennista Gianni Clerici. Un’emanazione continua di bellezza e grazia, quella di una delle prime donne a raccontare il tennis su giornali e in tv dopo averlo giocato ai massimi livelli. Delle sue tenute bizzarre ed eccentriche si ricordano gonnelline in piume di struzzo, visone o di petali di fiori che divenivano capi firmati di ogni tipo non appena usciva dal campo. Alcune delle sue mise, disegnate per lo più dallo stilista inglese Ted Tinling, sono esposte nel Victoria and Albert Museum di Londra.
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Chi era Lea Pericoli
Nata il 22 marzo 1935 a Milano, era però cresciuta in Etiopia, dove si era trasferita a due anni con la mamma Jole, al seguito di papà Filippo, in Africa per lavoro. E ad Addis Abeba aveva scoperto il tennis, su un campo fatto costruire dal padre. È lui a darle la prima racchetta. Nasce così un lungo amore con il tennis che prosegue poi in Kenya, dove viene mandata a studiare, e inseguito in giro per il mondo. A 17 anni, mentre è in vacanza in Versiglia, dove insegnava il padre di Paolo Bertolucci, tennista di fama mondiale, capisce che quel suo amore può diventare qualcosa di più e sceglie il tennis come carriera.
A 40 anni si è ritirata, dopo essere stata per un ventennio regina del tennis, rimanendo la numero 1 d’Italia per 14 anni tra il 1959 e il 1976, record assoluto, e per altre quattro volte numero 2 negli anni 1960, 1961, 1962 e 1973. Ha giocato 29 incontri in nazionale, con un record di otto vittorie in singolare e sei in doppio.
Nell’immaginario comune sicuramente la notorietà dei suoi completini accompagna quella dei suoi record. Pericoli era la prima a non negare di aver acquisito fama anche grazie a questi vestiti stravaganti. Nella sua eccentricità d’animo c’è sempre stata la consapevolezza dell’evitare di strafare, rimanendo per questo sempre divinamente elegante, soprattutto nei match contro avversarie molto forti. “Se perdi con un vestito un po’ ose’ la stampa ti crocifigge“.
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