Perché in Francia Carrefour dice addio a Pepsi e in Italia no

L’azienda di distribuzione francese Carrefour ha ieri confermato la sua decisione di abolire i prodotti Pepsi dagli scaffali dei suoi punti vendita a causa dei prezzi eccessivamente elevati. In Italia nessun cambiamento di rotta, almeno per il momento

Redazione
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Da ieri 4 gennaio Carrefour ha definitivamente abolito i prodotti Pepsi, 7Up e Lipton dai suoi scaffali a causa dei prezzi sempre più elevati del marchio. “Non venderemo più questi marchi a causa dei rincari inaccettabili” – ha infatti dichiarato, in merito, il portavoce della catena di negozi francese.

Perché Carrefour dice addio a Pepsi?

La decisione di Carrefour di abolire i prodotti PepsiCo dai propri scaffali, sembra far parte di “una più ampia diatriba tra le catene della grande distributrice e i produttori di beni di largo consumo”. Questi ultimi sono stati infatti accusati dalle prime di aver innalzato i prezzi aumentando i propri profitti e impedendo di conseguenza ai supermercati di “scaricare eccessivi rincari sui consumatori”.

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Carrefour, addio a PepsiCo

A sostegno delle accuse di Carrefour i dati relativi al primo semestre del 2023 dimostrano come i profitti dell’azienda francese siano rimasti stabili a 1,9 miliardi di euro, mentre l’utile di Pepsi è stato aumentato per 3 volte rispetto alle previsioni. Pepsi ha, a tal proposito, alzato i prezzi di listino dell’11% circa e previsto nuovi rincari per il 2024.

PepsiCo abolita anche in Germania. E l’Italia?

Non solo in Francia, ma anche in Germania grandi distributori come Edeka e Rewe hanno interrotto – per lo stesso motivo – i contratti con Mars, Kellogg’s, PepsiCo e Coca-Cola.

In Italia, invece, non vi sarebbe almeno per il momento intenzione di abolire i prodotti dell’azienda statunitense dagli scaffali dei supermercati – nonostante le decisioni prese nel resto d’Europa siano state riportate già nel corso del trimestre anti-inflazione.

Per quanto riguarda il nostro Paese vi è anche da segnalare, in base a quanto emerso dai dati Istat dello scorso novembre, un rallentamento dei prezzi dei beni alimentari – così come dei prodotti per l’igiene personale e la casa.

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